Calendario scolastico, la petizione. Perché è così difficile accorciare la pausa estiva

di Redazione Scuola

Quasi diciottomila firme online per chiedere di cambiare le vacanze. Aderisce anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. I pro e i contro del calendario

In una settimana la petizione – lanciata da Weworld e Mammadimerda su Change.org – ha raggiunto quasi 18 mila delle 25 mila che sono l’obiettivo fissato. Il 13 settembre ha firmato anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che ha annunciato via twitter di aver aderito, spiegando: Per quale ragione la scuola italiana deve fermarsi per pi di 3 mesi? Nessun altro Paese, salvo Malta e la Lettonia, ha una pausa cos lunga. Le famiglie non riescono a seguire i ragazzi, salvo sacrificare il lavoro delle donne. Tra le famiglie con pi di un figlio, la met non pu permettersi le vacanze, e sono pochi i bambini e le bambine che possono partecipare ad attivit ricreative. Una pausa estiva cos lunga si trasforma in un moltiplicatore di disuguaglianze. Per rafforzare l’azione educativa, contrastare il disagio degli adolescenti e l’abbandono scolastico, liberare il tempo e le capacit lavorative delle donne, necessario rivedere il calendario scolastico e introdurre il tempo pieno in tutta la scuola dell’obbligo.

La polemica

In effetti quasi ad ogni inizio delle vacanze il tema della lunghissima pausa estiva si ripropone: discussioni in chat, qualche articolo di giornale o servizio tv e il tema torna nel cassetto pronto per la polemica dell’anno successivo. Tredici settimane di sosta, tutte insieme, sono un’enormit per le famiglie e per gli studenti, su questo concordano tutti. Ma quando ora di modificare i calendari scolastici, nessuno si prende la briga di provarci. Intanto perch formalmente sono competenza regionale e dunque toccherebbe alle regioni modulare i tempi della scuola, rimanendo entro i limiti dei 200 giorni imposti per legge. E infatti qualche differenza tra regione e regione c’. Negli ultimi anni poi si avverte una tendenza a cominciare un po’ prima a settembre, intorno al 10 invece che al 15 per salvare qualche giorno da spargere durante l’anno per costruire qualche ponte con le festivit infrasettimanali. Ma di decisioni definitive non si parla.

Il fattore climatico

La ragione principale per non cominciare il primo settembre il caldo: le scuole non hanno l’aria condizionata e dunque in alcune circostanze rischierebbe di essere pi dannoso che altro anticipare troppo la ripresa. Il mondo del turismo poi spinge per le vacanze lunghe che permettono di fatturare bene anche all’inzio di settembre. I professori non hanno generalmente grande interessa ad anticipare troppo l’avvio dell’anno, che pure il primo di settembre. Per quanto riguarda un eventuale allungamento a giugno, oltre al caldo, c’ il problema degli esami di terza media e di maturit che -se dovessero cominciare pi tardi – finirebbero a fine luglio. Insomma a parte la logica, dal punto di vista organizzativo sono pi gli elementi che frenano che quelli che spingono ad un ripensamento.

La soluzione soft

Una soluzione soft ci sarebbe: accorciare di qualche giorno l’anno scolastico – che resta uno dei pi lunghi d’Europa – e recuperare qualche giorno da usare poi durante l’anno per le pause.

13 settembre 2023 (modifica il 13 settembre 2023 | 14:28)

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