Biden lancia l’allarme delle elezioni di midterm: «L’America rischia il caos»

di Giuseppe Sarcina

Il presidente: «Alle elezioni è in gioco la democrazia». Già formato il comitato per la sua ricandidatura nel 2024

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON —
L’America rischia di «precipitare nel caos». Le elezioni di midterm dell’8 novembre sono diverse da tutte le altre: «Questa volta è in gioco la stessa democrazia». Joe Biden alza al massimo il volume della sua campagna elettorale, provando a ribaltare il trend che sembra favorevole ai repubblicani.

Ma queste parole, pronunciate mercoledì sera, 2 novembre, al Columbus club di Washington, preparano il terreno alla prossima mossa: Biden si ricandiderà per il secondo mandato, nel 2024. In diverse occasioni il presidente aveva fatto capire che avrebbe annunciato la sua decisione dopo l’appuntamento con le urne della prossima settimana. In realtà ha già formato il suo comitato elettorale, affidandolo a Jen O’Malley Dillon, la vice del capo staff della Casa Bianca, Ron Klain. Jen, 47 anni, ha guidato la campagna di Biden nel 2020, dopo aver provato a fare decollare la candidatura nelle primarie democratiche dell’ex deputato texano Beto O’ Rourke.

Salvo sorprese, la mossa di Biden, 80 anni il 20 novembre, dovrebbe mettere automaticamente fuori gioco i potenziali pretendenti della vasta area di centro del partito democratico, a cominciare dalla vicepresidente Kamala Harris. Più aperto, invece, lo scenario alla sinistra del partito. Il Senatore Bernie Sanders, 81 anni, starebbe considerando di sfidare di nuovo, e sarebbe la terza volta, il rappresentante dell’establishment progressista. Vedremo se nei prossimi mesi si faranno avanti anche forze fresche.

Sull’altro fronte, invece, si aspetta solo l’annuncio formale di Donald Trump, che potrebbe trovare avversari difficili già nelle primarie repubblicane, come il governatore della Florida, Ron DeSantis.

Al momento, quindi, lo scenario più probabile è quello di un nuovo scontro tra Biden e Trump. Ecco allora il presidente in carica attaccare su tutta la linea il suo predecessore. Trump è il responsabile diretto, il mandante morale dell’ondata di minacce, di violenze che sta investendo la politica americana. Biden ha richiamato l’assalto con il martello a Paul Pelosi e naturalmente i tumulti del 6 gennaio: «La democrazia americana è sotto assedio perché l’ex presidente sconfitto rifiuta di accettare il risultato del 2020… Questa “Grande bugia” è alla base delle violenze e delle intimidazioni degli ultimi due anni».

Un recente sondaggio condotto da «Common Good» con l’«Emerson College Polling» segnala come per un terzo degli americani «la violenza politica sia talvolta giustificata». Biden, però, è convinto che «per la stragrande maggioranza dei cittadini non ci debba essere spazio» per soprusi, prepotenze, illegalità. Il problema, però, è che i trumpiani di «Maga» (Make America great again»), pur essendo in minoranza, costituiscono «la forza trainante» del partito repubblicano. Alle prossime elezioni si presentano «più di 300 candidati» che propagano la «Grande bugia». E Biden teme che, nel caso, non riconosceranno neanche la propria sconfitta, seminando «caos e discordia». Conclusione: «La battaglia in cui ci troviamo è una battaglia per la democrazia, per l’anima dell’America».

3 novembre 2022 (modifica il 3 novembre 2022 | 22:28)

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