Esco dal cancello di casa, per andare a scuola; una ragazzina ha posizionato il suo smartphone sulla placca del videocitofono e, di fronte allo schermo, si atteggia in qualche modo: sta girando un tik tok”. Per Eric Berne l’uomo necessita di essere riconosciuto dalla società e appagato solo con “carezze”. Mi chiedo come riscriverebbe oggi il suo “Ciao, e poi?”, come leggerebbe la filogenesi della fame di riconoscimento, osservando la comunicazione e le relazioni nel mondo contemporaneo.
Sono una docente di una scuola primaria del mio paese e, con la mia collega e gli alunni della classe nella quale insegno, ho partecipato, su proposta della Dirigente Scolastica, al concorso nazionale “Online: on Life!”. Nessun premio in palio, solamente l’occasione per riflettere in classe su un tema degno di grande attenzione e ampliamente sviluppato nella didattica: l’uso consapevole della rete. Insieme alla volontà di dare voce, attraverso la creazione di un prodotto, al nostro modo di intendere la connessione tra la parte “online” e quella “on life” nella quotidianità. “ … Far riflettere le ragazze e i ragazzi, non solo all’uso consapevole della rete, ma anche sul ruolo attivo e responsabile di ciascuno nella realizzazione di Internet come luogo positivo e sicuro”; “Il concorso invita le istituzioni scolastiche … alla creazione di contenuti digitali aventi come tema la narrazione di una giornata-tipo on line di giovani…”.
Così recita l’avviso della Direzione generale per i fondi per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale, emanato in occasione del Safer Internet Day, con lo slogan “Together for a better internet”. Nella mia mente alcuni versi del brano “Bring me to the life”, il quale avrebbe dettato il ritmo delle scene da contingentare nei tre minuti di tempo consentiti: “Bring me to the life, Call my name and save me from the dark”... E ancora, Eric Berne e l’importanza della comunicazione nella costruzione dell’identità, la stretta relazione tra “io” e “ambiente”…
Infine, il ricordo del periodo di emergenza sanitaria e delle feste online tenute dai bambini il sabato pomeriggio o in occasione dei compleanni segnati dal distanziamento sociale. Lo spazio online è davvero contrapposto alla vita reale o costituisce un connettivo tra individuale e collettivo, atto comunicativo, ampliato dalla potenzialità dei mezzi di comunicazione, in un continuum “dalla vita, alla vita”? Nessun dubbio sull’elaborato: il cortometraggio “Bring me to life” sarebbe stata un’opera collettiva, un mosaico, nel quale la narrazione di una giornata tipo di un bambino di dieci anni, sarebbe stata composta dalle “tessere” della quotidianità di tutti i bambini della classe.
“Bring me to life” è il titolo del cortometraggio vincente con il quale la classe VB del IV Circolo Didattico “Don Pasquale Uva” di Bisceglie ha partecipato al concorso “Online: On Life”. La Dirigente Scolastica Valentina de Gennaro, i bambini e le docenti di classe hanno preso parte alla giornata di premiazione che si è tenuta lo scorso 24 Maggio, presso la Sala “Aldo Moro” del Ministero dell’Istruzione e del Merito, in Viale Trastevere, alla presenza del Ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, del Sottosegretario, Paola Frassinetti e del Capo di Dipartimento Palumbo.
“Bring me to life” è un prodotto pensato come “opera collettiva”: si tratta di un mosaico, nel quale la narrazione di una giornata tipo di un bambino di circa dieci anni è composta da “tessere” di quotidianità di un gruppo di coetanei, accomunati dall’esperienza scolastica all’interno della stessa classe. Ogni bambino comunica ai compagni, attraverso lo smartphone, ciò che realmente sta vivendo nel corso di una giornata. Solo nell’attesa di incontrarsi per una festa, il giorno seguente, nel parco del quartiere.
Il corto intende mettere in luce la circolarità tra reale e virtuale, tra io individuale e io sociale, nelle cui continue “tranzazioni” gli spazi e gli strumenti “on line” possono consentire fluidità comunicativa, quandanche non esclusivi o sostitutivi di situazioni relazionali concrete. Opera collettiva non solo nell’ideazione, “Bring me to life”, nella sua realizzazione e nel suo riconoscimento, ha davvero unito, come spesso accade nella Scuola, tante persone: la Dirigente Scolastica e la docente Collaboratrice, la docente Referente per l’Educazione Civica, La D.S.G.A. e il personale amministrativo, le docenti di classe, le famiglie e gli alunni. Alla collaborazione esterna, volontaria e preziosa del Sig, Nicola Mastrototaro è stata invece affidata la parte tecnica del montaggio. E il processo di cooperazione conta come il Merito maggiore della scuola.
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