I cani fiutano le malattie,ma non si sapeva perché: un nuovo studio lo ha rivelato

di Cesare Peccarisi

Percepiscono i glicosamminoglicani la cui presenza nel sangue e nelle urine ha, secondo ricercatori del Karolinska Institutet, una specificit del 95% per vari tipi di tumori fra cui quelli mammari, prostatici e polmonari

noto da tempo che i cani, soprattutto i Labrador, Terranova, Dalmata e San Bernardo, sanno fiutare le malattie, in particolare certi tumori (come quelli mammari, prostatici o polmonari) prima che questi diano luogo a manifestazioni cliniche. Ma cosa fiutano? La risposta potrebbe arrivare casualmente da uno studio su 1.260 soggetti pubblicato su PNAS dai ricercatori svedesi del Karolinska Institutet diretti da Sinisa Bratulic: stavano cercando un metodo non invasivo per individuare precocemente i tumori dalle urine, il cui odore consente ai cani di percepire non solo la presenza di tumori, ma anche quella di diabete o l’arrivo di un attacco epilettico, emicranico o narcolettico con un anticipo di qualche ora.

Glicosamminoglicani

I ricercatori svedesi sono riusciti a identificare precocemente 14 diversi tipi di tumore in base alla concentrazione di glicosamminoglicani (in sigla GAG) che normalmente fanno parte della matrice extracellulare dei tendini a cui conferiscono, insieme a elastina e collagene, propriet elastiche che ne permettono l’allungamento. Questi polisaccaridi vengono precocemente alterati dai tumori disgregandosi nel sangue e nelle urine: ricercandoli anche nel plasma i ricercatori svedesi sono riuscito ad avere una sensibilit del test compresa fra il 41,6 e il 62,3% e una specificit del 95% per i tumori ancora al primo stadio, un’accuratezza diagnostica che il doppio di qualsiasi altra metodica oggi disponibile. Che odore hanno i glicosamminoglicani per essere percepiti dai cani? Evidentemente per noi sono inodori, ma non per i nostri amici a quattro zampe il cui olfatto dispone di 150-300 milioni di cellule a seconda della razza, mentre l’uomo ne ha solo cinque con un’area cerebrale per il riconoscimento degli odori di circa cinque cm quadrati, in confronto a quella canina di 150.

Un cervello in pi

La scorsa estate uno studio dei ricercatori delle Universit di New York e San Francisco diretti da Philippa Johnson, pubblicato sul Journal of Neuroscience, ha scoperto una rete di cinque connessioni nervose a noi mancanti che si estende dal bulbo olfattivo canino direttamente ad altre aree del cervello: lobo occipitale, tratto spinale corticale, sistema limbico, lobo piriforme e corteccia entorinale. Ci spiega come il cane possa integrare gli stimoli olfattivi nel suo funzionamento cognitivo, cosicch gli odori diventano per lui un libro aperto.

Non solo tumori

Sono ormai molte le segnalazioni che indicano come i cani siano in grado di percepire l’odore di alcune malattie: per esempio il diabete o le alterazioni della glicemia. D’altro canto il famoso medico Thomas Willis del ‘600 invece dell’olfatto usava il gusto, perch assaggiando le urine dei diabetici scopr per primo che la loro urina era straordinariamente dolce, come se contenesse zucchero o miele. I cani per fiutano le alterazioni della glicemia ancor prima che s’instauri il diabete e avvisano i loro padroni con comportamenti di anomala ricerca di vicinanza, quasi percepissero che hanno bisogno di accudimento.

Sudore e respiro

La cosa pi sorprendente che percepiscono anche l’imminenza degli attacchi di malattie come l’emicrania, l’epilessia o la narcolessia per le quali ancora nessun test clinico disponibile. Evidentemente in questo caso, invece che dalle urine, i cani percepiscono nel sudore e nel respiro l’aumento dei marker dello stress indotto dall’arrivo degli attacchi, come scoperto da un recente studio irlandese pubblicato su PLOSone.

Rinforzo positivo

La loro capacit di sentire odori per noi impercettibili li rende preziosi in tutte le situazioni in cui il fiuto fondamentale, come la ricerca di sopravvissuti a catastrofi naturali o nelle operazioni antidroga, dove la polizia moltiplica queste loro capacit con l’aiuto di educatori cinofili e veterinari usando il cosiddetto metodo del rinforzo positivo, con cui si premia il riconoscimento di un certo odore.

17 gennaio 2023 (modifica il 17 gennaio 2023 | 19:51)

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