Bilancio, manovra da 30 miliardi. Slitta  a gennaio il tetto a cinque mila euro Aiuti per le bollette, all’energia 21 miliardi

conti pubblici

di Andrea Ducci e Fabio Savelli17 nov 2022

La prima manovra del governo Meloni comincia a prendere forma. A determinare il perimetro della legge di Bilancio sono due fattori. Il primo è la scarsità di tempo: l’esecutivo è in carica da poche settimane poiché le elezioni, per la prima volta nella storia repubblicana, si sono svolte in autunno. Il secondo fattore è la scelta di destinare la «dote» di 21 miliardi di euro, ottenuta tramite il deficit aggiuntivo, esclusivamente alle misure contro il caro bollette. Tanto che la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, hanno ripetutamente spiegato che tutte le altre misure contenute nella manovra dovranno essere coperte con maggiori introiti o tagli di spesa.

In totale il provvedimento dovrebbe prevedere interventi per un valore di circa 33 miliardi, ma solo se Bruxelles autorizzerà l’uso dei fondi strutturali, altrimenti si fermerà intorno a quota 30 miliardi. A disposizione per le numerose misure annunciate in campagna elettorale ci saranno, insomma, poco più di 10 miliardi, una dotazione che impone al governo di introdurre con gradualità quanto annunciato. Ci sarà, per esempio, la flat tax, ma limitandola alle partite iva con ricavi fino a 85 mila euro. Sul fronte delle pensioni, in attesa di una riforma strutturale, è attesa una soluzione ponte con quota 41 (gli anni di contributi) e 62 anni di età come requisiti per lasciare il lavoro nel 2023.

Alcuni interventi a lungo rivendicati, come la stretta sul reddito di cittadinanza, si tradurranno nell’esclusione temporanea degli abili al lavoro che rifiutano un impiego. E l’atteso taglio del cuneo fiscale fino a 5 punti in una proroga della riduzione di due punti per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 35 mila euro. Una prospettiva che non entusiasma il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi: «Se il taglio al cuneo fiscale sarà inferiore a quello che ci attendiamo perché tutte le risorse saranno messe a disposizione per fronteggiare il caro energia saremo d’accordo, ma se invece si metterà mano a nuovi prepensionamenti saremo inflessibili. Basta prepensionamenti per fini elettorali». Un messaggio corredato dalla constatazione che nella manovra «manca una visione sul mondo del lavoro».

A connotare la legge di Bilancio saranno le misure volute dal centrodestra per una tregua fiscale. A partire dall’ampliamento a 5 mila euro del tetto al contante, già incluso nel Dl Aiuti quater e poi cancellato, perché ritenuto non urgente e, dunque, non inseribile in un decreto legge. Nel piano sono inclusi sia una nuova edizione della rottamazione delle cartelle sia la voluntary disclosure. Quest’ultima misura dovrebbe garantire, sebbene una tantum, un paio di miliardi con l’avvertenza del ministero dell’Economia che «nessun condono di carattere penale troverà posto nella manovra». Nel capitolo coperture il governo prevede anche una rimodulazione dell’imposta sugli extra-profitti delle società energetiche, puntando a recuperare 4-5 miliardi. Un altro miliardo potrebbe provenire, come detto, da una revisione del reddito di cittadinanza. La parte residua deriverebbe dai risparmi di spesa: nei ministeri i tagli saranno di 800 milioni nel 2023 e di 2,7 miliardi nel biennio successivo.

L’ultimo capitolo è dedicato al Ponte sullo Stretto. L’infrastruttura annunciata infinite volte dovrebbe ripartire rianimando la società Stretto di Messina Spa, tra i cui soci figurano le regioni Sicilia e Calabria, Anas e Rfi. Sono pendenti contenziosi e penali per circa 700 milioni di euro, ma un decreto potrebbe sterilizzarli e consentire il riavvio dell’operatività. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, assicura: «In un paio di anni possono cominciare i lavori».

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, 2022-11-17 23:03:00, La misura esce dal dl Aiuti: sarà in vigore da gennaio . Salvini: Ponte sullo Stretto, in 2 anni l’avvio dei lavori, Andrea Ducci e Fabio Savelli

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