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Come abbiamo trattato, lo scorso 16 marzo, su proposta del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, è stato integrato l’Atto di indirizzo dell’accordo sottoscritto con i Sindacati lo scorso 10 novembre in tema di aumento delle retribuzioni del personale scolastico. Tale integrazione mette ulteriori 300 milioni di euro circa, stanziati dalla legge di bilancio 2022 sul Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (FMOF), a disposizione della contrattazione tra ARAN e Organizzazioni sindacali per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del comparto Istruzione e Ricerca. Questi 300 mln saranno destinati all’incremento della componente fissa della retribuzione del personale della scuola.
Con queste nuove risorse l’aumento medio degli stipendi, già approvato a fine 2022, salirà da 100 a 124 euro per mensilità.
Nel corso dell’ultimo appuntamento con Tecnica risponde live, ieri, martedì 4 aprile alle 15:30 si è discusso a proposito di aumenti stipendiali per il personale della scuola e di pensioni e previdenza con il responsabile nazionale pensioni e previdenza della Uil Scuola Rua Francesco Sciandrone, il direttore della Tecnica della Scuola Alessandro Giuliani e l’esperto di normativa scolastica Lucio Ficara.
“Sui 300 milioni di euro c’è una trattativa in atto: inizialmente si sarebbero dovuti destinare solo ai docenti ma qualora si dovessero destinare anche agli Ata l’importo medio per i docenti andrebbe a scemare”, ecco cosa ha detto Sciandrone.
Quali aumenti?
Quest’ultimo ha anche fornito un quadro completo dei fondi a disposizione per aumentare la busta paga dei docenti e degli Ata: “Al momento non si può sapere se ci saranno nuovi aumenti. Per quanto riguarda il triennio 2019/2021 è stata definita la parte economica ma non quella normativa. I 300 milioni, diventati 220, avevano una destinazione nel precedente accordo per la valorizzazione del personale docente. Il ministero ha poi liberalizzato la destinazione. Ci sono 100 milioni di euro una tantum per docenti e Ata. Poi anche il 5% che era stato accantonato dal precedente contratto, circa 100 milioni, sono destinati a docenti e Ata. Inoltre ci sono 36,9 milioni con una destinazione precisa: per il personale Ata”.
E qual è la situazione dei pensionati? “Nel mese di dicembre hanno avuto un aumento coloro che sono andati in pensione del 2021 e nel 2022, al contrario di coloro che ci sono andati nel 2019 e nel 2020. Se non c’è un provvedimento che ricostituisca la carriera di queste persone il ricalcolo della pensione non ci sarà. Anche quelli che sono andati in pensione nel 2021 e nel 2022 hanno avuto gli arretrati ma non il ricalcolo della pensione. L’aumento contrattuale si fa su tutto il contratto, mentre l’aumento per il calcolo della buona uscita solo nella somma stanziata nell’anno in cui si è andati in pensione”, ha detto Sciandrone.
Precari e Rpd
Ficara ha invece parlato dei docenti precari, che non hanno avuto tutti un adeguamento ritardato rispetto ai docenti di ruolo: “Ricordiamo che loro non hanno progressione di carriera al momento. Quelli assunti dalle graduatorie di istituto, nel caso di supplenze brevi, non hanno una parte, quella della retribuzione professionale docente (Rpd). Siccome una parte dell’aumento del contratto sarà canalizzato proprio qui e ci sono state delle sentenze che hanno consentito ai precari di avere anche questa retribuzione in ragione dei giorni lavorati”.
Quali consigli si possono dare a chi non ha avuto tutti gli arretrati che spettano? Ecco la risposta di Sciandrone: “Gli arretrati erogati non sono sbagliati, bisogna vedere come è lo sviluppo della carriera di ogni lavoratore, se è cambiata la classe stipendiale. Difficile ci sia stato un errore nell’erogazione degli arretrati”.
Busta paga ridotta in questi mesi per molti docenti: perché?
Ma perché la busta paga di molti docenti è scesa nel mese di marzo? Fino a quando ci sarà questa decurtazione? Sciandrone ha risposto così: “Mentre gli aumenti relativi al 2019, 2020 e 2021 sono andati a tassazione separata, non è la stessa cosa per il 2022, che va a tassazione ordinaria. Avendo ricevuto più soldi nel 2022 si va a debito nel conguaglio fiscale. Questo non dovrebbe essere rateizzato ma si tratterebbe di un’unica soluzione. Ci dovrebbe essere un accordo con il Mef per rateizzare”.
La situazione, in conclusione, non sembra rosea per chi andrà in pensione tra molto tempo: “Gli Ata, andando in pensione, torneranno quasi allo stipendio iniziale. Per i docenti con circa 35 anni di anzianità si parla di 200-300 euro in meno. Più si va avanti nel tempo più aumenta il contributivo e si riduce l’assegno. I giovani che prendono 1800 euro al mese andranno in pensione con 1100 circa. Per questo conviene il Fondo Espero. Sono stati erogati tutti gli aumenti nel 2022. Quando si firmerà il contratto 2022-2024 bisognerà togliere la vacanza contrattuale data nel 2022. Aumenti ad aprile e maggio? No, ma si spera il prima possibile”, ha concluso Sciandrone.
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