Cale nascoste, castelli e bird watching. Gli itinerari inaspettati in Sardegna

di Alessio Ribaudo

Il monografico con otto percorsi svelati da chi ci vive. Rosa-Clot: «Questo è anche un libro ricco di storie»

Dopo due anni difficili, i flussi turistici in Italia potrebbero generare incassi per 26,4 miliardi di euro. Significherebbe una crescita dell’11,8 per cento rispetto all’anno precedente. La stima, fatta da Demoskopica, è un segnale: non siamo ancora ai livelli del pre-pandemia ma è ossigeno per le casse di uno dei settori che più ha sofferto. Anni in cui è cambiato il mondo e il modo di scegliere le vacanze. Infatti, c’è sempre più voglia di «esperienze»: dalla scoperta di borghi ad aree protette, passando per siti archeologici e per l’enogastronomia. Ecco perché regioni come la Sardegna che miscelano tutti questi ingredienti riusciranno a «fatturare», sempre per Demoskopica, oltre un miliardo di euro segnando una crescita incoraggiante rispetto al 2021: +7,9% grazie alle 13.414.361 presenze attese.

Un porto sicuro e un luogo dove mettere radici

Nell’isola — oltre alla «mondana» Costa Smeralda che quest’anno celebra i 60 anni del Consorzio che la fece scoprire al jet set — si può trascorre una vacanza in relax in zone poco affollate. Ci sono, infatti, dei tesori ancora poco conosciuti. A esempio le spiagge cristalline di Cala Petra Ruja, il paradiso dei surfisti di Porto Pollo, la necropoli preistorica di Montessu, le suggestive rovine della chiesa romanica di San Nicola di Silanis a Sedini, il villaggio di Cala d’Oliva sull’isola Asinara, i castelli di Burgos e dei Malaspina a Bosa con i preziosi affreschi trecenteschi e la ciclabile sull’Isola di Sant’Antioco. Senza dimenticare il Parco Letterario «Grazia Deledda» a Galtellì, lo Stagno S’Ena Arrubia ad Arborea, famoso tra gli amanti del birdwatching alla Grotta del Fico, ultimo rifugio italiano della foca monaca, e il grandioso Retablo della Madonna del Rosario a Selargius. «Sulle coste della Sardegna, dove tanti italiani amano trascorrere le vacanze per l’incomparabile bellezza dei litorali e del mare — dice Emanuela Rosa-Clot, direttore di Bell’Italia — sono arrivate, nei secoli, genti che hanno visto in quest’isola al centro del Mediterraneo un porto sicuro, ma anche il luogo dove mettere radici. La storia di quest’incontro è scritta con le pietre delle torri, da quelle nuragiche a quelle spagnole. Ma anche nelle chiese, nelle città murate, nei castelli, nei borghi».

Una terra che ha tanto da raccontare

Scrigni alle volte conosciuti solo da chi vive in questa terra e che, quindi, solo loro possono rivelare. «Sono itinerari segreti — prosegue Rosa-Clot — e sono altri modi di arrivare al cuore di una terra che ha tanto da raccontare». Bell’Italia ne ha scoperti otto, nelle regioni storiche dell’isola, e li miscela in una monografia di 236 pagine intitolata: «Estate in Sardegna» che, domani, sarà in edicola gratuitamente, assieme al Corriere della Sera (anche in digital edition) e, poi, verrà venduta separatamente, fino a metà luglio, in edicola. Ogni percorso contiene una scheda con descrizioni, indirizzi e tante informazioni pratiche per i lettori. «È la dodicesima monografia che dedico alla Sardegna da quando firmo questa rivista — conclude Rosa-Clot — ma ogni volta mi sorprendo perché scopro storie e tesori, spesso nascosti che dalle coste si spingono nell’entroterra. Come i Giganti del sito archeologico di Mont’e Prama a Cabras o la grotta di Sa Oche a Oliena. Chicche come il reportage sul costume tradizionale desulano e un racconto di Marcello Fois che ripercorre l’album fotografico che Carlo Bavagnoli realizzò nel 1958 per la rivista Life. Mostra il profondo legame tra Orani e uno dei suoi figli più illustri come Costantino Nivola. Da non perdere anche la puntata del 26 giugno di “Bell’Italia in Viaggio”, condotta da Fabio Troiano, realizzata con La7, che mostrerà altre eccellenze della Sardegna».

7 giugno 2022 (modifica il 7 giugno 2022 | 18:50)

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, 2022-06-07 20:18:00, Il monografico con otto percorsi svelati da chi ci vive. Rosa-Clot: «Questo è anche un libro ricco di storie», Alessio Ribaudo

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