Brasile, la capitale in stato dassedio, ancora appelli alla lotta anti Lula

di Sara Gandolfi

Alta tensione intorno ai palazzi del potere. Dubbi sul rientro di Bolsonaro e del suo ex ministro della Giustizia Anderson Torres dagli Stati Uniti

DALLA NOSTRA INVIATA
BRASILIA – All’interno del Palazzo presidenziale di Planalto, in una sala stracolma, Lula assiste al giuramento della prima ministra indigena del Brasile. Sonia Guajajara ha una grande corona di piume bianche intorno al volto, sa di fare la storia mentre intorno a lei risuonano i canti del popolo nativo. Sa che il momento cruciale, per tutti i brasiliani: Non permetteremo mai pi un altro golpe, dice dal palco. Fuori, per, sembra di essere in guerra. File nere di carri armati e blindati della Forza nazionale — l’unica di cui ora si fidi il presidente — decine di militari in tenuta anti-sommossa, elicotteri che sorvolano senza sosta il cuore politico di Brasilia. Il governo ha scelto di barricarsi davanti alla minaccia di nuove manifestazioni, nella capitale e in altre 24 citt del Paese, per riprenderci il potere diceva il messaggio che ieri circolava sui social network.

Lula ieri tornato a tuonare contro gli estremisti che domenica hanno preso d’assalto Congresso, Planalto e Tribunale supremo. Posso solo considerarli come un gruppo di squilibrati, persone con poco senso del ridicolo, ha detto, lanciando l’ennesima frecciata a Jair Bolsonaro, senza citarlo: Purtroppo, il presidente che ha lasciato il potere il 31 dicembre non vuole ancora ammettere la sconfitta . Anche oggi ho visto sue dichiarazioni che non ammettevano la sconfitta. Poche ore prima, Bolsonaro aveva condiviso un video in cui si sosteneva che Lula non era stato eletto dal popolo, ma scelto dal sistema. Poi lo aveva cancellato, ma il tweet era gi diventato virale in rete.

Rientrer in patria l’ex presidente, che ha lasciato la clinica in Florida dove era stato ricoverato, a quanto pare contro il parere dei medici? E con lui ci sar anche il suo ex ministro della Giustizia Anderson Torres, di cui gi stato ordinato l’arresto? Hanno promesso di tornare ma fino a ieri sera non si erano ancora imbarcati su un volo dagli Usa. Sono invece gi stati trasferiti in carcere gli autori dell’assalto di domenica. Delle 1.843 persone fermate, 1.159 sono state arrestate mentre altre 684, per lo pi donne, bambini e anziani, sono state rilasciate per ordine del giudice del Tribunale supremo Alexandre de Moraes. Ieri per tutto il giorno, le navette della polizia penitenziaria hanno fatto la spola fra l’Accademia nazionale, dove i fermati sono stati sottoposti per due giorni a una sorta di triage ospedaliero, e il carcere-fortezza di Papuda. Fino all’ultimo, hanno urlato la loro rabbia contro il Potere e il Grande complotto elettorale, sventolando le bandiere del Brasile dai finestrini abbassati.

Intanto, cresce la consapevolezza che l’assalto non stato per nulla spontaneo, ma ben pianificato e finanziato. Tre giornalisti si sono infiltrati nell’accampamento che per 60 giorni i bolsonaristi hanno abitato, indisturbati, proprio di fronte al quartier generale dell’Esercito a Brasilia. Raccontano di una struttura molto ben organizzata, con baracche per dormire, bagni chimici e aree per mangiare. Chi ha finanziato tutto questo? Chi ha pagato le carovane di pullman che hanno trasportato da svariate e lontane localit del Brasile i manifestanti fino alla capitale? Un venditore ambulante ha confessato alla polizia di aver ricevuto 400 reais (circa 72 euro) per andare a Brasilia a far casino, senza sapere chi pagasse per il trasporto e l’alloggio, per quanto precario.

Alla fine del giuramento di Sonia, anche Lula si copre il capo con una corona di piume blu, lo sguardo un po’ confuso. Sembra invecchiato di dieci anni in appena dieci giorni. Il Paese diviso, il governo non potr restare barricato per sempre, in Congresso non ha la maggioranza e un sondaggio diffuso dall’istituto Atlas ha confermato che un brasiliano su cinque approva l’invasione e il saccheggio dei Palazzi del potere. Governare per lui non sar facile

11 gennaio 2023 (modifica il 11 gennaio 2023 | 23:22)

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