Audio contro Zelensky, è bufera su Berlusconi

di Marco Galluzzo Il discorso del leader ai parlamentari (che applaudono: ve lo racconto raccomandandovi il massimo riserbo ROMA – «Sapete com’è avvenuta la cosa della Russia? Anche su questo vi prego, però, il massimo riserbo. Promettete?». Le parole sono di Silvio Berlusconi, la platea è quella dei parlamentari azzurri, che promettono e applaudono. Non è la prima volta, ma questa volta è deflagrante. «Zelensky, lasciamo perdere, non posso dirlo…». L’audio è più lungo, è difficile da smentire, appare chiaro nella ricostruzione. «Zelensky ha triplicato i morti…». Parole che arrivano nel bel mezzo della formazione del governo, alla vigilia dell’inizio delle consultazioni. «Non ci sono più leader nel mondo, anche negli Stati Uniti…». È la seconda parte del discorso fatto ai parlamentari, un audio che qualcuno ha registrato e passato all’agenzia di stampa LaPresse. Due giorni fa la prima puntata con quelle dichiarazioni sui rapporti «riallacciati con Putin», su uno scambio di lettere «dolcissimo», sulle 20 bottiglie di vodka ricevute in regalo da Mosca. Ma ora la seconda suscita un’infinità di critiche sia in Italia che all’estero, mentre viene trasmessa anche dalle televisioni russe. «La cosa è andata così», inizia il racconto di Berlusconi: «Nel 2014 a Minsk, in Bielorussia, si firma un accordo tra l’Ucraina e le due neocostituite repubbliche del Donbass per un accordo di pace senza che nessuno attaccasse l’altro. L’Ucraina butta al diavolo questo trattato un anno dopo e comincia ad attaccare le frontiere delle due Repubbliche. Le due Repubbliche subiscono vittime tra i militari che arrivano, mi si dice, a 5-6-7 mila morti. Arriva Zelensky, triplica gli attacchi alle due Repubbliche. Disperate, le due Repubbliche mandano una delegazione a Mosca e finalmente riescono a parlare con Putin. Dicono: “Vladimir non sappiamo che fare, difendici tu”. Lui è contrario a qualsiasi iniziativa, resiste, subisce una pressione forte da tutta la Russia. E allora si decide a inventare una operazione speciale». È una ricostruzione che collima in pieno con le tesi del Cremlino, che rintraccia nelle mosse del governo ucraino la responsabilità del conflitto. Berlusconi continua: «Le truppe dovevano entrare in Ucraina, in una settimana raggiungere Kiev, deporre il governo in carica, Zelensky eccetera…». E invece «è entrato in Ucraina e si è trovato di fronte a una situazione imprevista di resistenza da parte degli ucraini, che hanno cominciato dal terzo giorno a ricevere soldi e armi dall’Occidente. E la guerra, invece di essere un’operazione di due settimane, è diventata una guerra di duecento e rotti anni». Insomma: un Putin «contrario a qualsiasi iniziativa», quasi costretto a «inventarsi» l’invasione a fronte degli «attacchi» di Zelensky. E proprio su Zelensky Berlusconi si esprime anche in un altro punto. «Io non vedo come possano mettersi a un tavolo di mediazione Putin e Zelensky. Perché non c’è nessun modo possibile. Zelensky, secondo me… lasciamo perdere, non posso dirlo… Senza un intervento forte.. (audio disturbato, ndr)… la guerra non finisce», dice. Già in passato, a Porta a Porta, Berlusconi aveva detto che Putin voleva «sostituire il governo di Kiev con un governo di persone perbene». Aveva poi dichiarato di essere stato male interpretato. Ma non è finita qui. C’è anche un ultimo pezzo del discorso: «Quello che è un altro rischio: oggi, purtroppo, nel mondo occidentale, non ci sono leader, non ci sono in Europa e negli Stati Uniti d’America. Non vi dico le cose che so ma leader veri non ce ne sono. Posso farvi sorridere? L’unico vero leader sono io». Ovviamente subito dopo la diffusione dell’audio le reazioni sono tantissime. In Forza Italia difendono Berlusconi, rimarcano che si è trattato di un discorso senza contesto, in cui il Cavaliere riferiva ricostruzioni altrui, ma che non faceva proprie. «Domani sarò al summit del Ppe per confermare la posizione europeista, filo atlantica e di pieno sostegno all’Ucraina mia e di Forza Italia. In tutte le sedi istituzionali non è mai mancato il nostro voto a contro l’invasione russa», cerca di correggere con un tweet Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia. Eppure, sia per Giuseppe Conte che per Carlo Calenda, a questo punto un esponente di Forza Italia «non può più fare il ministro degli Esteri»: per l’ex premier Conte «il tema sarà posto a Mattarella nel corso delle consultazioni». E pure per Enrico Letta si tratta di parole «gravissime, incompatibili con la nostra collocazione internazionale, il governo sta nascendo sotto il segno della peggiore ambiguità». E alla fine in serata arriva anche una nota dello stesso Berlusconi: «Nessuno può mettere in discussione il mio atlantismo, il mio riferimento costante all’Occidente come sistema di valori, stavo semplicemente riferendo opinioni…». 19 ottobre 2022 (modifica il 19 ottobre 2022 | 22:46) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-19 20:47:00, Il discorso del leader ai parlamentari (che applaudono: ve lo racconto raccomandandovi il massimo riserbo, Marco Galluzzo

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