Calderoli, il tumore e un calvario lungo otto interventi

di Redazione PoliticaIl ministro leghista, dalla scoperta nel 2012 alla fede ritrovata Lo scatto ha fatto il giro del web e del mondo politico. Roberto Calderoli al fianco di Luca Zaia intenti a lavorare insieme. Il luogo, però, è insolito: è la stanza di un ospedale, precisamente dell’Istituto Oncologico Veneto di Padova dove è ricoverato per uno dei controlli periodici a cui si deve sottoporre per via della malattia che lo accompagna dal 2012. Il cancro gli ha cambiato la vita.. «La malattia mi ha dato tanto. Ho recuperato la fede, ho riscoperto Dio con cui ho un dialogo quotidiano. Gli do del tu», aveva confessato solo qualche mese fa in un’intervista a Cesare Zapperi per Sette. La fede ritrovata: «Andavo a messa solo la domenica mentre Natale, per esempio, era solo un’occasione di festa in famiglia e lo scambio dei regali», prima dell’incontro con la malattia. E la svolta: «Vado a messa la domenica ma anche due-tre volte durante la settimana. E ogni mattina dedico almeno mezz’ora alla preghiera». Un calvario lungo otto interventi, scandito non solo dalla fede, ma anche da tutte forza e la fragilità che accompagna un uomo. «Quando entri in sala operatoria per certi interventi sei chiamato a fare i conti con la tua vita», ha confessato. La scoperta fu traumatica: «Ero convinto di avere un’appendicite, mi sono ritrovato con un tumore». I timori ricorrenti. Come quando, nel 2019, disse: ,«Questa volta ho avuto la sensazione di non farcela». ?«Mi considero fortunato. Specie quando mi ritrovo in ospedale e vedo i letti vuoti di chi fino a poche ore prima era lì a lottare come me contro la malattia». Il tumore lo ha portato anche a scontrarsi anche sui temi etici, specie quelli legati al Covid. All’epoca del dibattito sul vaccino obbligatorio, solo un anno fa, raccontava:«Prima bisogna fare ogni sforzo di convinzione . Io su sette contrari ai vaccini con cui mi sono confrontato sono riuscito a convertirne cinque. Se lasciamo perdere le scomuniche e proviamo, ciascuno di noi, a convincere qualcuno la percentuale dei no vax può essere ridotta». Punzecchiava: «Se non vuoi il green pass, ti diamo il black pass» . Salvo poi confessare: «Una delle due persone con cui ho fallito è un mio parente. Ho discusso con lui per ore e ore, ho fatto notte e poi sono stato costretto a mandarlo a quel paese». Come è finita?: «Gli ho tolto il saluto, non deve nemmeno provare a telefonarmi. Chi si chiama fuori dalla responsabilità collettiva deve essere messo ai margini». 31 ottobre 2022 (modifica il 31 ottobre 2022 | 15:15) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-31 14:25:00, Il ministro leghista, dalla scoperta nel 2012 alla fede ritrovata, Redazione Politica

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