Ayuso: «Io premier? Non ora, il futuro della Spagna è di centrodestra»

di Monica Ricci Sargentini

La presidente della comunità di Madrid, nuova stella del Partito Popolare,: «La ricetta è semplice: difendere la libertà, abbassare le tasse, trattare i cittadini da adulti»

«L’Italia, come la Spagna, ha bisogno di un governo forte in grado di attuare riforme strutturali senza dipendere dal sostegno temporaneo di minoranze spesso più preoccupate di giustificare la propria esistenza che del bene comune». Non ha dubbi Isabel Díaz Ayuso, la presidente della Comunidad di Madrid considerata la nuova stella del Partito Popolare, il futuro è di centrodestra. Molto temuta dal premier Sánchez e dai socialisti, la presidente è conosciuta per la determinazione, i toni duri, il sangue freddo e la voglia di sparigliare le carte. Durante la pandemia è stata l’unica in Spagna a rifiutare il lockdown e a chiudere solo i quartieri dove i contagi erano alti: «Abbiamo combattuto il virus, non la libertà e l’economia» spiega in questa intervista al Corriere . Quando si è candidata a guidare anche il Pp a livello regionale a chi le chiedeva se non stava prendendo troppi impegni ha risposto: «Sono una donna, posso fare due cose alla volta».
Oggi Ayuso sarà in Italia per partecipare all’evento «Chiamare le cose con il loro nome», organizzato a Caorle dal mensile Tempi in onore di Luigi Amicone.

È stata una candidata inaspettata nel 2019. Oggi è considerata una dei possibili candidati alla guida del governo spagnolo, la prima donna a ricoprire questa carica. È questa la sua ambizione?
«Il nuovo primo ministro che dovrà guidare la Spagna fuori dalla crisi economica, istituzionale e di prestigio internazionale sarà Alberto Núñez Feijóo, il presidente del Partito Popolare. Madrid è il governo che gli spagnoli si stanno perdendo finché Feijoó non arriverà alla Moncloa, cosa che spero avvenga molto presto. La Comunidad sta per vivere i migliori anni della sua storia e io non posso perdermeli».

Qual è il segreto del suo successo?
«È molto semplice: difendere la libertà in tutte le nostre politiche, trattare i cittadini da adulti, abbassare le tasse perché più persone lavorino e paghino meno, non interferire nelle decisioni di famiglie e aziende e non ostacolare il loro cammino, difendere il merito, lo sforzo delle persone che vogliono farsi carico della propria vita e dei propri progetti».

Lei ha spesso criticato le politiche del governo nazionale e si è distinta per aver chiuso solo quartieri dove i contagi erano alti. Ma i morti nella comunità di Madrid sono stati molti: è stato il prezzo da pagare?
«Abbiamo fatto quello che era necessario per preservare la salute e l’economia di milioni di persone. Abbiamo combattuto il virus, non la libertà e l’economia. Abbiamo lanciato strumenti all’avanguardia nel mondo per analizzare le acque reflue in tutta la regione e sapere esattamente dove aumentare le misure sanitarie come lo screening, usando i migliori test antigenici sul mercato. La maggior parte dei decessi si è verificata nella prima ondata. Dalla seconda ondata in poi, con i nostri mezzi, abbiamo costruito il miglior ospedale pubblico per le pandemie al mondo, l’Enfermera Isabel Zendal, in 100 giorni, abbiamo trasformato gli alberghi in ospedali e abbiamo fatto arrivare 22 aerei con oltre 1.600 tonnellate di materiale sanitario».

Alla fine di giugno il governo ha dato il via libera alla Ley Trans, osteggiata anche dalle femministe del Psoe. Se la legge verrà approvata, a 16 anni sarà possibile cambiare sesso con una semplice dichiarazione. Cosa ne pensa?
«La sinistra sta imponendo misure importanti che non hanno nemmeno il consenso all’interno dei loro partiti. Inoltre, stanno legiferando senza dialogo su questioni che dividono anche le famiglie, i medici e altri esperti. Allo stesso tempo, non si affronta il vero problema dei giovani: la solitudine, è questa la nuova pandemia del XXI secolo, con dipendenze come le droghe e le nuove tecnologie, e meno contatti e stimoli sociali».

Lei è molto apprezzata dagli elettori di Vox quasi quanto da quelli del PP. Ci sono persone che si chiedono qual è la differnza tra lei e un candidato dell’estrema destra?
«A Madrid abbiamo ottenuto un’ampia maggioranza, con voti da sinistra a destra, grazie alle nostre politiche serie e sensate che creano occupazione e prosperità. Questo è garantito solo dal Partito Popolare in Spagna oggi, e da nessun altro. Non spetta a me parlare di altri partiti».

Giorgia Meloni in Italia continua ad aumentare i suoi consensi, che opinione ha della leader di Fratelli d’Italia?
« Non entro nel merito della politica interna di altri Paesi. Ho il massimo rispetto per i criteri dei cittadini italiani, così come chiedo lo stesso rispetto per quello che ogni cittadino della Comunità di Madrid vuole votare… e finora sembra che ci abbiano azzeccato (ride). Spero che lo facciano bene. Quello che credo sia finito, in meglio, è l’aumento della frammentazione e della polarizzazione. L’Italia, come la Spagna, ha bisogno di un governo forte in grado di attuare riforme strutturali senza dipendere dal sostegno temporaneo di minoranze spesso più preoccupate di giustificare la propria esistenza che del bene comune».

Pensa che il Partito Popolare dovrebbe unire le forze con Vox anche a livello nazionale?
«Dopo le ultime elezioni del 4 maggio a Madrid, abbiamo governato da soli, un governo del solo PP, senza bisogno di governi di coalizione, grazie all’ampio sostegno ottenuto alle urne: abbiamo più voti di tutti i partiti di sinistra messi insieme. Anche in Andalusia il PP ha ottenuto una maggioranza che gli consente di governare senza dipendere da altri partiti. E sono convinta che il Partito Popolare governerà presto la Spagna con una maggioranza sufficiente e accetterà sempre l’aiuto di tutti coloro che difendono i valori della democrazia, della libertà, della Costituzione del 1978, dello Stato di diritto e della nostra monarchia parlamentare. Vi ricordo che il presidente Sánchez governa con l’appoggio del braccio politico dell’ETA e dei golpisti filo-indipendentisti della Catalogna».

Il suo governo ha assunto un impegno molto forte nei confronti della maternità? Pensa che questa politica dovrebbe essere estesa a livello nazionale?
«Nessuno in Spagna e praticamente nessuno in Europa sta prestando attenzione a un problema così grave e preoccupante per il nostro futuro come l’inverno demografico… non nascono più bambini e nessun governo sta affrontando questo problema che sta mettendo a rischio il nostro futuro sociale ed economico. Abbiamo approvato un piano ambizioso con 80 misure concrete e un investimento di oltre 4.500 milioni. La conciliazione a Madrid è dimostrata da fatti come il fatto che stiamo iniziando, ora a settembre, il quarto anno scolastico con asili pubblici gratuiti per più di 40.000 famiglie, per esempio. Ma non dobbiamo dimenticare che l’equilibrio tra lavoro e vita privata è una sfida per tutti, amministrazioni, aziende e società civile».

Come vede l’operato della sindaca Ada Colau a Barcellona?
«Barcellona è una grande città che è stata un punto di riferimento internazionale per la sua forza economica, culturale e turistica, ed è evidente che da alcuni anni è appesantita da politiche sbagliate. La Barcellona del 2022 non ha la forza della città emersa dai Giochi Olimpici del 1992; è una città che sta tornando indietro. E questa è una vergogna per i cittadini di Barcellona e anche per quelli di Madrid. Quello che voglio e mi auguro è proprio il contrario, che Barcellona e la Catalogna facciano il meglio possibile perché questo sarà un bene per la Spagna. Con le attuali politiche a Barcellona si incoraggia l’abusivismo, si promuove la turismofobia e non si ha rispetto per i negozianti e gli imprenditori».

16 luglio 2022 (modifica il 16 luglio 2022 | 09:57)

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, 2022-07-17 12:33:00, La presidente della comunità di Madrid, nuova stella del Partito Popolare,: «La ricetta è semplice: difendere la libertà, abbassare le tasse, trattare i cittadini da adulti», Monica Ricci Sargentini

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