Campania, gli ospedali modulari nati per il Covid: costati 12 milioni ora sono inutilizzati e chiusi

sanit Mezzogiorno, 23 febbraio 2023 – 07:45 Le strutture senza pazienti, senza personale ma, a detta dei responsabili, pronte ad essere utilizzate se dovesse servire di Claudio Mazzone Che fine hanno fatto gli ospedali modulari costruiti in piena emergenza Covid per poter far fronte alla carenza di posti di terapie intensive a livello regionale? Sono chiusi, senza pazienti, senza personale ma, a detta dei responsabili, pronti ad essere utilizzati se dovesse servire. Eppure, queste che ora rischiano di diventare vere cattedrali nel deserto o monumento dispendioso e inutilizzato al panico generato dall’emergenza Covid, in pieno lockdown erano state salutate tra gli applausi dei cittadini. Era il 7 aprile del 2020 quando 57 tir che trasportavano i moduli entrarono nel quartiere di Ponticelli accolti dalla folla affacciata ai balconi, stretta al canto dell’inno di Mameli. Ogni struttura venne inaugurata in pompa magna e Vincenzo De Luca ne fece una bandiera anche nei confronti degli altri governatori. Il bando prevedeva la costruzione di tre strutture per una spesa totale di 15,5 milioni di euro divise in tre lotti, 10,3 per l’Ospedale del Mare di Napoli, 2,6 per l’A.O. Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta e 2,6 per l’A.O. San Giovanni e Ruggi D’Aragona di Salerno. Ad aggiudicarsi i tre lotti fu la Manufacturing Engineering Development di Padova con un offerta totale di quasi 12,3 milioni di euro. Un bando che stato poi anche oggetto di un’inchiesta della magistratura sul numero di posti letto realizzati che sarebbero stati di meno rispetto al previsto. RiattivabiliDopo il clamore iniziale e la bufera giudiziaria, le tre strutture sono cadute nel dimenticatoio. I tre ospedali modulari fanno parte della rete ospedaliera della Regione Campania — spiega burocraticamente Antonio Postiglione, direttore generale della Salute della Regione Campania, che sul problema del mancato utilizzo sottolinea come tante altre sale della sanit regionale, anche queste risentono della carenza di personale. Un problema della normativa nazionale che decide degli standard ma impedisce le assunzioni con un obiettivo di risparmio bloccato ai parametri del 2004. La struttura dell’Ospedale del Mare nelle condizioni di essere immediatamente riattivabile — assicura anche Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro —. Parliamo di 72 posti completi di apparecchiature e spazi di supporto. Per il futuro — annuncia — abbiamo programmato la messa a disposizione di questi posti letto nella rete delle terapie intensive interaziendali per pazienti abbisognevoli di cure a minore intensit ma a maggior durata. A Caserta e SalernoAnche a Caserta l’ospedale modulare praticamente una struttura pronta ma senza funzioni. Grazie a Dio — dice Gaetano Gubitosa, direttore generale — la struttura chiusa perch non abbiamo pazienti, ma periodicamente accertiamo la funzionalit dei macchinari. Gubitosa prevede gi di convertire la struttura. Nelle immediate vicinanze — spiega — in realizzazione un edificio per la radioterapia, la medicina nucleare e la riabilitazione: l’idea di adeguarla per queste attivit. A Salerno l’ospedale modulare nelle stesse condizioni. In questo momento non utilizzato — afferma il direttore generale Vincenzo D’Amato —, lo useremo in futuro per altre funzioni. Abbiamo una rianimazione al Ruggi che da ristrutturare e potremmo usare i moduli per trasferire le unit operative durante i lavori. Tutti convengono che il problema di gestione sia legato alla mancanza del personale, questione vecchia di almeno un decennio, che forse in fase di programmazione di queste strutture doveva essere tenuta in considerazione. Antimo Morlando, segretario Fp Cgil Campania, invece convinto che a mancare la chiarezza da parte delle dirigenze sul futuro degli ospedali modulari. Quando furono realizzati — dice — forse potevano essere una risposta all’emergenza, ora per restano chiusi a chiave con il rischio di perdere anche i macchinari. Eppure sono strutture che potrebbero essere impiegate nell’immediato a partire dalle varie campagne vaccinali e dagli screening — sostiene Lorenzo Latella, segretario di Cittadinanza Attiva — cos da renderle utili alla collettivit. D’altronde sar pur vero, parafrasando De Luca, che per fortuna non sono state utilizzate, ma comunque sono state pagate fiori di milioni e, aldil dei risvolti giudiziari e delle campagne elettorali, dovrebbero in qualche modo essere rese utili alla collettivit e non rimanere scatole vuote, preziose ma chiuse. La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 23 febbraio 2023 | 07:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,

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