Boris Johnson cerca casa: per ora è senza fissa dimora. E Carrie studia il grande ritorno

di Luigi Ippolito

Ora si guarda al futuro della coppia: lui scriverà di Shakespeare, un memoriale, guadagnerà con i discorsi a pagamento. Lei, soprannominata Lady Macbeth, è ambiziosissima

dal nostro corrispondente
LONDRA — Tecnicamente, è un senzatetto. Nel senso che Boris Johnson, una volta che si sarà deciso a sloggiare da Downing Street, non ha un posto dove andare. È un ex premier senza fissa dimora. In realtà una residenza ce l’avrebbe, nell’Oxfordshire, ma è affittata a lungo termine: perché lui pensava di fare il primo ministro per almeno un decennio. E l’appartementino della moglie Carrie a Londra è troppo piccolo per una famiglia con due bambini. Quindi, prima di fare le valigie definitivamente, Boris dovrà preoccuparsi di trovare una casa in affitto.

Lui non si è mai dato troppo da fare per accumulare beni materiali, anche perché negli ultimi anni viveva praticamente a spese dello Stato: non ha neppure una macchina sua, tanto c’era l’auto blu con l’autista. Ma sono tutti problemi che si risolveranno presto. Infatti, come ogni altro ex capo di governo, Johnson ha una lucrosa carriera davanti: soprattutto lui, circondato com’è da un’aura da celebrity. E probabilmente, da questo punto di vista, la sua cacciata dal governo è un sollievo: perché si raccontava che Boris fosse ossessionato dal dilemma dei soldi, ridotto com’era in bancarotta a causa di un divorzio costosissimo dalla sua seconda moglie e da tutti i figli, legittimi e non, che è costretto a mantenere.

Questioni che presto saranno alle spalle. Johnson sicuramente otterrà lauti anticipi per scrivere libri (stava già lavorando a un volume su Shakespeare) e tutti sono convinti che il suo sarà uno dei più rapidi memoriali ad arrivare nelle librerie. Ma soprattutto c’è il lucroso circuito dei discorsi a pagamento, non solo in Gran Bretagna ma anche all’estero: e in America uno come lui sarà pagato a peso d’oro da banche e aziende per distillare il suo verbo maturato in tante esperienze internazionali. Poi c’è la passione della sua vita, il giornalismo. È probabile che Boris tornerà a fare il commentatore sulla stampa: già prima di diventare premier il Telegraph lo pagava oltre 300 mila euro l’anno per una rubrica settimanale, figuriamoci adesso.

Ma sarà anche interessante vedere come Johnson dirigerà la sua potenza di fuoco d’inchiostro: perché è difficile pensare che si disinteresserà dalla politica. D’altra parte anche Tony Blair, pur facendo soldi a palate con discorsi e consulenze, ha sempre tenuto le mani in pasta con la sua Fondazione (era lui il puparo dell’opposizione alla Brexit): e dunque Boris diventerà probabilmente una versione di destra di Blair, pronto a intervenire da bordo campo.

Ma forse il futuro più interessante della famiglia Johnson è quello dell’altra metà, Carrie. Lei è sempre stata una donna ambiziosa e opportunista, ma soprattutto ha solo 34 anni: il futuro per lei è spalancato. E vale la pena di ricordare che prima di diventare la first lady lei era, a soli 29 anni, la più giovane direttrice della comunicazione della storia del partito conservatore: tanto che la rivista di settore PRWeek l’aveva indicata come la seconda persona più influente in Gran Bretagna nel campo delle pubbliche relazioni politiche.

Lei non è mai stata semplicemente «la moglie di»: anzi, in tutte le vicende più recenti di Downing Street c’era chi vedeva il suo zampino. È stata perfino accusata di essere lei la causa della rovina di Boris, con i suoi gusti stravaganti e la passione per le feste: Lady Macbeth, la chiamavano, Carrie Antoinette, la Principessa Pazza. Tutte nefandezze bollate dai suoi amici come malignità misogine e sessiste.

Come che sia, Carrie è una consumata operatrice politica con una sua agenda personale: in primo luogo la causa ambientalista. E dunque probabilmente partirà da qui per costruire il suo futuro, magari affiancandolo ad altri impegni umanitari e di beneficenza. Già prima di lei Cherie Blair o Samantha Cameron si erano rituffate nel lavoro dopo l’esperienza da first lady: la prima come avvocatessa di successo, la seconda come designer. Come ha scritto il Times, «asciuga le tue lacrime, Carrie, il meglio deve ancora arrivare». E magari, ha concluso il quotidiano, verrà il giorno in cui sarà Boris a essere presentato in società semplicemente come «il marito di Carrie Symonds».

9 luglio 2022 (modifica il 9 luglio 2022 | 07:12)

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