Caivano e dispersione scolastica: sanzioni ai genitori che non mandano i figli a scuola. Valditara: 'In arrivo 1 mln e mezzo di euro per Agenda Sud' – Tuttoscuola,

Dopo il blitz a Caivano, continua la stretta del governo per assicurare la legalità e combattere la dispersione scolastica. Secondo quanto si apprende in queste ore dalle agenzie, pare che verranno inserite nel pacchetto Sicurezza una serie di norme contro la dispersione scolastica. Una su tutte, quella che prevede sanzioni nei confronti dei genitori che non manderanno i propri figli a scuola. Intanto il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, in un’intervista rilasciata ad Agorà, ha parlato degli interventi relativi a Caivano e alle scuole del Mezzogiorno.

Siamo stati la scorsa settimana a Caivano, ritornerò fra un mese a visitare la scuola Parco verde“, ha detto il ministro. Domani in Consiglio dei Ministri presenteremo una serie di proposte che non si limitano solo a Caivano ma a tutti quei territori che presentano queste problematiche. Solo a Caivano arriveranno 20 docenti in più per le scuole medie e un milione e mezzo di euro per una serie di iniziative inserite nell’Agenda Sud. Quest’ultima coinvolge oltre 2mila scuole del Mezzogiorno, in particolare su 245 scuole interveniamo con azioni molto forti: più tempo scuola con ragazzi che di pomeriggio non saranno abbandonati a sé stessi, pagare i docenti per attività extra curricolari, estensione del tempo pieno, formazione specialistica per questi docenti e la collaborazione con due nostri istituti, Indire e Invalsi, per far sì che questi percorsi formativi siano sempre più efficaci. Poi abbiamo anche previsto un utilizzo dello sport, ma anche un fondo specifico, soprattutto per quelle realtà più difficili per svolgere azioni di recupero sociale e psicologico. La scuola – ha concluso Valditara – avrà delle risorse per andare a prendere questi ragazzi, usare lo psicologo, portarli a scuola e far sì che possano inserirsi in un contesto scolastico”.

“Le sanzioni per i genitori che non mandano i figli a scuola sono ridicole, ma davvero questo governo pensa che innalzare le multe sia la sola strada per combattere la dispersione scolastica? – commentano  gli esponenti M5s in commissione istruzione alla camera Antonio Caso, Gaetano Amato, Anna Laura Orrico e Susanna Cherchi -. Perché non si parla di investimenti veri nella scuola pubblica e per rendere la scuola il cuore pulsante delle nostre periferie e quartieri più marginali, anziché puntare al ridimensionamento della rete scolastica come fa questo governo? Solo in Campania sono oltre un centinaio le istituzioni scolastiche a rischio accorpamento, con la possibilità concreta di privare interi territori di un presidio democratico fondamentale come la scuola. Se a questo aggiungiamo la sperequazione tra Nord e Sud per ciò che riguarda il tempo pieno, che è una delle armi più importanti per togliere i ragazzi dalle strade e la marginalizzazione delle scuole meridionali con il progetto nefasto delle autonomie regionali leghiste, parlare solo di sanzioni sa tanto di presa in giro. Si punta alla repressione fine a se stessa senza uno straccio di visione, proprio mentre si sta avviando un anno scolastico con 200 mila supplenze, di cui più della metà sul sostegno agli alunni con disabilità. La scuola italiana ha bisogno di risorse, stabilità, continuità, qualità. Solo così sarà in grado di arginare la dispersione”.

“L’abbandono precoce del percorso scolastico e la povertà educativa sono temi troppo delicati ed importanti per essere affrontati solo con una prospettiva ed un’ottica sanzionatoria – detto anche Irene Manzi, responsabile scuola del Pd. Prevedere sanzioni più severe contro i genitori che non mandano i figli a scuola sembra essere solo il solito spot che non risolve in alcun modo il drammatico problema della dispersione scolastica. Crediamo che per affrontarlo seriamente sia fondamentale garantire un maggior numero di insegnanti, presìdi territoriali e il rafforzamento della comunità educante con la costruzioni di reti tra scuole, terzo settore, parrocchie, enti locali, fondazioni e il supporto di educatori e assistenti sociali. In modo permanente“.

Il governo – ha continuato la dem – invece fino ad ora ha autorizzato un contingente al di sotto delle necessità, tagliato con il dimensionamento- 900 autonomie scolastiche, di cui oltre la metà al Sud e 161 solo in Campania, non ha ancora avviato il nuovo percorso di formazione iniziale per l’accesso all’insegnamento, ha ridotto le risorse del Fondo 0/6. A ciò si aggiunga la scellerata proposta di autonomia differenziata che allargherà le differenze invece di ridurle“.

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