La carica dei nazionalisti in Russia per la guerra

di Marco Imarisio, inviato a Mosca

Sempre più forte l’influenza dei gruppi estremisti sulle scelte del Cremlino. Ma ci sono anche critiche

Chiamatela pure l’invasione degli ultranazionalisti. Sono ovunque. Nei talk show della propaganda più schierata, ospiti graditi al pubblico della Russia profonda. Nei parchi della capitale, dove la domenica mattina qualche loro emulo arringa la folla di mamme con i passeggini. E soprattutto, nella mente di Vladimir Putin, come ha dimostrato il suo ultimo discorso, una dichiarazione di odio definitiva verso l’Occidente collettivo che è al tempo stesso anche un compendio delle tesi di questo gruppo dalla limitata rappresentanza politica ma di enorme peso e influenza non solo nell’opinione pubblica. Come ha scritto Andrei Kolesnikov, docente del Carnegie Endowment for International Peace , le parole del presidente russo sono state «un campionario di luoghi comuni cospirazionisti» che trent’anni fa si sarebbero potuti leggere solo nelle pubblicazioni clandestine di questi movimenti nazionalisti-patriottici.

La tirata sul colonialismo americano e quella sul satanismo dell’Occidente sono prese di peso dai manifesti di partiti come la Russia Conservatrice di Sergei Baburin, di organizzazioni come il Movimento Russo Imperiale di Stanislav Vorobyov, per altro inserito nella lista dei gruppi terroristici degli Usa, e di altre minuscole formazioni. Non è corretto definirli falchi, perché sono fuori da tutto. Eppure, sembra che l’unica voce in campo sia la loro. Gli esponenti di questa piccola minoranza danno il tono al dibattito, alzano sempre più l’asticella del bellicismo.

«Stiamo combattendo il Male antirusso assoluto. Loro, e tutti quelli che stanno dietro a loro, vogliono la completa capitolazione della nostra civiltà. Mi rivolgo ai nostri cittadini: il piano dell’Occidente è chiaro. Voi che amate la Russia non avete scelta. La dovrete amare e salvare così come è». Questa non è una citazione di Putin. Sono parole pronunciate pochi giorni prima da Zakhar Prilepin, titolare della rubrica «Lezioni di russo» sul canale NTV, leader del partito Russia Giusta-Patrioti Per la Verità, ex combattente nel Donbass, che negli ultimi anni non ha fatto altro che denunciare «la timidezza del nostro presidente verso l’Ucraina».

Le analogie sono evidenti. Il punto d’incontro tra basso e alto, tra chi fa propaganda con il megafono tra i casermoni nelle periferie di Mosca e il Cremlino, non è rappresentato dal celebre ideologo Alexander Dugin, la cui influenza viene spesso sopravvalutata. Esiste un network, che si raccoglie intorno al canale televisivo Tsargrad, di proprietà del cosiddetto «oligarca di Dio» Konstantin Malofeev, amico e sostenitore di Putin, e conta figure come Egor Kholmogorov, opinionista che più radicale non si può, e Vladislav Pozdnyakov, ex leader dell’ormai fuorilegge Movimento dello Stato Maschio, che promuove forme radicali di misoginia e omofobia.

Ma l’ultranazionalismo non è tutto oro che luccica per Putin. Un recente studio di Vera Alperovich del Sova Center, uno dei pochi think-thank indipendenti rimasti a Mosca, dimostra come l’andamento dell’Operazione militare speciale stia logorando il sostegno di chi vorrebbe bombardare anche Parigi, Londra o Berlino. Le vecchie accuse di «timidezza» adesso diventano critiche aperte all’esercito e alla leadership russa in Ucraina. Il Movimento Imperialista ha appena affermato che la Russia ha già perso la «guerra delle idee», perché i suoi soldati non capiscono per quale motivo stanno combattendo.

Il popolare Igor Ghirkin, vero nome Igor Strelkov, ex ufficiale dei servizi segreti, ex comandante delle truppe della repubblica di Donetsk nel 2014, ora dirigente del movimento Novorossiya, arriva a definire «di indescrivibile stupidità» alcune scelte del Cremlino. In questo continuo gioco al rialzo, il discorso di Putin può anche essere letto come il tentativo di tenere a bada una galassia tanto mercuriale quanto utile alla sua propaganda. Solo che in questo modo si continua a scherzare con il fuoco. Anzi, con il nucleare.

3 ottobre 2022 (modifica il 3 ottobre 2022 | 07:02)

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, 2022-10-03 05:24:00, Sempre più forte l’influenza dei gruppi estremisti sulle scelte del Cremlino. Ma ci sono anche critiche, Marco Imarisio, inviato a Mosca

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