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Quasi un anno fa, mentre si animava il dibattito sullo sviluppo professionale dei docenti, previsto dal PNRR e implementato in maniera discutibile dal Governo Draghi, Tuttoscuola aveva anticipato in esclusiva il piano della provincia autonoma di Trento, che sceglieva una strada molto più coraggiosa. Le cose sono andate avanti e nei giorni scorsi la Giunta provinciale ha approvato il disegno di legge sulla carriera dei docenti trentini, che dovrà successivamente essere discusso in Consiglio provinciale.
Si tratta di una iniziativa importante che introduce elementi di novità, sia pure territorialmente delimitati (la Provincia di Trento è a Statuto speciale), in una questione come quella della carriera professionale degli insegnanti sulla quale si è molto discusso a livello nazionale senza mai arrivare, neanche con la legge 79/2022, a soluzioni efficaci e praticabili.
Per questo nella newsletter di oggi riteniamo utile fornire ai lettori una informazione più approfondita sulle caratteristiche del disegno di legge Bisesti (dal nome dell’assessore che l’ha predisposta) passando in rassegna le principali norme contenute negli 11 articoli che la compongono, con particolare riferimento a quelli che riguardano le tre figure professionali (“esperto”, “ricercatore” e “delegato all’organizzazione”) che si aggiungono a quella del docente che chiameremo ordinario (il ddl dice solo “docente”), che si limita a svolgere i compiti di insegnamento e le altre attività previste dal contratto nazionale. Quattro diversi profili professionali per i docenti, dunque. Con quali obiettivi? E può essere questo un modello “esportabile” anche a livello nazionale?
Le finalità del ddl sono sintetizzate nello stesso titolo del provvedimento: “Misure per il miglioramento organizzativo delle istituzioni scolastiche, il potenziamento dei risultati di apprendimento degli studenti e l’istituzione di percorsi di sviluppo e crescita della professionalità dei docenti e connesse modificazioni della legge provinciale 7 agosto 2006 n. 5 (legge provinciale sulla scuola 2006)”. Qui di seguito riportiamo in sintesi gli articoli che riguardano i “percorsi di sviluppo e crescita della professionalità dei docenti” partendo dal profilo del docente esperto. Successivamente esamineremo gli altri due profili e le norme relative alle competenze della amministrazione provinciale e dei dirigenti scolastici.
L’art. 7 delinea la figura del docente esperto che “possiede specifiche competenze in ambito disciplinare, particolare padronanza delle strategie didattiche, anche innovative, volte a migliorare i risultati di apprendimento degli studenti nonché delle metodologie di valutazione, competenze digitali e capacità di utilizzare gli strumenti digitali in ambito didattico”. Si specifica che “Queste specifiche competenze sono definite con regolamento”, e pertanto ad oggi non sono conoscibili nel dettaglio.
Per partecipare ai concorsi indetti dalla Provincia e diventare docente esperto il docente ordinario deve essere di ruolo e aver insegnato per almeno 5 anni (compreso il preruolo). I nuovi compiti (a fronte dei quali riceverà stabilmente un compenso aggiuntivo, per ora non quantificato, ma di almeno 300-400 euro lordi al mese) si aggiungono a quelli ordinari. Quando? In orario scolastico, extra scolastico o con esonero? Sarà probabilmente il Regolamento a stabilirlo, dopo confronto con il sindacato.
Per approfondimenti:
Carriera dei docenti/1: se si vuole, si può. Almeno a Trento…
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