Blocco informatico per 12 ore, paralisi nei cieli degli Stati Uniti

di Leonard Berberi

Cancellati oltre 1.200 voli, in ritardo altri 8mila, almeno 150mila passeggeri hanno rinunciato al viaggio. Escluso al momento un cyber attacco.

A un certo punto, marted sera, i voli notturni li hanno fatti decollare trasmettendo i bollettini via telefono, cosa che non accadeva da anni. Nella speranza, vana, che il sistema si sarebbe intanto ripreso. Cos non stato. E mercoled mattina, con un impatto quasi identico a quello dell’11 settembre 2001, le autorit americane hanno fermato tutti i voli nazionali in partenza .

La decisione della Federal aviation administration — l’agenzia del Dipartimento dei Trasporti statunitense che regola il trasporto aereo — stata presa alle 6.20 di mattina, ora di Washington (le 12.20 in Italia) dopo il blocco informatico durato quasi dodici ore al sistema di trasmissione digitale dei Notice to air missions (Notams): sono i bollettini con tutte le informazioni fondamentali per i piloti come la situazione negli aeroporti (dalla condizione delle piste fino alle ondate di maltempo) e negli spazi aerei. Alle 8.15 la Faa ha dato l’ok al decollo dei primi aerei a New York e Atlanta, ripristinando poi gradualmente tutta la connettivit dalle 8.50. Qualche ore dopo stato il sistema canadese ad avere difficolt di trasmissione dei bollettini.

Secondo la piattaforma FlightAware oltre 1.200 voli sono stati cancellati mercoled negli Usa e altri ottomila hanno subito ritardi su poco pi di 21 mila decolli programmati, stando ai calcoli di Cirium. Si stima che almeno 150 mila passeggeri abbiano dovuto rinunciare al viaggio e altri 960 mila siano arrivati qualche ora dopo a destinazione.

La Casa Bianca ha escluso per ora un cyber attacco, ma il presidente Joe Biden ha chiesto di fare luce sulle cause che secondo gli esperti del settore nel passato aveva riguardato piccole aree, mai l’intero Paese. Dobbiamo capire come sia stato possibile tutto questo, ha detto alla Cnn il segretario dei Trasporti Pete Buttigieg che si difeso dalle critiche di fermare i collegamenti e ha bloccato ogni tentativo di chiedere un risarcimenti alla Faa per i disagi.

Sotto accusa per ora finisce l’infrastruttura digitale della Faa. Secondo il personale navigante e i capi delle operazioni di diverse compagnie aeree la piattaforma di base che gestisce il flusso informatico dell’agenzia statunitense non solo datata, ma anche appesantita dall’aggiunta di altre interfacce che spesso funzionano su sistemi differenti (e pi aggiornati) di quello centrale che opera su server giudicati troppo vecchi.

I primi problemi, ricostruiscono dalla Faa, sono iniziati alle 8.28 di marted sera (le 2.28 di mercoled mattina in Italia) quando non era pi possibile immettere nuovi Notam (che hanno cambiato il nome da Notice to airmen a Notice to air missions) o modificare quelli gi inseriti. A quel punto si tornati all’era pre-digitale, chiamando ogni singola aviolinea e fornendo loro le indicazioni. Ma alle prime ore del mattino, con centinaia di decolli previsti ogni cinque minuti dagli aeroporti del Paese, i tecnici della Faa si sono arresi e hanno deciso di fermare le operazioni. I voli sanitari e quelli militari non hanno avuto restrizioni. Cos come non hanno avuto problemi gli aerei partiti dall’Europa e diretti negli Usa, come confermano al Corriere da Ita Airways.

Per i cieli americani stata un’altra giornata complicata. E a meno di un mese dopo la dbcle dello scorso dicembre — oltre 20 mila voli cancellati in pochi giorni per il maltempo e il caos delle operazioni — che costata alla sola low cost Southwest Airlines almeno 800 milioni di dollari.

11 gennaio 2023 (modifica il 11 gennaio 2023 | 23:09)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version