Apertura in forte rialzo a Wall Street, dopo che l’inflazione americana, secondo i dati pubblicati il 10 novembre 2022, ha rallentato più delle attese , in calo al 7,7% a ottobre (le stime erano del +7,9%) dall’8,2% del mese precedente. Il Dow Jones guadagna 1.002 punti (+3,08%), lo S&P 500 sale di 174,28 punti (+4,65%), il Nasdaq Composite è in rialzo di 632,71 punti (+6,11%). In chiusura dei mercati europei, il contratto consegna gennaio sul Brent sale dell’1,22% a 93,78 dollari al barile e quello scadenza dicembre sul Wti +1,03% a 86,71 dollari al barile. In lieve calo il prezzo del gas: -0,7% a 112,3 euro al megawattora. Infine, sul mercato dei cambi, l’euro si è rafforzato sul dollaro a 1,0167 (1,004 alla vigilia) e passa di mano a 144,235 yen (146,6) con il cambio dollaro/yen a 141,896 (146,35).
L’ipotesi tagli fa volare Amazon
A Wall Street vola anche il titolo di Amazon che il 10 novembre 2022 arriva a guadagnare l’11%. A mettere le ali all’azienda fondata da Jeff Bezos, è l’indiscrezione riportata dal Wall Street Journal secondo cui la multinazionale avrebbe lanciato una revisione per tagliare i costi delle divisioni non redditizie. La notizia arriva dopo che nella prima settimana di novembre Twitter ha annunciato il licenziamento di metà dei dipendenti e anche Facebook sembrerebbe indirizzato verso un deciso taglio del personale, dopo le assunzioni straordinarie fatte dai giganti della tecnologia durante la pandemia.
Corrono anche gli indici europei
Ma i dati sull’inflazione Usa spingono al rialzo anche gli indici europei che ora si attendono una politica della Fed più morbida sui tassi di interessi. A Piazza Affari, il Ftse Mib chiude a +2,58%, ancora meglio Francoforte con il Dax40 in rialzo del 3,51% e a Parigi il Cac40 dell’1,96%. Seguono Madrid (1,15%) e Londra (1,08%). L’euro si è rafforzato sul dollaro e passa di mano a 1,009. Intanto, nel corso della mattina del 10 novembre 2022 la Bce ha confermato la direzione restrittiva, dicendo che i tassi dovranno salire ancora perché l’inflazione è troppo alta (segui qui l’andamento dei mercati in tempo reale).
Anche lo spread tra Btp e Bund è condizionato dal rallentamento dell’inflazione Usa. Dopo un avvio in lieve aumento rispetto ai 210 punti base di ieri, infatti, gli acquisti su tutti i bond dell’Eurozona sul mercato secondario Mts dei titoli di Stato europei, hanno provocato il crollo dei rendimenti. I titoli di Stato italiani fanno ancora meglio degli altri e così lo spread col Bund si riduce a 200 punti. Fortissimo il calo del rendimento del Btp decennale benchmark, indicato adesso al 4,08% dal 4,27% della vigilia. In netto calo anche il rendimento del Bund tedesco che torna verso la soglia del 2% (al 2,03%), registrando un calo di poco inferiore ai 20 punti base (segui l’andamento dello spread in tempo reale).
Iscriviti alla newsletter “Whatever it Takes” di Federico Fubini. Dati, fatti e opinioni forti: le sfide della settimana per l’economia e i mercati in un mondo instabile. Ogni lunedì nella tua casella di posta.
E non dimenticare le newsletter L’Economia Opinioni”
e “L’Economia Ore 18”
.
, 2022-11-10 18:29:00, L’inflazione Usa ha rallentato più delle attese, in calo al 7,7% a ottobre (le stime erano del +7,9%) dall’8,2% del mese precedente, Redazione Economia