In una scuola siciliana, l’istituto superiore Majorana-Cascino di Piazza Armerina (Enna), come riporta La Repubblica, un’assemblea d’istituto durante la quale gli studenti stavano discutendo sul tema della legalizzazione della cannabis, autorizzata dalla dirigenza scolastica, è stata interrotta dalle forze dell’ordine.
La polizia, una volta giunta sul posto, ha chiesto i documenti ai rappresentanti d’istituto per identificarli. L’assemblea era stata organizzata dall’associazione nazionale “Meglio legale”, che sta portando avanti una vera e propria campagna nelle scuole, i cui membri si dicono increduli.
“Nel bel mezzo dell’assemblea, concordata e autorizzata preventivamente con la preside – racconta Pierluigi Gagliardi, collaboratore di “Meglio Legale”e relatore nell’incontro – mentre con l’aiuto di alcune slide, dibattevamo da remoto con i ragazzi, sono intervenute le forze dell’ordine che hanno identificato i rappresentanti d’istituto per il solo fatto di avere organizzato un evento sul tema della legalizzazione della cannabis a scuola. Troviamo che sia un fatto gravissimo e inaccettabile”.
Silenzio da parte della scuola
“Non si vuole creare alcun allarmismo – precisano dall’associazione – anche se ciò che è avvenuto nella scuola di Piazza Armerina ha dell’incredibile. Non è mai successo prima che nelle altre scuole italiane la polizia intervenisse nel corso di una normale assemblea di istituto”.
In attesa di ricostruzioni più precise del fatto e di chiarimenti sulle motivazioni della polizia, dalla scuola non sono arrivate prese di posizione in merito. “Non sono nelle condizioni di aggiungere nulla – dice la dirigente scolastica Lidia Di Gangi, che non era presente in istituto durante l’assemblea, sostituita dalla vice preside – perché devo ancora parlare con i ragazzi. L’assemblea, comunque, è stata portata a termine”.
“Faremo presentare un’interrogazione parlamentare”
“Noi siamo convinti – aggiunge Antonella Soldo, coordinatrice di “Meglio legale” – che la polizia non debba entrare nelle scuole. Sono luoghi dove i ragazzi devono imparare, ma anche esercitare i loro diritti come, ad esempio, svolgere liberamente un’assemblea per approfondire temi socialmente rilevanti. Non c’è nulla di normale nel mandare la polizia a scuola perché non c’è stato alcun reato. Noi non promuoviamo in alcun modo il consumo delle droghe, né istighiamo la gente a delinquere. Credo si sia trattato di una vera e propria intimidazione, motivo per il quale abbiamo intenzione di far presentare un’interrogazione parlamentare”.
Questo episodio ricorda quanto accaduto in questi giorni in una scuola di Firenze, dove tre carabinieri hanno perquisito un ragazzo perché, si crede, accusato di essere in possesso di droga, senza la presenza dei genitori.
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