di Franco StefanoniDalla compattezza di FdI per Kiev alla cautela in Lega e Forza Italia, dai distinguo nel Pd alla posizione del M5S: le forze italiane e il conflitto Al giro di boa a un anno dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, governo e Parlamento italiani continuano a sostenere la causa di Kiev, approvando sanzioni economiche a Mosca e varando invii di armi ed equipaggiamenti alla resistenza guidata dal presidente Zelensky. Nel tempo, le posizioni dei partiti non sono state tuttavia sempre allineate. Ecco la loro evoluzione fino alla situazione attuale. Fratelli d’ItaliaIl partito guidato da Giorgia Meloni nel febbraio 2022 era l’unico all’opposizione rispetto al governo Draghi, formato nel febbraio 2021 e appoggiato a larghissima maggioranza dopo la caduta del Conte II. La fermezza contro l’invasione russa in Ucraina stata tuttavia condivisa sin da subito con l’esecutivo. FdI si schierata compattamente a sostegno della popolazione ucraina e contro il principio che uno Stato possa soggiogarne un altro con la prepotenza e la violenza. Tutti e sei i decreti a favore dell’invio di armi a Kiev sono stati sottoscritti. Con Meloni premier la linea non cambiata. La presidente del Consiglio ha incontrato due volte il presidente ucraino Zelensky ribandendo il sostegno dell’Italia contro Mosca. Da ultimo, l’apertura di Meloni alla consegna di aerei da combattimento a Kiev (dopo il voto del Parlamento europeo), di supporto alle azioni delle forze terrestri ucraine. LegaLa Lega, nel governo Draghi, ha condannato l’invasione russa in Ucraina anche se al suo interno non sono mancati i distinguo su cosa e come fare per cercare di venirne a capo. In Parlamento alcuni esponenti del Carroccio hanno sollevato le criticit dell’azione strategica di Kiev. Nel programma elettorale per le Politiche del 25 settembre 2022 la Lega ha scelto la cautela, ovvero il solo auspicio di una grande conferenza di pace che ridefinisca interessi e regole di pacifica convivenza. I nodi principali sono rimasti nel tempo le sanzioni economiche (Non paghino gli italiani per questo) e soprattutto l’appoggio bellico. Il leader Matteo Salvini nel 2022 ha detto in pi occasioni di essere contrario a inviare nuove armi alla resistenza ucraina. Le sue dichiarazioni al riguardo sono per diventate molto pi caute e sporadiche da quando si insediato il nuovo esecutivo Meloni, in cui vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture. La linea preferita ancora nel 2023 ha continuato a essere quella di una ricerca di pace per via diplomatica. Quanto all’ipotesi di invio di jet la posizione del capogruppo al Senato Romeo piuttosto cauta: Sull’invio delle armi, attenzione e prudenza a non inviare delle armi che trascinino l’Alleanza atlantica in un conflitto diretto con la Russia. Cosa vuol dire? Vuol dire far scoppiare la guerra nucleare. Quindi, prudenza, attenzione e cautela che viene predicata dalla stessa Alleanza Nato. Forza ItaliaLa linea atlantica avversa all’ingerenza militare dei russi in Ucraina stata condivisa sin dall’inizio da Forza Italia. I sei decreti pro invio armi hanno avuto l’appoggio del partito (non per il momento l’ipotesi di invio di jet, per), anche se la via diplomatica per una risoluzione del conflitto sarebbe quella preferita. A sollevare pi volte tensioni e incidenti tra Stati e diplomazie internazionali sono invece risultate le parole del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Amico di Vladimir Putin, Berlusconi, pur condannando l’invasione russa in Ucraina, ha espresso valutazioni di disappunto su Zelensky e di critica sulle scelte politiche di Kiev precedenti all’invasione (in particolare sul conteso territorio del Donbass), le quali avrebbero provocato poi il conflitto. Con il governo Meloni la dinamica non cambiata: Forza Italia dalla parte di Kiev, Berlusconi che disapprova Zelensky, pur auspicando la via della pace. Noi moderati Allineato con le scelte atlantiste e della Ue, il partito centrista di Maurizio Lupi ha condannato l’invasione russa in Ucraina, condiviso l’invio di armi a Kiev e il varo di sanzioni economiche, insieme al tentativo di negoziare vie diplomatiche per trovare una pace tra i Paesi coinvolti. Partito democraticoFermo nella condanna della violenza russa in Ucraina e favorevole sin dal primo momento a colpire Mosca con sanzioni economiche e ad aiutare Kiev anche con le armi, il Pd guidato da Enrico Letta al suo interno si per nel tempo diviso tra sostenitori a oltranza delle richieste di Zelensky e insofferenti al reiterato invio di armamenti. Nelle Camere e sul territorio molti sono stati i malumori. Durante il governo Meloni, su un decreto riguardante la partecipazione di personale militare italiano alle iniziative della Nato (1.350 unit di personale militare, 77 mezzi terrestri e 5 mezzi aerei e 2 unit navali), in Parlamento i dem hanno scelto l’astensione insieme a Azione-Italia viva. In vista delle primarie per eleggere il prossimo segretario, restano ora da registrare le posizioni dei candidati Stefano Bonaccini ed Elly Schlein. Il primo si detto favorevole nel continuare a fornire armamenti alla resistenza ucraina, la seconda propende invece per passare alla sola ricerca di negoziati diplomatici. Movimento 5 StelleIl M5S, durante il governo Draghi partito in maggioranza e con il pi alto numero di deputati e senatori, e durante quello Meloni all’opposizione e con ranghi parecchio ridotti di parlamentari, si ritagliato il ruolo pi critico (insieme a quello di Alleanza Verdi e Sinistra) nella gestione dei rapporti con Kiev. Il partito di Giuseppe Conte, che pure in un primo tempo aveva accettato l’invio di armi all’Ucraina (gi bocciato per durante la conversione in legge), ha poi svoltato opponendosi apertamente. Il suo no stato tra i motivi che hanno portato alla spaccatura al proprio interno (con la scissione del gruppo guidato da Luigi Di Maio) e contribuito poi a determinare la fine del governo Draghi. Conte, criticato a sua volta poich da premier si era interessato a temi militari, si dichiarato contrario all’escalation bellica, alla spesa militare sostenuta a dispetto di altre esigenze dell’Italia e al coinvolgimento diretto di Roma in forniture di armi causa di sofferenza e tragedie in Ucraina (sebbene nel programma elettorale per le Politiche non ci siano stati riferimenti a Kiev). La linea suggerita rimane quella della via diplomatica per individuare percorsi verso accordi di pace. Su questo i Cinque Stelle appaiono compatti. Alleanza Verdi e SinistraQui il no al coinvolgimento bellico dell’Italia c’ stato sin dall’inizio del governo Meloni. Nel programma elettorale per le Politiche era scritto: Va interrotto subito l’invio di armi in Ucraina e riaperta la strada del confronto diplomatico con determinazione e convinzione, prima che sia troppo tardi. Posizioni gi espresse in precedenza quando Verdi e Sinistra italiana erano separate. Azione-Italia vivaAzione guidata da Carlo Calenda e Italia viva fondata da Matteo Renzi hanno da sempre condiviso il varo di sanzioni economiche contro Mosca e l’invio di armi in Ucraina. Per quanto nel programma elettorale per le Politiche 2022 non ci fossero riferimenti alla guerra in corso, il Terzo polo ha nel tempo sottoscritto con convinzione i decreti pro Kiev seppur con qualche distinguo. Per Calenda: Aiutare Kiev aiutare noi. Pi prudente Renzi: S alle armi, ma serve la diplomazia, aprire un tavolo con la Russia. 23 febbraio 2023 (modifica il 23 febbraio 2023 | 16:07) © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,