Battersi contro la spesa storica

l’editoriale Mezzogiorno, 21 settembre 2022 – 08:19 I diritti e le risorse per il Sud di Pasquale Pellegrini È necessario riflettere attentamente e non abbandonarsi all’istinto di disertare le urne. In questa campagna elettorale anomala per il periodo e il contesto storico in cui si sta svolgendo, il rischio che il Sud sia ulteriormente penalizzato è serio. Di questo, però, si sta parlando poco. Il Mezzogiorno è un tema accantonato, nei programmi elettorali se ne parla marginalmente e senza molta convinzione, tranne qualche eccezione. Sembrerebbe che per alcuni partiti sia un problema risolto e per altri irrisolvibile. Sta di fatto, però, che contro il Sud la destra, in particolare la Lega, sembra essere piuttosto agguerrita. Nel programma elettorale della destra, con un linguaggio piuttosto burocratico, c’è il disegno di un Italia che dev’essere divisa tra ricchi e poveri, tra chi sa fare meglio e chi è da considerare assistito. Il punto tre del programma prevede, infatti, di «attuare il percorso già avviato per il riconoscimento delle Autonomie ai sensi dell’art. 116, comma 3 della Costituzione, garantendo tutti i meccanismi di perequazione previsti dall’art. 119 della Costituzione» e di dare «piena attuazione della legge sul federalismo fiscale». La destra punta senza ombra di dubbio sull’autonomia differenziata o regionalismo rafforzato che dir si voglia, formula più soft della secessione del Nord invocata in passato da Umberto Bossi. Un’idea non nuova, su cui da alcuni anni si andavano esercitando i vari ministri per gli Affari regionali. Da ultimo, nel governo Draghi, Mariastella Gelmini. Poco o nulla, evidentemente, ha insegnato la débâcle della sanità lombarda di fronte al Covid. Un Paese così lungo come l’Italia con evidenti differenze economiche, dettate soprattutto dalla diversità della natura dei territori, può permettersi di lasciare qualche zona indietro? In teoria tutti dicono di no, in pratica è altra cosa e il programma della destra tende plasticamente a dimostrarlo. Tuttavia, se proprio si vuole proseguire su questa scia, sarebbe giusto iniziare con il perequare le risorse che, meccanismi distorti di ripartizione, la famigerata spesa storica, in tanti anni, hanno drenato verso il Nord penalizzando il Sud. È ampiamente dimostrato che la spesa storica non ha garantito standard di diritti fondamentali uguali sul territorio nazionale come richiede la Costituzione. In questo contesto, votare è più che mai necessario e dal voto dei pugliesi e degli elettori del Mezzogiorno dovrebbe emergere con inequivoca chiarezza il Paese che vogliamo: unito, solidale e attento ai giovani. 21 settembre 2022 | 08:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-21 06:19:00, I diritti e le risorse per il Sud,

Pietro Guerra

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