Ancora un morto in uno stage di scuola-lavoro: aveva 16 anni – Tiscali Notizie

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La Procura della Repubblica di Ancona ha aperto un fascicolo per omicidio stradale in relazione alla morte di Giuseppe Lenoci, il 16enne del Fermano mortoin un incidente stradale mentre era in viaggio a Serra de’ Conti (Ancona) nell’ambito di uno stage con una ditta di termoidraulica. La pm Serena Bizzarri è ancora in attesa della relazione dei carabinieri sul sinistro e al momento non intende chiedere l’autopsia. Il magistrato non si è pronunciato, ma dovrebbe procedere nei confronti del conducente del furgone aziendale finito fuori strada, un dipendente 37enne della ditta rimasto ferito.
“Tutta la mia vicinanza da padre ma non era alternanza scuola lavoro: Giuseppe stava facendo un percorso di formazione professionale triennale, la rivisitazione va fatta ma vanno coinvolte le Regioni. Un conto è l’alternanza scuola lavoro e un conto è la formazione professionale: dobbiamo rivedere il sistema per una educazione fuori dalle scuole e dai centri di formazione professionale. Ci deve essere un percorso formativo ed uno educativo con esperienze fuori dalla scuola ma non può essere un surrogato del lavoro, deve prevalere il rapporto educativo”. Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi a Mattino Cinque.
“In molte regioni abbiamo il 25-30% dei ragazzi che si disperdono durante il percorso scolastico. La formazione professionale è uno strumento potente anche per ridurre la dispersione ma bisogna mettere l’accento sulla parte educativa e formativa. Tanti iniziano un percorso e non lo finiscono, la formazione professionale è una parte del sistema educativo anche se regolato dalle Regioni; bisogna accompagnare le persone al lavoro. C’è poi un tema di formazione permanente nel nostro Paese. Bisogna coinvolgere di più le imprese come soggetti attivi sul territorio, per questo insistiamo sul patto di comunità”, ha proseguito Bianchi il quale ha chiarito di non voler “ridurre le responsabilità” del ministero. “Sono eventi drammatici che non devono capitare come non possono esserci mille morti sul lavoro”, ha concluso
La mamma Francesca, in lacrime, non se la sente di parlare, riferisce la zia Angela che invece parla di “tragedia che si poteva evitare. Non era prevista assolutamente l’uscita dall’azienda, adesso gli avvocati ci stanno aggiornando man mano ma non era previsto… però – aggiunge – stanno ancora indagando, non vorrei che quel giorno fosse stato fatto un permesso ma non lo sappiamo e stiamo aspettando”. “Giuseppe – ricorda – andava a scuola con amore, gli piaceva.
Questa settimana o la prossima avrebbe dovuto essere l’ultimo stage e si sarebbe diplomato la prossima estate. Spero che si faccia chiarezza, è chiaro che mio nipote non tornerà più ma bisogna fare chiarezza”.
  “Non è giusto, non solo per mio nipote, anche l’altro ragazzo. Per morire mio nipote non so a che velocità andava…”. La rabbia di Anna, nonna paterna di Giuseppe “Era dolce, un angelo, gli piaceva tanto il lavoro. – racconta – Ci ho parlato la settimana scorsa. Lui aveva lasciato la scuola e gli ho detto che non volevo: ‘te pentirai, adesso per qualsiasi lavoro ci vuole un diploma, devi andare a scuola’. Lui mia detto ‘sì nonna’ però era troppo affezionato al lavoro”. I funerali del ragazzo si terranno a Monte Urano giovedì prossimo alle 10:30. Stamattina il medico legale ha eseguito una ricognizione della salma che si trova per ora alla sala del commiato Giorgi di Serra de’ Conti e che verrà trasferita a Monte Urano.
L’Unione sindacale di base torna a stigmatizzare l’alternanza scuola-lavoro: “Come inutili sono state le chiacchiere che a valanga hanno seguito la morte di Lorenzo, comprese le tardive esternazioni del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi sul superamento dell’alternanza scuola lavoro e dei modelli collegati”.”Usb, in una nota, torna a chiedere la fine dell’alternanza scuola lavoro, della scuola azienda, e la revisione totale dei modelli della formazione professionale, questa specie di serie B dell’ingresso nel mondo del lavoro riservata ai ragazzi che alle medie ricevono il bollino “scarso”, il 6 o giù di lì, e per questo vengono gettati nel calderone del lavoro non qualificato. Un calderone in cui sguazzano le aziende che piegano la formazione alle loro esigenze, con tutto quel che ne consegue per la sicurezza e la salute dei giovani. Usb torna a chiedere il blocco dei protocolli con le aziende private e la ridiscussione del tema del futuro lavorativo dei giovani. Chiede anche all’ineffabile ministro Bianchi che fine abbia fatto la promessa riforma degli istituti professionali, in cui la componente culturale e quella laboratoriale interna alla scuola è stata impoverita per dare sempre più spazio alla formazione in azienda”.
Nella sua nota sul tragico incidente che è costato la vita allo studente 16enne, l’Unione sindacale di base “supporta e aderisce alle iniziative di protesta annunciate da Osa, Organizzazione Studentesca d’Alternativa. Non è più tollerabile che la salute e l’incolumità dei ragazzi siano trattate con la stessa noncuranza con la quale ogni giorno in Italia si procede alla sanguinosa registrazione contabile dei morti di lavoro”.
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Pietro Guerra

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