«Basta uccidere i pulcini maschi». La richiesta dei ministri dell’Agricoltura

di Alessandro Sala

I titolari dei dicasteri dei diversi Paesi Ue hanno ribadito la necessità di superare la selezione cruenta che avviene spesso negli allevamenti di galline ovaiole

Superare una volta per tutte la pratica delle uccisioni di massa di pulcini maschi nelle operazioni di sessaggio delle galline ovaiole. Detto così suona tecnico. Tradotto in altri termini vuol dire smettere di eliminare per triturazione o in una sorta di camera a gas i piccoli appena nati che non possano essere utili alla produzione di uova. Ovvero se non sono femmine. A chiederlo sono diversi ministri dell’Agricoltura di Stati Ue che hanno avanzato una proposta specifica nei giorni scorsi a Bruxelles, in occasione dell’ultimo consiglio Agrifish. La nota è stata avanzata da Germania e Francia e sostenuta da Austria, Belgio, Cipro, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo e Portogallo. Manca l’Italia, ma il nostro Paese, assieme ai due proponenti e ad Austria e Lussemburgo, ha già normato il divieto di uccisione sistematica dei pulcini maschi. E in quei giorni il nostro governo era a operatività limitata, con i ministri di Draghi in uscita e quelli di Meloni ancora in panchina.

La proposta di francesi e tedeschi prevede di rendere obbligatoria ovunque, nella Ue, l’eliminazione graduale degli abbattimenti di massa dei maschietti improduttivi. Esistono infatti oggi nuovi metodi che permettono di determinare il sesso del nascituro già nell’uovo («in ovo sexing») evitando una pratica cruenta che viene tuttavia considerata la più rapida e indolore per l’eliminazione di milioni di pulcini ogni anno. La domanda che molti si pongono è perché i polletti non possano essere lasciati in vita e cresciuti per poi essere consumati come carne. E la risposta è che gli esemplari di ovaiola non sono considerati adatti a questo scopo, essendo più piccoli e crescendo meno rapidamente dalla varietà Broiler, il classico pollo da allevamento industriale che garantisce dimensioni maggiori e tempi di sviluppo più veloci, e quindi maggiori guadagni.

La richiesta di abolire questa pratica a livello europeo era già stata presentata nel luglio 2021. Ora viene ripresentata anche con l’intento di uniformare le metodologie produttive, non solo per motivazioni di tipo etico ma anche per mettere tutte le aziende europee nelle stesse condizioni e garantire una corretta concorrenza. Non solo. Dai ministri è arrivata anche la proposta di estendere il divieto di commercializzare nel territorio comunitario uova provenienti da aziende extra-Ue che continuino a praticare l’eliminazione selettiva dei pulcini, altrimenti sarebbe una beffa per gli operatori europei, e di destinare adeguati fondi per aiutare le aziende ad attuare la transizione.

In Italia il divieto era stato sostenuto nel luglio 2022 da una campagna di Animal Equality e da una proposta della deputata M5S Francesca Galizia. Lo stop definitivo al ricorso a questa pratica è stato fissato nel 2026, per dare modo alle aziende agricole di adeguarsi. Il Commissario europeo per la sicurezza alimentare Stella Kyriakides ha definito l’uccisione dei pulcini di un giorno un «fenomeno inquietante», suggerendo che la proposta di un divieto europeo dell’uccisione di questi animali potrebbe rientrare nella prossima revisione della legislazione europea sul benessere animale.

«L’Unione europea ha bisogno di un progetto ambizioso che ponga fine all’uccisione sistematica, inutile e crudele di milioni di pulcini maschi ogni anno — sottolinea Alice Trombetta, direttrice di Animal Equality Italia— . Si tratta di un intervento che, oltre a evitare la sofferenza di questi animali indifesi, esprime in modo chiaro un messaggio all’industria delle uova e all’intero comparto alimentare: i cittadini non intendono più tollerare lo sfruttamento estremo inferto agli animali usati per la produzione alimentare a vantaggio del profitto di un’industria che non rispetta tutti gli individui».

23 ottobre 2022 (modifica il 24 ottobre 2022 | 17:14)

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, 2022-10-24 15:17:00, I titolari dei dicasteri dei diversi Paesi Ue hanno ribadito la necessità di superare la selezione cruenta che avviene spesso negli allevamenti di galline ovaiole , Alessandro Sala

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