Boris Johnson sale in pole position nella corsa a rimpiazzare Truss

Bojo di ritorno dai Caraibi ha iniziato a coordinare la sua squadra: sarà la salvezza della Gran Bretagna o il colpo finale per un Paese ormai in bilico?

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA E’ Boris l’uomo da battere. Le chance di un ritorno di Johnson a Downing Street crescono di ora in ora e i suoi avversari si stanno mobilitando per fermarlo: ma la dinamica in corso punta in una sola direzione, ossia l’incredibile resurrezione politica del primo ministro che era stato costretto a dimettersi solo tre mesi e mezzo fa. Johnson è al momento in testa nella corsa alla nomination fra i deputati conservatori, davanti all’ex Cancelliere Rishi Sunak.

Occorrono 100 voti per passare alla fase finale e solo loro due sembrano in grado di raccoglierli: dopo di che ci sarà una consultazione online fra i membri del partito. Ma l’opinione della base è scontata: loro vogliono Boris.

Al momento delle dimissioni di Liz Truss, ieri, il favorito a succederle sembrava Sunak: ma ora che Boris si è gettato nell’arena, tutto è cambiato in maniera rapidissima. Johnson era in vacanza ai Caraibi ma sarebbe già sulla via del ritorno: e intanto ha cominciato a coordinare le sue truppe, utilizzando perfino il vecchio telefonino che aveva dovuto abbandonare dopo che il numero era stato pubblicato online. Antichi alleati, finanziatori, membri della squadra elettorale che lo avevano affiancato nel voto del 2019: il team Boris ha subito preso corpo, coordinato da Jacob Rees-Mogg, il ministro del Business.

Il punto di forza della campagna di Johnson è che lui è l’unico ad avere un vero mandato popolare, avendo stravinto le elezioni di tre anni fa, e dunque può ignorare la richiesta dei laburisti di andare al voto anticipato.

In più, Boris si presenta come il candidato in grado di risollevare le sorti dei conservatori, mandati a picco nei sondaggi da Liz Truss: solo Johnson è capace di tenere insieme quella coalizione di borghesi di destra e classe operaia ex laburista che ha garantito la vittoria della Brexit e il trionfo dei Tories nel 2019.

Ma Boris resta una figura che divide, anche all’interno dei conservatori. Diversi parlamentari hanno detto che sarebbero pronti ad abbandonare il partito se Johnson tornasse premier: i suoi detrattori sottolineano che Boris è ormai percepito come un mentitore inaffidabile dall’opinione pubblica e che non è più così sicuro che lui sia un vero asso acchiappa-voti. Ma la vera spada di Damocle è l’inchiesta parlamentare che dovrà stabilire se Johnson avesse mentito al Parlamento sullo scandalo dei party a Downing Street durante il lockdown: se giudicato colpevole, Boris potrebbe essere sospeso da deputato, cosa che getterebbe nel caos un suo eventuale governo.

Al momento, però, il vento soffia nelle vele di Johnson: se davvero tornasse a Downing Street, emulerebbe l’impresa del suo idolo, Winston Churchill, che era riuscito a farsi rieleggere dopo essere stato sconfitto dal laburista Attlee nel Dopoguerra.

D’altra parte, Boris non aveva fatto mistero di non considerare chiusa la sua carriera politica: in Parlamento, aveva concluso il discorso di commiato con una citazione da Terminator, «hasta la vista, baby», e tutti sanno che l’altra frase del personaggio di Schwarzenegger è «I’ll be back», tornerò. Così come, congedandosi da Downing Street, si era paragonato a Cincinnato: che il Senato implorò di tornare per salvare la Repubblica romana in pericolo. Sarà Johnson la salvezza della Gran Bretagna o il colpo finale per un Paese ormai in bilico?

21 ottobre 2022 (modifica il 21 ottobre 2022 | 12:53)

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, 2022-10-21 13:41:00, Bojo di ritorno dai Caraibi ha iniziato a coordinare la sua squadra: sarà la salvezza della Gran Bretagna o il colpo finale per un Paese ormai in bilico?, Luigi Ippolito

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