Btp Italia premia gli investitori, la cedola schizza al 7,25% (con linflazione)

In tempi di alta inflazione (pari all’11,8% a novembre), il Btp Italia premia gli investitori con un rendimento lordo del 7,25% semestrale. Il titolo, studiato apposta per proteggere i risparmi dall’aumento del carovita, a giugno ha avuto un boom di richieste, con oltre 9,4 miliardi di euro collocati (ma il Btp Italia di maggio 2020, in piena pandemia, raccolse 22,3 miliardi). La formula per calcolare gli interessi prevede di dividere il tasso cedolare reale annuo (1,6%) per 2 (i semestri) e moltiplicarlo per il capita-le nominale sottoscritto e per il coefficiente di indicizzazione. Quest’ultimo si ottiene dividendo il numero indice di riferimento dell’inflazione (che esclude la quota dei tabacchi e viene comunicato dal Mef) rispetto a quello di emissione (109,2). Quindi per 10 mila euro investiti alla fine di giugno, la cedola di circa 725 euro (la somma degli interessi pi la rivalutazione del capitale).

L’analisi

Compito primario del BTP Italia restituire all’investitore non l’intera parte dell’aumento dei costo della vita maturato nei sei mesi che separano le due cedole, ma una quota consistente. Il Ministero del Tesoro calcola e pubblica in internet la variazione giornaliera dell’inflazione in corso di formazione. Ora, come nei mesi passati, gli accrediti delle cedole semestrali sono risultati particolarmente elevati.

La domanda : per quanto tempo ancora il valore delle cedole semestrali si manterr sui livelli attuali? La politica monetaria che la Banca Centrale Europea sta attuando ha come obiettivo riportare il costo della vita a crescere del 2% all’anno. La meta ancora molto lontana, ma pu essere raggiunta in tempi non lunghissimi, ma neppure ravvicinati. Ne consegue che le cedole future saranno caratterizzate probabilmente da valori ancora interessanti, ma via via discendenti. Detenere in portafoglio BTP Italia consentir di incassare sostanzialmente buoni flussi da interessi. Al tempo stesso, si potrebbe essere propensi a venderli, per incamerare una buona plusvalenza. Rinunciando, nel contempo, ad incassare ancora buoni flussi da interessi. Meglio, in questa fase, aspettare i flussi cedolari che matureranno nei prossimi mesi.

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