Andreea Rabciuc scomparsa, la lite alla festa e il giallo del cellulare preso dal fidanzato

di Alessandro Fulloni

Il corpo trovato nel Po a Rovigo non può essere il suo: non ha i tatuaggi sulle braccia

«Andreea, amore mio, sono passati troppi giorni, dove sei? Qualsiasi cosa sia accaduta possiamo risolverla. Mi manchi, non vedo l’ora di riabbracciarti». L’appello sui social di mamma Georgeta risale allo scorso 31 marzo e sua figlia Andreea Rabciuc, una ragazza di 27 anni di origine romena, era già sparita da più di due settimane. Esattamente dalle 7 della mattina del 12 marzo.

La giovane, residente a Jesi, nell’Anconetano, la sera precedente aveva partecipato a una festicciola con una decina di amici in un casolare tra le colline di Montecarotto. Qui tutti l’avevano vista litigare a lungo con il fidanzato che l’aveva accompagnata. All’ennesimo riesplodere del bisticcio, solo verbale, Andreea, cameriera in un pub a Jesi, un passato in Romania nel tiro a segno dove si era distinta con buoni risultati, si sarebbe allontanata a piedi, sotto gli occhi dei presenti, incamminandosi lungo la strada che porta verso la vicina Moie. Poi nessuno l’ha più vista. Già altre volte, «almeno sei o sette», la ragazza era sparita, tornando sempre a casa dalla madre. Al prolungarsi insolito dell’assenza, Georgeta è andata dai carabinieri del comando provinciale di Ancona guidato da Carlo Lecca per denunciare la scomparsa.

Sono cominciate così le ricerche, anche con i cani molecolari. Il casolare è stato setacciato palmo a palmo, senza esito. Così come a nulla hanno portato i controlli, condotti anche ieri dai Vigili del fuoco e dalle squadre della Protezione civile, nei boschi e nelle campagne circostanti. Andreea, piercing sulle labbra e frangetta blu, aveva dei tatuaggi su braccia e dita, circostanza per la quale è stato escluso che il cadavere — privo di alcun tipo di segno particolare sulla pelle — con la testa mozzata trovato lunedì sulla sponda sinistra del Po, nel Rodigino, fosse quello della cameriera di Jesi. Stando alle testimonianze, la sera dell’11 marzo Andreea,— che di recente avrebbe fatto uso di droghe leggere, circostanza non di rilievo nell’inchiesta — sarebbe stata piuttosto in disparte durante la festa, preferendo scambiare messaggi con un suo ex, Daniele. Un comportamento che avrebbe indispettito il suo fidanzato, innescando i battibecchi.

«Litigavano continuamente, ma lei stava in silenzio. A un certo punto non vedevo l’ora che se ne andassero. Verso le 7 ho visto la ragazza che si allontanava verso la strada. Il fidanzato però si era tenuto il cellulare di Andreea» è la testimonianza di Federico, il proprietario del casolare, alla trasmissione «Chi l’ha visto?». Ma perché il suo compagno avrebbe dovuto trattenere il telefonino? La risposta, data anche agli investigatori, è che sarebbe stata la stessa Andreea a infilarglielo in tasca in un momento di rabbia, senza più riprenderselo. Fatto sta che il proprietario del casolare nei giorni successivi avrebbe incontrato il fidanzato di Andreea, vedendolo ancora in possesso del cellulare della giovane. Nel fascicolo aperto in Procura non ci sono indagati, nessuna ipotesi è esclusa. E resta il mistero.

8 aprile 2022 (modifica il 8 aprile 2022 | 22:16)

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