Anpi, il «compagno» Pagliarulo e la bufera sul 25 Aprile (tra Bucha e il tricolore sbagliato): «C’è una fatwa contro di noi»

di Claudio BozzaIl presidente dei partigiani, già fedelissimo di Cossutta, e le polemiche per la Liberazione: «Esponenti della cultura liberal democratica negano il pensiero critico» Travolto dalle polemiche (qui Il Caffè di Massimo Gramellini) , ma confermato praticamente all’unanimità. Gianfranco Pagliarulo è stato rieletto presidente dell’Anpi al congresso nazionale (2 astenuti su 37 membri) proprio mentre infuria la bufera innescata da una brutta serie di inciampi sul 25 Aprile, a cui si sono aggiunte ardue sortite sulla guerra in Ucraina. Ma riavvolgiamo il nastro. Prima la condanna del massacro di civili a Bucha, espressa in termini discutibili, con il capo dell’associazione dei partigiani che ha chiesto «una commissione d’indagine indipendente per fare piena luce su quanto accaduto». C’è sì la condanna del «presidente Putin e dell’esercito russo» che «dovranno rispondere delle loro azioni». Pagliarulo aggiunge anche un “però”, che accende le polveri: «Che siano stati i russi» a compiere l’eccidio di Bucha è «ragionevole» per l’Anpi, ma «ciò non toglie la necessità di una commissione per appurare le responsabilità specifiche in capo al comandante o altri ufficiali. Non mi pare una cosa da poco. Ci dev’essere un processo prima di una condanna». Il compagno Pagliarulo, già fedelissimo di Armando Cossutta, fu vicedirettore de Il Metallurgico, giornale della Federazione Lavoratori Metalmeccanici di Milano. Il presidente dei partigiani ha un lungo passato tra Pci, Comunisti italiani, Rifondazione e pure una legislatura da senatore (dal 2001 al 2006), eletto nella coalizione l’Ulivo. Dopo una breve parentesi con Sinistra democratica e, ancora più breve, nella sinistra Pd, Pagliarulo si allontana dalla politica. E nell’ottobre del 2020, dopo la morte di Carla Nespolo, prima donna presidente dell’Anpi e primo vertice a non aver combattuto coi partigiani (era nata nel ‘43), Pagliarulo ne viene eletto successore. Si arriva così alla presentazione della Liberazione 2022 . Nel manifesto della festa, opera della fumettista Alice Milani, spicca in particolare la bandiera della pace. Oltre a questa, però, da due balconcini di una tipica piazzetta italiana spuntano due bandiere con i colori: verde, bianco e rosso. Quelli dell’Italia, insomma, soltanto disegnati con le bande orizzontali, nella sequenza della bandiera dell’Ungheria , guidata dal putiniano Viktor Orbán. «Confusi loro, infelici noi. Che pena un Anpi gestito così», è il commento del costituzionalista Francesco Clementi, che apre alle critiche. Ma le contestazioni piovono a raffica anche per un altro particolare non da poco. Nella piazzetta del manifesto c’è una grande scritta: «L’Italia ripudia la guerra»; solo una parte dell’articolo 11 della Costituzione, che prosegue così: «…come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Pagliarulo prova a metterci una toppa, che però si rivela peggio del buco: «Siamo contro l’invasione da parte della Russia». E di nuovo un “però”, altrettanto scivoloso: «No all’invio di armi all’Ucraina». Per poi giustificarsi: «L’Anpi sta subendo una vera e propria fatwa, nelle forme più ridicole e grottesche, oltre che più false» anche da parte di «esponenti della cultura liberal democratica che così negano il pensiero critico». Si innesca un altro pandemonio. Poi il silenzio forzato, sperando che la bufera rallenti. 12 aprile 2022 (modifica il 12 aprile 2022 | 19:12) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-12 17:14:00, Il presidente dei partigiani, già fedelissimo di Cossutta, e le polemiche per la Liberazione: «Esponenti della cultura liberal democratica negano il pensiero critico», Claudio Bozza

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version