di Luca Caglio
Trent’anni, erede dell’impresa edile di famiglia, non era felice. Dopo l’incontro con Francesco Facchinetti a Riccione ha mollato tutto per fare il tour manager dei famosi, soprattutto calciatori di serie A. «La chiave è la fiducia, fare in modo di essere una risorsa»
«Papà è impresario edile, io l’erede che avrebbe dovuto mandare avanti l’azienda. Ho studiato da geometra conseguendo il diploma. Ho vissuto il cantiere. Non ero felice». Andrea Rombolà, 30 anni, oggi è un tour manager di cantanti famosi: sta girando l’Italia con Irama dopo averlo già seguito allo scorso Festival di Sanremo. Organizzazione e logistica semplificando ogni tappa, dall’hotel alle prove al ristorante. Ma anche partite di padel insieme a Vieri, Ventola e Adani. Fino al servizio di fuochi d’artificio al matrimonio del calciatore Stefano Sensi. Un altro nuovo acquisto del Monza, straniero, gli ha telefonato: «Oh, Rombo, mi serve un’auto e una casa, adesso sto in hotel». Squilla sempre il telefono di Rombolà, l’uomo «assist» dei vip che vive a Seregno, in Brianza, ma che oggi può considerarsi concittadino degli eletti.
«Ho costruito un ponte tra musica e calcio, per qualcuno sono un concierge, con altri si è creato un legame simbiotico. Mi cercano anche per pianificare le vacanze a Ibiza». Una traiettoria professionale misteriosa. Da cemento e ponteggi all’«attico» degli eroi. L’uomo del destino è Francesco Facchinetti. «Riccione 2013, Villa delle Rose, lui ha un dj set — ricorda Rombolà —. Mi presento, nasce una simpatia e inizio a frequentarlo approfittando della vicinanza tra Seregno e Mariano Comense, dove vive il figlio di Roby. Quando apre l’agenzia di management mi chiama: arruolato».
Così conosce Irama, che oggi è anche un amico, Rocco Hunt, Riki, The Kolors, Emma Muscat. Nessuna reverenza né timore, solo la sensazione di avere trovato il mestiere. Dove non esistono orari e che va oltre le pubbliche relazioni. «La chiave è la fiducia, fare in modo di essere una risorsa a prescindere dagli eventi, mettersi nella loro testa. Significa non prenotare mai a loro nome, fare in modo che le distanze da coprire siano brevi, evitare che vengano assaliti dal pubblico».
Testa, più che cuore. Ed equilibrio. E soprattutto un grande network di contatti per esaudire ogni richiesta. «Oh, Rombo, hai mica un idraulico? E un elettricista?». L’apprendistato da Facchinetti è il trampolino di lancio verso la gestione in proprio: «Da tre anni ho la partita iva, lavoro con un team di professionisti — annuncia con fierezza —. Ora anche papà mi appoggia ed è orgoglioso dei risultati. Non nascondo di avere poco tempo per me, però mi sono tolto diverse soddisfazioni». Lo testimoniano alcuni scatti pubblicati su Instagram: Andrea sul prato del Meazza per la festa scudetto dell’Inter, Andrea che posa con Irama celebrando il suo terzo disco di platino, Andrea in versione calciatore allo stadio Maradona di Napoli.
Sempre più esposto ma rimanendo al proprio posto. «La fiducia è fragile, basta poco per rompere, se c’è una cosa che temono i vip è la fregatura. Tante persone mi scrivono per arrivare al loro idolo, ma io devo restare un filtro e dare garanzie». Una condotta che gli ha permesso di diventare qualcosa in più di un tour manager o di un concierge: amico. «Ho un grande legame con Lele Adani, Nicola Ventola, Stefano Sensi, il rapper Rocco Hunt».
Nel curriculum delle missioni speciali c’è il noleggio di un jet privato per un calciatore diretto in Turchia. Tra le più singolari, invece, la spedizione di palloncini per feste a sorpresa. La più incredibile è un colpo di fortuna: «Berlusconi è a Seregno per le comunali: promette che in caso di successo del centrodestra festeggerà ad Arcore insieme alla giunta, mio padre conosce alcuni esponenti. Al compleanno del Cavaliere c’è un invito anche per me».
9 agosto 2022 (modifica il 9 agosto 2022 | 14:49)
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, 2022-08-09 12:49:00, Trent’anni, erede dell’impresa edile di famiglia, non era felice. Dopo l’incontro con Francesco Facchinetti a Riccione ha mollato tutto per fare il tour manager dei famosi, soprattutto calciatori di serie A. «La chiave è la fiducia, fare in modo di essere una risorsa» , Luca Caglio