“Con la conclusione dei lavori odierni della Commissione Cultura del Senato sul PNRR Istruzione (Decreto 36/2022) si apre una nuova fase per la scuola italiana che prevede nuovi percorsi di formazione iniziale, selezione e formazione continua ed incentivata dei docenti. Forza Italia, innanzitutto, intende ringraziare il Relatore, Senatore Cangini, che ha saputo egregiamente lavorare sul testo presentato dal Governo, migliorandolo e, soprattutto, eliminando quegli aspetti particolarmente farraginosi e più amministrativi che legislativi contenuti nella priva versione del testo”, così Valentina Aprea, responsabile del Dipartimento Istruzione di FI e capogruppo in commissione Cultura alla Camera, commenta la conclusione dei lavori al Senato sul DL 36.
“Esprimiamo, altresì, grande soddisfazione perché per la prima volta nei tre livelli di formazione dei docenti (iniziale, per la selezione ed in quella continua ed incentivata) si dovrà tener conto di un unico Profilo conclusivo delle competenze professionali del docente abilitato per favorire la coerenza dei percorsi universitari e le modalità della loro verifica”.
L’emendamento di Forza Italia, che prevedeva la definizione di tre diversi profili nella carriera di insegnante non è passato, ma – dichiara Aprea – “Con riferimento alla formazione iniziale, apprezziamo enormemente l’aver introdotto un percorso formativo di 5 anni (laurea triennale + laurea magistrale) che con 60 crediti aggiuntivi diventa abilitante all’insegnamento. Abbiamo registrato un atteggiamento eccessivamente prudente di alcune forze della maggioranza che non hanno consentito di prevedere, in presenza di vocazioni precoci, la possibilità di cominciare ad acquisire i crediti fin dalla laurea triennale, come sarebbe stato più opportuno per garantire l’effettiva durata di 5 anni del percorso di formazione ed abilitazione. Tuttavia, questa flessibilità, sia pur residuale, è stata prevista dalla norma che rimanda ai margini di flessibilità dei piani di studio”.
“È evidente che nel nostro Paese si fa fatica ad accettare la libertà degli studenti di organizzare i propri studi in modo più flessibile, continuando ad affermare un’Università che mantiene rigidità ed uniformità più formali che sostanziali. Ci auguriamo che il tempo ci dia ragione. Riteniamo molto valida, invece, la riserva per i percorsi abilitanti dei docenti delle scuole paritarie e dei percorsi dell’istruzione e formazione professionale. Qualifica ulteriormente il decreto la previsione di aggiornare e rivedere la tipologia delle classi di concorso per l’accesso ai ruoli per promuovere profili professionali innovativi”.
“Infine, la partita della formazione continua ed incentivata, pur presentando luci ed ombre, soprattutto perché esclude una vera carriera dei docenti ed è limitata nelle risorse, costituisce comunque un’opportunità per formare alle nuove competenze digitali e pedagogiche tutti i docenti della scuola italiana. Ora però bisogna correre – conclude Aprea – perché il tempo della fase transitoria per la stabilizzazione dei docenti precari e quello della formazione, che dovrà avere una durata di 3 anni, sia speso bene e senza slittamenti e atteggiamenti nostalgici. Si istituisca presto la Scuola di Alta Formazione e si dia avvio al percorso riformatore. I docenti italiani hanno già atteso troppo, è tempo di agire e di ricompensarli anche con migliori trattamenti economici.”
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