Brasile, sostenitori di Bolsonaro invadono il Parlamento, scontri con la polizia: 170 arresti

di Sara Gandolfi

Gli agenti si erano schierati a difesa del palazzo ma i contestatori sono riusciti a entrare nella sede del Congresso. Lula: I terroristi saranno puniti. La polizia riprende il controllo del Parlamento

Lo avevano preannunciato e alla fine lo hanno fatto, seguendo le orme delle truppe trumpiane. I seguaci di Jair Bolsonaro, l’ex presidente di estrema destra brasiliano sconfitto da Incio Lula da Silva alle elezioni dello scorso autunno, dopo giorni di assedio ai palazzi istituzionali di Brasilia, domenica pomeriggio hanno sfondato un blocco delle forze di sicurezza, che inizialmente non avrebbero reagito per fermarli, e hanno invaso il Palazzo presidenziale di Planalto, il Congresso e la sede del Tribunale supremo, postando video sui social e compiendo vari atti vandalici. Un’occupazione chiaramente ispirata dall’assalto al Campidoglio statunitense ad opera di decine di manifestanti pro-Trump, nel gennaio di due anni fa.

All’interno del Planalto, capolavoro modernista dell’architetto Oscar Niemeyer, i dimostranti hanno distrutto tavoli e sedie, facendo irruzione anche nell’ufficio del presidente Lula che ieri si trovava nello Stato di San Paolo, dove ha organizzato una riunione d’emergenza con i ministri prima di rientrare nella capitale. Altrettanto ingenti i danni nell’edificio che ospita deputati e senatori, ieri non riuniti. I terroristi, come li definisce la stampa brasiliana, hanno rotto tutti i vetri del primo piano e si sono asserragliati nel secondo. Durante l’attacco dei bolsonaristi alla Corte Suprema inoltre stata rubata una copia della Costituzione del 1988: l’azione vandalica stata filmata in alcuni video diffusi dai social network. La copia si trovava nell’edificio della sede del Tribunale ed stata rimossa e portata in Praca dos Tres Poderes. Secondo O Globo l’edizione originale della Magna Carta, conservata nel museo della Corte Suprema, invece intatta e non stata vandalizzata.

La polizia militare alla fine ha sparato proiettili di gomma e bombe stordenti dagli elicotteri per disperdere chi ancora cercava di entrare negli edifici. Soltanto dopo alcune ore, le forze di sicurezza sono riuscite a riprendere il controllo dei tre palazzi, utilizzando i gas lacrimogeni e procedendo ad almeno 400 arresti. Durissimo il primo commento di Lula che in un intervento tv alla nazione ha denunciato i fanatici fascisti, affermando che tutti i responsabili di atti terroristici saranno identificati e puniti. Il presidente ha accusato la polizia militare di incompetenza o malafede. Poi, su twitter, ha scritto che i vandali erano stati incoraggiati dai discorsi di Bolsonaro.

I presunti brogli

Vestite con la maglia verdeoro della squadra di calcio brasiliana, diventata un simbolo della destra nazionalista, da giorni centinaia di persone manifestavano davanti al quartier generale dell’esercito a Brasilia, denunciando presunti brogli elettorali — mai dimostrati — al ballottaggio presidenziale del 30 ottobre, in cui Lula da Silva ha sconfitto per meno di due milioni di voti Bolsonaro.
(Qui l’approfondimento di Milena Gabanelli sul perch lo scontro tra Bolsonaro e Lula anche affar nostro)

Nel primo pomeriggio di ieri, i bolsonaristi, che il quotidiano O Globo non esita a definire golpisti, si sono radunati sulla Praa dos Trs Poderes, la piazza dei tre poteri, cuore della capitale. Un gruppo riuscito a superare lo sbarramento di sicurezza, salire la grande scalinata del Congresso, occupare le balconate e infine entrare nell’edificio. Altre decine di persone hanno assaltato il Planalto e la sede del Tribunale Supremo.

Con un decreto d’urgenza Lula ha di fatto esonerato il governatore del Distretto federale della capitale, Ibaneis Rocha, che molti accusano di essere vicino a Bolsonaro e che in seguito si scusato pubblicamente, e ha dato pieni poteri d’intervento alle forze federali. Oltre 2.500 militari ieri sera erano pronti a intervenire, ma il governo era restio a mobilitare le forze armate per ristabilire l’ordine nella citt mentre anche a San Paolo si segnalavano manifestazioni dell’opposizione.

Jair Bolsonaro, che ha lasciato il Brasile 48 ore prima dell’insediamento di Lula, avvenuto il 1 gennaio, per volare ad Orlando, in Florida, ha twittato: Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, cos come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali.

I bolsonaristi dunque non si arrendono. Dopo i blocchi stradali, con camion e trattori, che avevano paralizzato l’intero Brasile all’indomani del voto, risolti soltanto dopo che Bolsonaro aveva invitato, senza troppa convinzione, i suoi sostenitori a sgomberare le principali arterie del Paese, le manifestazioni sono continuate nella capitale e in molte altre grandi citt del Brasile.

La condanna degli Usa e della Ue

Il ministro della Giustizia, Flavio Dino, ha convinto tutti i governatori a firmare una condanna unanime degli assalti. stato un atto di golpismo. La presa di potere di cui parlano i dimostranti pu avvenire solo nel 2026, con una nuova elezione, ha detto. Anche la comunit internazionale, da Washington a Bruxelles, ha subito espresso solidariet a Lula. E nella notte la premier italiana Giorgia Meloni ha twittato: Le immagini dell’irruzione nelle sedi istituzionali sono inaccettabili e incompatibili con qualsiasi forma di dissenso democratico.

8 gennaio 2023 (modifica il 9 gennaio 2023 | 02:29)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version