Anthea Comellini, l’astronauta che ama Harry Potter: «Alla maratona di Cannes ero circondata da bambini di 10 anni»

di Elvira Serra

Trentenne di Chiari, nel Bresciano, è stata appena scelta assieme allo spoletino Andrea Patassa come riserva dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea. Studi di altissimo livello a Milano, Parigi e Tolosa, ama la poesia e ha come mito Samantha Cristoforetti: «È l’esempio che questo lavoro sia possibile anche per noi»

Se potesse scegliere tra una missione sulla Luna e una su Marte dove andrebbe?
«Sulla Luna. Un po’ per una questione di fascinazione: mi aveva colpito molto leggere dei vari allunaggi tra la fine degli anni ‘60 e i primi anni ‘70».

La missione che le è rimasta più impressa?
«Nel mio immaginario tra le più belle ci sono tutte quelle dello Shuttle, in particolare le riparazioni in orbita del Telescopio Hubble, precursore del Telescopio James Webb al quale dobbiamo le immagini straordinarie di questi giorni. Come ingegnere mi occupo di quello che si chiama servizio in orbita o logistica spaziale: cerchiamo di sviluppare tecnologie che permettano a un satellite di raggiungere altri satelliti per servizi di riparazione e rifornimento, in modo da estendere la vita di questi corpi in orbita».

Anthea Comellini , trentenne di Chiari, nel Bresciano, è appena stata scelta allo spoletino Andrea Patassa come riservista dall’Esa, l’Agenzia spaziale europea, nella classe di astronauti del 2022 — cinque di ruolo, 11 a disposizione, 1 con disabilità — con un contratto di consulenza e la prospettiva, visto il moltiplicarsi dei voli spaziali, di partire in futuro per una nuova missione. Maturità scientifica con cento senza lode per una distrazione («Non avevo letto l’ultima domanda di scienze sulla scala dei terremoti, perché era scritta sul retro del foglio»), si è rifatta con gli interessi nelle tappe successive, al Politecnico di Milan o, all’Università Parigi-Saclay e all’Institut Supérieur de l’Aéronautique et de l’Espace di Tolosa. Oggi lavora a Cannes, alla Thales Alenia Spaces.

Perché si chiama Anthea?
«Era il nome della protagonista di una mini serie interpretata da Andie MacDowell. I miei genitori, entrambi ricci, desideravano una figlia con gli stessi capelli. E sono arrivata io».

Ha sempre voluto fare l’astronauta?
«No, in realtà da bambina volevo fare la scrittrice. Ho sempre amato le materie umanistiche».

In effetti agli atti c’è un Premio Montale per la poesia.
«Come lo ha scoperto? Era un concorso cui avevo partecipato con il mio liceo. E comunque sono arrivata terza».

Libro preferito?
«Tutto Harry Potter. Da poco ho partecipato qui a Cannes a una maratona di Harry Potter in versione francese, ma doppiato bene: alla mia età, mi sono ritrovata circondata solo da bambini di 10 anni».

Chi sono i suoi astronauti di riferimento?
«Per una questione puramente anagrafica, Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti. Se poi devo sceglierne uno solo, direi Samantha, perché per le ragazzine della mia età è stata fonte di ispirazione: ha rappresentato la possibilità lampante che fare questo mestiere era possibile anche per noi».

Alla selezione avete partecipato in 22.500. Quando si è iscritta sperava di farcela?
«L’ultima classe di astronauti dell’Esa era del 2009 e l’idea di partecipare è sempre stata nel sottofondo del mio cervello. Poi l’annuncio del bando è stato fatto a febbraio del 2021 e il 31 marzo è stato aperto il portale per le adesioni: è il giorno del mio compleanno, l’ho voluto prendere come un segno, così ho partecipato felice di questa coincidenza molto simpatica. Per me era il momento giusto: mi sentivo pronta non solo ad affrontare la selezione, ma anche a dire di sì nel caso in cui fosse andata bene».

Quando ha ricevuto l’esito?
«Una settimana prima della conferenza stampa del 23 novembre. Siamo stati convocati a Parigi senza sapere se fossimo tra i 5 di carriera o gli 11 riservisti: quello lo abbiamo scoperto la mattina stessa».

Delusa?
«Ma no! Sono contentissima, anche perché ho conosciuto tanti candidati estremamente competenti che per chissà quale ragione non sono entrati nel gruppo finale».

È una grande appassionata di orienteering. Lo pratica ancora?
«Da quando ho lasciato l’Italia penso di essere riuscita a fare almeno una gara all’anno. Non riesco più a praticarlo in maniera competitiva, ma faccio gli allenamenti in solitaria. Sono una che si muove molto, negli ultimi anni ho cambiato città ogni sei mesi. Ovunque mi trasferisca cerco sempre se c’è un club di orienteering, prendo le cartine e vado in esplorazione».

Qual è la sua bussola interiore?
«In generale per fare bene il proprio lavoro bisogna stare bene anche nella sfera più personale, la mia famiglia, il mio partner. Se questi vanno bene, allora funziona tutto».

1 dicembre 2022 (modifica il 1 dicembre 2022 | 18:39)

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, 2022-12-01 17:40:00, Trentenne di Chiari, nel Bresciano, è stata appena scelta assieme allo spoletino Andrea Patassa come riserva dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea. Studi di altissimo livello a Milano, Parigi e Tolosa, ama la poesia e ha come mito Samantha Cristoforetti: «È l’esempio che questo lavoro sia possibile anche per noi», Elvira Serra

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