Ultima Generazione, chi sono gli attivisti che bloccano le strade e imbrattano le opere d’arte: «L’unico modo per farci sentire»

«Noi non ci fermeremo fino a quando le nostre richieste non saranno messe in pratica». Questa è la premessa di partenza di Ultima Generazione, il movimento di disobbedienza civile nonviolenta sul cambiamento climatico che, da diversi mesi, sta acquisendo notorietà in tutto il mondo.

La rete italiana nasce nell’Aprile del 2021 con la richiesta collettiva di avere un incontro pubblico con le istituzioni e discutere sul tema della crisi climatica ed ecologica in atto. Ultima Generazione, a differenza di altre organizzazioni a sostegno di questa causa come i Fridays For Future, si è distinta fin da subito per la radicalità delle loro proteste: blocchi stradali e imbrattamenti di celebri opere d’arte nei musei. Come spiega anche Leonardo, uno dei membri attivi della campagna a Milano: «Le opere d’arte creano quel disturbo mediatico importante per fare arrivare la protesta in tutto il mondo, mentre il blocco stradale provoca un disturbo economico utile per farsi ascoltare». Una scelta che ha fatto discutere e ha innestato scetticismo e repulsione in diverse persone. Le reazioni che sono emerse in questi mesi, soprattutto durante i blocchi stradali, hanno polarizzato il pubblico, tra chi continua a sostenere le azioni di protesta di ultima Generazione e chi, invece, si è schierato contrario.

I manifestanti hanno delle richieste molto specifiche: interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse, cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale e procedere immediatamente a un incremento di energia solare ed eolica. Il governo, al momento, non sembra prendere in considerazione l’idea di un incontro frontale con Ultima Generazione. «Ci sembra veramente di parlare ad un muro – continua Leonardo con tono amareggiato – e se quel muro non si apre allora dobbiamo sfondarlo, per forza». Secondo l’organizzazione gli interessi economici che impediscono il cambiamento e l’abbandono totale dei combustibili fossili sono alti. I movimenti ecologisti continuano da anni a manifestare per l’intervento tempestivo delle istituzioni. Ogni anno i disastri ambientali dovuti al cambiamento climatico sono sempre più numerosi e frequenti, anche in aree precedentemente non soggette a fenomeni di questo tipo. «Si tratta della problematica maggiore che l’umanità abbia mai dovuto affrontare», conclude Leonardo con sguardo sicuro delle sue parole. Per cui una cosa è certa, sentiremo ancora parlare di loro.

23 ottobre 2022 – Aggiornata il 23 ottobre 2022 , 17:32

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, 2022-10-23 15:32:00, L’intervista con Leonardo, uno dei membri attivi della rete milanese ,

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