Arché, la casa di Diana: a scuola dopo la guerra. «Dare un futuro ai bambini»

di Alessandro Pirovano*

L’impegno della Fondazione milanese, dopo gli aiuti in Ucraina l’accoglienza in Italia. Soprattutto mamme e bambini negli alloggi aperti anche a San Benedetto del Tronto

Una chiamata di aiuto e, nel giro di qualche giorno, erano già due i furgoni riempiti di beni alimentari e medicinali pronti a partire da CasArché a Milano verso Leopoli, in Ucraina. È bastata infatti la telefonata della dottoressa dell’istituto «Besta» Matilde Leonardi a padre Giuseppe Bettoni, a pochi giorni dall’inizio dell’invasione russa, perché prendesse concretamente il via l’impegno umanitario di Fondazione Arché a favore delle persone in fuga dalla guerra. A quel primo viaggio ne sono seguiti altri tre. La destinazione è sempre stata la medesima: il seminario di Leopoli gestito da padre Ihor Boyko che fin da subito ha accolto al suo interno centinaia di mamme e bambini in fuga dai combattimenti nell’est del Paese.

Da CasArché a Milano, nel quartiere di Quarto Oggiaro, sono partite vere e proprie carovane di aiuti umanitari: ventisei amici, volontari e operatori di Arché hanno attraversato i Paesi dell’Europa orientale, vedendo il sole sorgere e tramontare dai finestrini degli autoveicoli. E così dal 17 marzo al 3 giugno la Fondazione ha consegnato a Leopoli tonnellate di aiuti, consumando per più di diciassettemila km le ruote dei veicoli acquistati anche con i fondi raccolti dal Corriere della Sera e La7. Nelle code alla dogana, nella gratitudine degli occhi delle persone ucraine, nella benevolenza delle stesse guardie di confine, gli operatori e i volontari di Arché hanno visto un’Europa in divenire e una pace possibile. «Quella parte del nostro continente è diventata una strada, una pista di persone che si spostano cercando speranza e futuro, alcune, e di altre che portano aiuto», ha detto Eugenio al ritorno dall’Ucraina, spiegando che «tutti, lungo questa pista, trovano la bellezza dell’incontro, trovano esperienze di vita, trovano umanità. E chissà che cosa porterà questa umanità, in termini di identità sociale, all’Europa, nel prossimo futuro».

In questi mesi però l’impegno di Arché per l’Ucraina è andato al di là dei viaggi umanitari da Milano a Leopoli. Ha abbracciato la dimensione del lungo periodo, accogliendo nei sei appartamenti messi a disposizione dai Padri Sacramentini a San Benedetto del Tronto famiglie ucraine e favorendo il loro percorso di inserimento nella comunità. Per loro Arché, insieme con altre associazioni del territorio, ha promosso una serie di attività come le lezioni di italiano per mamme e bambini o anche occasioni di festa e pranzi aperti a volontari e volontarie. O semplicemente, come racconta la piccola Diana, tra le prime arrivate a San Benedetto del Tronto, qualche ora con i giochi da tavola insieme a Massimo.

Anche a Milano Fondazione Arché ha accolto famiglie ucraine in fuga dalla guerra. E lo ha fatto grazie alla generosità e al senso di responsabilità dell’azienda Shiseido che in un momento di difficoltà per molti e molte ha deciso di mettere a disposizione due appartamenti. Al loro interno si sono insediate due donne con bambini che hanno abbandonato l’Ucraina nella speranza di salvare i propri piccoli e di assicurare loro un futuro diverso e lontano da morte e distruzione. «Li abbiamo accompagnati passo a passo nella loro presenza in Italia: dall’assistenza per i documenti all’iscrizione al centro estivo, passando per le vacanze al mare», dice il direttore di Fondazione Arché, Simone Zambelli, che aggiunge: «Ora li stiamo inserendo nelle scuole elementari e medie del territorio».

#trattiamo

I viaggi umanitari a Leopoli così come l’accoglienza delle famiglie ucraine in Italia sono stati piccoli, concreti, tasselli del percorso per favorire la pace che Arché ha promosso in tutti questi mesi. Oltre alla serie di incontri online dal titolo #trattiamo con ospiti giornalisti ed esperti, la Fondazione ha aderito al Movimento Europeo di Azione Nonviolenta (Mean). A metà luglio, in concomitanza con il giorno di San Benedetto, patrono dell’Europa, due suoi rappresentanti hanno attraversato l’Europa orientale in pullman per raggiungere Kiev dove hanno unito le loro voci a quelle della società civile ucraina per chiedere la fine degli scontri e una risoluzione giusta e pacifica del conflitto. «Osiamo parlare di pace perché ci vuole un po’ di coraggio a parlare di pace per un popolo invaso, occupato e quindi aiutarlo a considerare delle vie di dialogo in una situazione così», dice padre Giuseppe Bettoni che sottolinea la mission di Arché anche in questa situazione: «Prenderci cura di mamme e bambini vuol dire dare la speranza di un futuro migliore».
*Fondazione Arché

19 ottobre 2022 (modifica il 20 ottobre 2022 | 07:27)

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, 2022-10-20 05:15:00, L’impegno della Fondazione milanese, dopo gli aiuti in Ucraina l’accoglienza in Italia. Soprattutto mamme e bambini negli alloggi aperti anche a San Benedetto del Tronto, Alessandro Pirovano*

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