Boranga e il doping nel calcio: Ho visto calciatori prendere valanghe di Micoren

di Redazione Sport

L’ex portiere poi medico racconta gli anni in cui i calciatori assumevano farmaci senza controllo: Spesso erano anche le societ che spingevano affinch venisse dato ”qualcosina” agli atleti

Lamberto Boranga oggi ha 80 anni. La serie A in cui giocava lui (siamo negli anni 60 e 70) era decisamente meno totalizzante di quella di oggi e gli lasciava un po’ di tempo anche di studiare. E cos, tra un allenamento e una partita, il portiere umbro riusc a laurearsi in Biologia e in Medicina e poi divent medico sociale di diverse societ di calcio. Nel 2005 denunci il sempre pi frequente uso di cocaina nel mondo del calcio, sostenendo la necessit di test tricologici per individuare la sostanza nel corpo di chi l’aveva assunta. Oggi, dopo la morte di Luca Vialli e le preoccupazioni sulle sostanze assunte in passato sollevate da diversi ex calciatori — da Dino Baggio a Marco Tardelli, da Florin Raducioiu a Massimo Brambati — in un’intervista a Open spiega che ai nostri tempi si prendevano in continuazione pasticchine e pasticcone. Era normale che il medico le prescrivesse: molte aumentavano la concentrazione durante la partita, la voglia di giocare, la spinta per correre. Tutto questo a un portiere come me specialmente faceva benissimo. Ma non sto parlando ancora di anabolizzanti, era il periodo poco prima.

Uno dei farmaci pi utilizzati, come ribadito anche dagli altri ex calciatori, era il Micoren (un analettico respiratorio, in grado appunto di aumentare l’atto respiratorio), poi inserito nell’elenco dei farmaci vietati. Alcuni giocatori prendevano anche 10 pasticche tutte insieme. Sta l il punto. Se fai una terapia con l’aspirina e ne prendi un grammo, non subisci conseguenze, non avrai emorragie gastriche e cose simili, se ne prendi dieci sar invece molto probabile. Di Micoren c’erano anche le gocce, se ne mettevano 10 sulla zolletta di zucchero. Il problema anche l che molti calciatori ne prendevano oltre 20 e 30. Quando giocavo a Brescia ho visto compagni che ne prendevano una valanga. Un utilizzo smodato che pu avere effetti nocivi anche dal punto di vista epatico e del pancreas.

Determinante era dunque il ruolo di medici e preparatori atletici, un ruolo comunque molto diverso rispetto agli staff attuali: Alla base c’era l’incapacit del medico di tenere sotto controllo la situazione. Poi erano gli stessi calciatori che una volta percepiti gli effetti positivi di dosaggi standard sceglievano di prendere quantit del tutto arbitrarie e non certo al ribasso. Il medico viene nello spogliatoio, ti dice “questo ti fa bene”, tu sei spesso ignorante, non hai un approccio di verifica anche delle controindicazioni e quindi assumi fin quanto pensi ti faccia bene. Ma in molti casi c’ da dire che erano i preparatori atletici il reale problema.

E le societ erano colluse, anzi, secondo Boranga, spingevano perch medici e preparatori facessero assumere queste sostanze ai calciatori: Spesso erano le prime a spingere affinch venisse dato “qualcosina” agli atleti. “Questi ragazzi li vedo un po’ spenti, diamogli qualcosa”, era una delle frasi pi tipiche. Un ragionamento banale direi ma purtroppo alla base della distribuzione dei farmaci.

L’ex portiere spiega di aver sempre rispettato le corrette dosi e di non essere particolarmente preoccupato per gli effetti (Sono arrivato a 80 anni). Ma racconta anche di quella volta in cui esager: Con la pemolina s, ricordo che dovevo dare un esame in universit, nel periodo in cui giocavo ancora. Mi serviva molta concentrazione. Quella volta mi sono bombardato nella maniera pi sbagliata. Dopo poco ho percepito una tachicardia molto forte, ricordo di aver raggiunto la stanza di mio fratello medico a carponi. Ma il mio stato un errore del tutto sporadico. Se fatto in modo costante certamente i danni rischiano di essere altri. L’abuso di sostanze nocivo e chi l’ha fatto non pu escludere conseguenze. Anche se mi permetta di ricordare che molti dei calciatori che smettono di giocare terminano anche di condurre una vita sana in fatto di alimentazione, allenamento e riposo. Fumo, cibo cattivo e vita sregolata non possono essere elementi da trascurare quando parliamo soprattutto di tumori.

23 gennaio 2023 (modifica il 23 gennaio 2023 | 15:18)

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