di Renato Franco
Sul target commerciale le reti di Cologno Monzese hanno superato nelle 24 ore la Rai, con il 40,9% di share (rispetto al 30,7% di viale Mazzini)
«Siamo diventati ancora più forti dal punto di vista degli ascolti, centrando risultati che hanno dello straordinario»: la soddisfazione di Pier Silvio Berlusconi, ad di Mediaset, si misura in numeri: sul target commerciale (15-64 anni) le reti di Cologno Monzese hanno superato nelle 24 ore la Rai, con il 40,9% di share (dal 4 settembre al 5 novembre) rispetto al 30,7% di viale Mazzini. Sorpasso storico e di misura, anche sul totale individui sia nel totale giornata sia in prima serata dove Canale 5 e le sue sorelle arrivano al 37,7% mentre Rai1 & co si fermano al 37,2%. «Risultati davvero ottimi nonostante il periodo tostissimo legato all’aumento dei tassi di interesse e al caro energia».
Non solo ascolti, Pier Silvio Berlusconi chiede anche che il nuovo governo tenga in maggior considerazione l’editoria nazionale «per farci almeno lavorare con parità di condizioni rispetto ai mostri del web, big tech, Over the top, che hanno un livello di tasse regolato a livello europeo ben più vantaggioso rispetto alle aziende italiane. Non chiediamo di essere avvantaggiati, ma almeno di non essere svantaggiati».
Berlusconi jr. tira anche una stoccata alla Rai che si è assicurata i Mondiali in Qatar: «Avevamo fatto un’offerta, buttando il cuore oltre l’ostacolo, ma la cifra che ha proposto la Rai era esagerata. Da cittadino mi pongo la domanda: che senso ha spendere 200 milioni di diritti più i costi di produzione? È servizio pubblico? Qualcuno può pensare che le partite non sarebbero state visibili e per la maggior parte gratuitamente? Con la differenza che i soldi sarebbero stati spesi da aziende private e non da un’azienda pubblica che vive con il contributo di noi italiani».
L’ad di Mediaset non si sottrae alla domanda inevitabile sul suicidio (dopo un servizio delle Iene) dell’uomo che si era finto donna in una chat che aveva portato un ragazzo a togliersi a sua volta la vita: «È una vicenda che tocca da vicino la mia sensibilità: noi facciamo una tv che si occupa di tutti i temi, anche di cronaca, e nel farlo capita di andare oltre ciò che è editorialmente giusto. È una cosa che non deve più succedere: penso che dovremo alzare ulteriormente il livello di attenzione e sensibilità. Penso che dire basta a un certo tipo di giornalismo sarebbe come tornare indietro invece che andare avanti. Ma il punto è come viene fatto. Le Iene sono un programma fatto da signori professionisti, Parenti è bravo. Ma è una questione di sensibilità personale: da editore dico che quella cosa lì non mi è piaciuta. Capita, ma bisogna tenere alto il livello di guardia».
10 novembre 2022 (modifica il 10 novembre 2022 | 19:54)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-11-10 19:24:00,
di Renato Franco
Sul target commerciale le reti di Cologno Monzese hanno superato nelle 24 ore la Rai, con il 40,9% di share (rispetto al 30,7% di viale Mazzini)
«Siamo diventati ancora più forti dal punto di vista degli ascolti, centrando risultati che hanno dello straordinario»: la soddisfazione di Pier Silvio Berlusconi, ad di Mediaset, si misura in numeri: sul target commerciale (15-64 anni) le reti di Cologno Monzese hanno superato nelle 24 ore la Rai, con il 40,9% di share (dal 4 settembre al 5 novembre) rispetto al 30,7% di viale Mazzini. Sorpasso storico e di misura, anche sul totale individui sia nel totale giornata sia in prima serata dove Canale 5 e le sue sorelle arrivano al 37,7% mentre Rai1 & co si fermano al 37,2%. «Risultati davvero ottimi nonostante il periodo tostissimo legato all’aumento dei tassi di interesse e al caro energia».
Non solo ascolti, Pier Silvio Berlusconi chiede anche che il nuovo governo tenga in maggior considerazione l’editoria nazionale «per farci almeno lavorare con parità di condizioni rispetto ai mostri del web, big tech, Over the top, che hanno un livello di tasse regolato a livello europeo ben più vantaggioso rispetto alle aziende italiane. Non chiediamo di essere avvantaggiati, ma almeno di non essere svantaggiati».
Berlusconi jr. tira anche una stoccata alla Rai che si è assicurata i Mondiali in Qatar: «Avevamo fatto un’offerta, buttando il cuore oltre l’ostacolo, ma la cifra che ha proposto la Rai era esagerata. Da cittadino mi pongo la domanda: che senso ha spendere 200 milioni di diritti più i costi di produzione? È servizio pubblico? Qualcuno può pensare che le partite non sarebbero state visibili e per la maggior parte gratuitamente? Con la differenza che i soldi sarebbero stati spesi da aziende private e non da un’azienda pubblica che vive con il contributo di noi italiani».
L’ad di Mediaset non si sottrae alla domanda inevitabile sul suicidio (dopo un servizio delle Iene) dell’uomo che si era finto donna in una chat che aveva portato un ragazzo a togliersi a sua volta la vita: «È una vicenda che tocca da vicino la mia sensibilità: noi facciamo una tv che si occupa di tutti i temi, anche di cronaca, e nel farlo capita di andare oltre ciò che è editorialmente giusto. È una cosa che non deve più succedere: penso che dovremo alzare ulteriormente il livello di attenzione e sensibilità. Penso che dire basta a un certo tipo di giornalismo sarebbe come tornare indietro invece che andare avanti. Ma il punto è come viene fatto. Le Iene sono un programma fatto da signori professionisti, Parenti è bravo. Ma è una questione di sensibilità personale: da editore dico che quella cosa lì non mi è piaciuta. Capita, ma bisogna tenere alto il livello di guardia».
10 novembre 2022 (modifica il 10 novembre 2022 | 19:54)
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, Renato Franco