di Paola De Carolis
Il cantante irlandese: «Io minacciato perché con gli U2 cantavo la pace. Anche la destra americana voleva uccidermi»
Un tour che parte da New York e tocca il Regno Unito, l’Irlanda, la Germania, la Francia, la Spagna, non per un disco, ma un’autobiografia. Bono, cantante degli U2, musicista e attivista noto in tutto il mondo, ha affidato la sua storia alle pagine di un libro, Surrender, 40 songs, one story, un volume che uscirà solo tra qualche settimana ma per il quale il pubblico si è già mobilitato. Il primo assaggio, al festival letterario di Chelthenham, lascia intravedere un testo ricco di dettagli in parte inediti, tra cui le minacce contro l’autore, la moglie e i figli da parte dell’Ira, della mafia irlandese e dell’estrema destra americana. Gerry Adams, ex leader dello Sinn Fein, fomentò secondo Bono la rabbia contro il cantante e il gruppo per via della loro opposizione alla violenza e «ai paramilitari di qualsiasi tipo».
Disse che Bono «puzzava» e che la sua determinazione a difendere un approccio pacifico «era costato all’Ira importanti finanziamenti negli Usa». La sezione antiterrorismo delle forze dell’ordine informò il musicista che la moglie Ali Hewson era l’obiettivo più probabile di possibili rappresaglie, un fatto che — ha precisato Bono — «prendo ancora male». Negli anni ’90, inoltre, il cantante venne a sapere che «un famoso boss mafioso di Dublino» stava progettando di rapire le sue due figlie, che la sua casa era stata sotto osservazione per diversi mesi.
Il momento in cui temette di morire, però, risale al decennio precedente, quando, in Arizona, Bono si era espresso contro l’allora governatore che ostacolava la giornata in memoria di Martin Luther King.
Lì gli arrivò una minaccia precisa: «Se Bono canta i versi sull’assassinio di King non arriverà a fine canzone». Il brano era Pride e, dopo qualche titubanza, Bono si inginocchiò «per cantare le parole chiave: i colpi rimbombarono nel cielo di Memphis, libero alla fine, hanno preso la tua vita, non potevano prendere il tuo orgoglio». «Capii immediatamente la gravità del momento e chiusi gli occhi», scrive nel libro. Quando li riaprì, constatando di essere ancora vivo, si accorse di non poter vedere il pubblico: «Adam Clayton (bassista degli U2) era in piedi di fronte a me e lo era stato per l’intera strofa».
Attivista per la cancellazione del debito del mondo in via di sviluppo e per la distribuzione dei medicinali contro l’Hiv in Africa, Bono ha avuto modo nel corso di una lunga carriera di incontrare politici e persone di grande influenza: a papa Giovanni Paolo II fece provare i suoi occhiali da sole mentre con George W. Bush dovette scusarsi per essersi arrabbiato, aver alzato la voce e in generale per essersi comportato come «una rockstar eccessivamente zelante».
Nel 2002 Mikhail Gorbaciov andò a trovarlo nella casa di Dublino dove incontrò Anna, la figlioccia della moglie di Bono, nata con gravi handicap per via del disastro di Chernobyl. Gorbaciov gli disse che l’incidente nucleare nel 1986 rappresentava il momento in cui capì che l’Unione Sovietica era finita. «Se — gli spiegò — lo Stato non può controllare una centrale nucleare allora lo Stato è kaput».
17 ottobre 2022 (modifica il 17 ottobre 2022 | 22:07)
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, 2022-10-17 20:15:00, Il cantante irlandese: «Io minacciato perché con gli U2 cantavo la pace. Anche la destra americana voleva uccidermi» , Paola De Carolis