Bicocca, i progetti sostenibili: dalle «nanospugne» al legno doc

di Federica Cavadini

Raccolta fondi dell’Ateneo, finanziate quattro proposte di giovani ricercatori: 39 mila euro per ambiente e territorio. La rettrice Iannantuoni: «Scienza partecipata per far conoscere il lavoro in università».

Creare materiali ad alta tecnologia in grado di intrappolare l’anidiride carbonica riutilizzando polistirolo di scarto. L’idea è di un gruppo di giovani ricercatori dell’università Bicocca che hanno ottenuto il finanziamento che serviva nell’ultima campagna di raccolta fondi lanciata dall’università. Obiettivo raggiunto, per loro come per il gruppo che ha presentato un progetto per tracciare il materiale legnoso che viene utilizzato nelle centrali a biomasse creando un registro digitale condiviso. E per un terzo team che ha pensato a una «green escape room» per ragazzi. I progetti su sostenibilità e ambiente presentati dai ricercatori di Bicocca hanno raccolto anche più della quota prevista. Donazioni di singoli cittadini, o consegnate da reti di crowdfunding.

Con il finanziamento diffuso sono arrivati 39 mila euro per le quattro proposte presentate in aprile, su ambiente e territorio, compreso il progetto per un doposcuola a San Siro. La campagna è chiusa dalla fine di giugno e in ateneo hanno presentato i risultati nei giorni scorsi. Traguardo superato per i quattro ricercatori, dottorandi e laureati, che nel dipartimento di Scienza dei Materiali hanno ideato Pore Up. «Progetto per un futuro più sostenibile, per la lotta al cambiamento climatico — dice Jacopo Perego, coordinatore del gruppo —. Nei laboratori di Bicocca sviluppiamo nuovi materiali nanoporosi. Possiamo creare “nanospugne” con cavità piccolissime, nell’ordine di un miliardesimo di metro, in grado di catturare anidride carbonica, principale responsabile dell’effetto serra. E ci arriveremo trasformando materie plastiche di scarto, riducendo i rifiuti». E sottolinea: «È uno dei primi esempi di progetti di ricerca pura finanziato con crowdfunding. Documenteremo i progressi sui social».

Ha raggiunto l’obiettivo anche il gruppo che ha chiesto donazioni per il progetto Truciolo. «Puntiamo a ottenere energia eco-sostenibile dagli alberi — spiega Alberto Leporati, professore di Informatica e coordinatore dello studio —: possiamo tracciare il materiale legnoso utilizzato nelle centrali a biomasse realizzando una blockchain che funge da notaio digitale e permette di memorizzare in maniera sicura e inalterabile le informazioni su provenienza e lavorazione, dati che tutti possono consultare, e verificare che il legno arrivi da fonti legittime».

Un’altra proposta è arrivata da un gruppo di ex studenti del master di Comunicazione della Scienza. «Escape room sulla sostenibilità per ragazzi dai 9 ai 12 anni, aprirà nella biblioteca ad Arese, entro la fine dell’anno», ha spiegato Riccardo Lucentini, leader del team. A Bicocca ha presentato un bilancio la rettrice Giovanna Iannantuoni : «Abbiamo avviato la prima campagne di raccolta fondi nel 2018, l’impatto è significativo, i partecipanti sono stati più di duemila, e questo programma di “scienza partecipata” è anche un modo per far conoscere la ricerca che si fa in università».

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10 luglio 2022 (modifica il 10 luglio 2022 | 14:15)

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