di Irene Soave
Il 28 e il 29 gennaio il danzatore dovrebbe andare in scena al Teatro degli Arcimboldi ma le sue posizioni sessiste, razziste e inneggianti a Putin hanno fatto scattare una mobilitazione per disdire l’evento
Per alcuni il pi grande danzatore classico vivente: i paragoni della critica sono con Nurejev e Barishnikov, quasi sempre per accompagnati da aggettivi come controverso, iconoclasta, autodistruttivo, punk. Anche chi non sa cosa sia un pli lo ha gi visto danzare: l’interprete magnetico, diretto da David LaChapelle, del video di Take me to Church, la hit 2015 di Hozier, era lui. Trenta milioni di views. Negli anni ha detto di tutto: i ciccioni vanno schiaffeggiati, le donne sono fuori controllo perch pi nessuno le scopa, Putin la mia luce. Ha sul torace tre tatuaggi del volto del presidente russo ed un sole nero, simbolo runico adottato da Himmler per i pavimenti del suo castello, ma li sta cancellando col laser: Voglio essere pulito. Ci vorranno due anni. Intanto basta annunciare la presenza di Sergei Polunin in un teatro europeo per far partire campagne, petizioni, mobilitazioni.
L’ultimo caso in corso ora a Milano. Classe 1989, nato a Kherson cio nel cuore della guerra che devasta l’Ucraina ma sposato con l’olimpionica russa di danza sul ghiaccio Elena Il’inych, dovrebbe esibirsi il 28 e 29 gennaio, sole date italiane, al Teatro degli Arcimboldi con il balletto Rasputin – Dance Drama. Ma stiamo considerando di cancellare, ammette il direttore Gianmario Longoni. C’ gi un cauto annuncio su Instagram. Formula dubitativa: Pur credendo nella libert di espressione e nell’apoliticit dell’arte, la direzione sta lavorando alla sospensione delle repliche del balletto Rasputin – Dance drama annunciato in cartellone dal dicembre 2019. Da una settimana, sui social e nella casella di posta del teatro (sono arrivate centinaia di messaggi), si moltiplicano i messaggi di protesta: filorusso, omofobo, adoratore di Putin: mandatelo via. Sulla piattaforma Change.org un migliaio di firme raccolte indirizzano un messaggio al sindaco di Milano, Beppe Sala: faccia cancellare lo spettacolo. Il sindaco, contattato dal Corriere, non commenta. La petizione rilanciata da varie associazioni pro-Ucraina in Italia, come Supolka, la rete dei bielorussi nel Paese.
Il direttore degli Arcimboldi, Gianmario Longoni, ha trascorso giorni a difendere il suo cartellone: Lo spettacolo era programmato dal 2019, poi stato spostato pi volte. Polunin sarebbe dovuto venire la primavera scorsa, a guerra gi scoppiata; si infortunato, e lo spettacolo stato cancellato ancora una volta. L’infortunio di aprile era parso provvidenziale. Ma ora abbiamo una sala di biglietti venduti, e per rispetto di chi li ha comprati confermeremmo. Anche il cachet di Polunin gi stato versato, sarebbe un disastro abdicare diceva qualche giorno fa. Anche in nome del dibattito pi d’attualit, gi impostosi quando la Scala aveva annullato una direzione al maestro di Putin Valery Gergiev: ha senso la guerra alla cultura? Anche il Comitato olimpico sta considerando di riammettere gli atleti russi. Polunin tra i pi grandi ballerini al mondo. Non vogliamo pi artisti difficili? Johnny Cash era eroinomane. Sono d’accordo a non ospitare pi quei vetusti comici italiani dalle battute sessiste. Ma questi artisti si possono davvero lasciare a casa?.
Lasciare Polunin a casa, in verit, stato il modus operandi invariabilmente adottato dai pi grandi teatri. Ammesso a 19 anni al Royal Ballet di Londra, se ne era andato a 21 per incompatibilit. L’Opra di Parigi lo ha ingaggiato, nel 2019, per il Lago dei Cigni; lo ha cacciato subito dopo. Suoi spettacoli sono stati cancellati a Berlino e a Praga. Con le date che ancora pu fare in Russia, fa donazioni di beneficienza in favore dell’Armata. Anche a Milano, ora, il cambio di rotta. Detesto considerarlo, ma si pone un problema di ordine pubblico, spiega il direttore degli Arcimboldi, Gianmario Longoni. Riceviamo minacce. Il nostro personale riceve minacce. E se viene, e poi succede qualcosa in sala? La cosa irritante che ci avvenga in nome di un pretesto pacifismo. Vogliono la pace, ma anche zittire chi non la pensa come loro.
23 dicembre 2022 (modifica il 23 dicembre 2022 | 15:09)
© RIPRODUZIONE RISERVATA