Calhanoglu: «L’Inter mi ha fatto crescere. Lo scudetto del Milan? Gli ho fatto i complimenti»

di Andrea Sereni

Il centrocampista: Prima ero il classico 10, ora corro e mi sacrifico. Per il rinnovo aspetto una telefonata da Ausilio. Sull’addio al Milan: Non sono pentito, per me ora il passato. E ancora: Se non avessi giocato avrei fatto il poliziotto

MILANO Nella timida luce di Appiano gli alberi addobbati con palline bianche, gialle e luci colorate raccontano il Natale in arrivo. L’Inter che si avvicina al campionato — oggi l’amichevole con la Reggina — si allena in un clima sereno: in campo c’ tanta intensit ma anche sorrisi. Come quello che mostra un po’ impacciato Hakan Calhanoglu quando si presenta nella sala riservata ai media del Suning Training Center. Ragiona su ogni concetto, ha voglia di aprirsi ma lo fa con cautela. Delle quattro lingue che parla, lui turco nato in Germania, l’italiano la meno fluida, ma quella che sceglie per rispondere.

Calhanoglu a gennaio torna il campionato. Come sta?
Mi sento bene. Ho lavorato anche durante le vacanze per restare in forma. Voglio essere ancora pi importante per l’Inter. Qui mi hanno aiutato da subito, mi hanno fatto sentire a mio agio. Voglio ripagare questa fiducia vincendo un altro trofeo, magari lo scudetto.

Siete a 11 punti dal Napoli capolista, credete nella rimonta?
S, certo che ci crediamo. Se riprendiamo con la stessa qualit delle ultime partite prima della sosta, possiamo farcela.

Il 4 gennaio c’ subito Inter-Napoli.
Una sfida decisiva, che ci far capire tanto del resto del campionato. Vincere sarebbe importantissimo. Giochiamo in casa, siamo favoriti. La stiamo preparando nel modo giusto, vedo bene la squadra. Vogliamo mostrare quello che abbiamo dentro.

Con il rientro di Brozovic la ritroveremo mezzala dopo la parentesi, ben riuscita, da regista.
I calciatori intelligenti si sanno adattare, e io credo di averlo fatto bene in un ruolo che comunque conoscevo gi, perch in Nazionale gioco da mediano. Poi puoi essere alto o basso, ma in campo fai la differenza se hai il fuoco dentro. Devi essere cattivo nei duelli, intenso.

Lei sente di esserlo?
In questo penso di essere migliorato. Prima ero pi elegante, leggero, un classico numero 10. Non avevo la cattiveria che ho oggi. Da quando ho cambiato ruolo sono pi aggressivo e corro tanto, mi sacrifico.

Vorrebbe segnare di pi?
Non mi mai interessato stare a contare gol e assist. So che tanti guardano queste statistiche, ma i numeri arrivano se lavori bene.

Le piacciono sempre le Harley-Davidson?
Certo, ma appena sono arrivato all’Inter Piero (Ausilio, il ds nerazzurro) mi ha detto: “Non voglio mai vederti su una moto”. Sono innamorato della mia Harley ma non la uso, ferma in garage.

Ci racconta la sua Milano?
La vivo poco perch ho due bambini piccoli. La mattina ne porto uno a scuola, ho gli allenamenti, poi lo vado a riprendere e torno a casa. Sono delle pesti, spesso mi svegliano di notte. Quando la sera li metto a letto mi rilasso.

Come?
Cose semplici. Divano e Netflix con mia moglie Sinem, vediamo spesso musical. Per me la famiglia viene prima di ogni cosa. Ci piacerebbe andare di pi in giro, scoprire i posti belli che ci sono qui. Per ora non possiamo, ma amo l’Italia. Vorrei restare a vivere a Milano anche a fine carriera.

Ha gi ricevuto una telefonata da Ausilio per il rinnovo del contratto, in scadenza nel 2024?
No, non ancora. Ho voglia di parlarne, aspetto sia lui a chiamarmi.

Skriniar resta all’Inter?
Io spero di s. un grande giocatore, ed uno dei leader della squadra con Samir (Handanovic, ndr). Decider lui con la societ, ma io spero rimanga.

Se non avesse fatto il calciatore cosa avrebbe fatto?
Mi sempre piaciuta la musica, ma penso che sarei diventato poliziotto: gestiscono situazioni difficili, aiutano gli altri, fanno un bel lavoro. Il calcio arrivato da solo, quando ho capito di avere talento. Poi ci ho messo sacrificio e fatica.

Com’ il suo rapporto con Inzaghi?
Ottimo. una delle persone che pi mi ha voluto all’Inter, ha dimostrato di credere nelle mie qualit dal primo giorno. Mi ha fatto i complimenti per come ho sostituito Brozovic. Insieme abbiamo vinto due coppe, ci mancato solo lo scudetto.

Ha seguito i Mondiali, vinti dall’Argentina di Lautaro?
Ho visto solo la finale, stata una bellissima partita. Ma nel torneo si sentiva che mancavano la mia Turchia e l’Italia. Sono felice per Lautaro: siamo amici, so quanto tenesse al Mondiale. Lo aspettiamo ad Appiano da campione del mondo per festeggiarlo tutti insieme.

Come ha trovato Lukaku dopo il Qatar? A gennaio riavrete anche lui.
Lo spero (ride). Certo con lui siamo una squadra diversa, pi forte. In ogni caso abbiamo tanti grandi giocatori. Dobbiamo ringraziare Dzeko, con i suoi gol ci ha tenuti a galla nei momenti di difficolt. Se siamo quarti dobbiamo molto a lui. un esempio. Sar ancora importante, come Correa e tutti quelli che entrano a gara in corso. Dobbiamo essere uniti.

In Champions agli ottavi troverete il Porto.
Vincere la Champions uno dei miei sogni. Quest’anno ci credo. Non so bene perch, ho una sensazione particolare. Abbiamo superato un girone difficile. Ci siamo rialzati dopo la sconfitta con il Bayern dimostrando quello di cui siamo capaci. Il Porto una squadra forte, ma se giochiamo come contro il Barcellona possiamo passare il turno.

Il 18 gennaio, intanto, c’ la Supercoppa con il Milan.
Le finali sono speciali, e noi le giochiamo con uno spirito diverso. Andremo a Riyad per vincere.

Il Milan, la sua vecchia squadra. Lei andato via e loro hanno vinto lo scudetto. Pentito?
Rispetto il Milan, ho un buon rapporto con Pioli, Maldini e Massara. Da gentiluomo ho fatto loro i complimenti per lo scudetto vinto nella scorsa stagione. Gli amici non hanno colori. Ma per me quello il passato, ora penso solo all’Inter.

Chi arriva prima alla seconda stella, Inter o Milan?
(Sorride)
Lo sa solo Dio.

22 dicembre 2022 (modifica il 22 dicembre 2022 | 07:49)

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, 2022-12-22 07:34:00, Il centrocampista: «Prima ero il classico 10, ora corro e mi sacrifico. Per il rinnovo aspetto una telefonata da Ausilio». Sull’addio al Milan: «Non sono pentito, per me ora è il passato». E ancora: «Se non avessi giocato avrei fatto il poliziotto», Andrea Sereni

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