Oggi, 17 maggio, ha avuto luogo lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata alla Camera, in Commissione Cultura. Tra gli argomenti il caro affitti e le iniziative in ordine all’utilizzo delle risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per l’aumento dell’offerta di residenze per studenti universitari, alle quali ha risposto la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.
Come riporta Tag24, la ministra ha parlato dell’argomento come “importantissimo, sarà il nostro pane quotidiano fino al 2026”. “Questo governo – ha spiegato Bernini – sa che garantire il diritto allo studio non è una parola ma un percorso, significa mettere in campo non una ma più azioni contemporaneamente. Lo stiamo facendo anche, ma non solo, coi fondi del Pnrr. L’obiettivo, ambizioso, del governo è 60mila posti letto entro il 2026 a fronte dei circa 40mila posti letto, ad oggi disponibili. Questa è l’eredità di decenni, 40mila posti letto”.
“La riforma – ha assicurato Bernini – è partita e anche bene. Con un primo intervento, grazie ad uno stanziamento di 300 milioni di euro – PNRR -, sono stati creati 8.581 posti letto aggiuntivi, di cui 7.524 già assegnati a studenti universitari. Il che significa un posto letto, un’anagrafe. Questo è molto importante per il controllo della Commissione sui target. Con il decreto-legge Aiuti-ter, e con i due Decreti attuativi successivi, si è previsto l’ingresso anche degli operatori privati all’interno del mercato”.
“Per consentire di soddisfare a pieno la domanda attuale nei tempi di realizzazione imposti dal PNRR la strada del partenariato pubblico-privato è imprescindibile. Il PNRR non impone alcuna restrizione sul tipo di operatore chiamato a realizzare gli interventi, perché un obiettivo strutturale come quello previsto ha bisogno di tutte le forze in campo: lo Stato, da solo, non riuscirebbe a soddisfare la domanda”.
“L’intento è di valorizzare il contributo che ‘anche’ gli investitori privati possono dare, mediante partenariati con il pubblico, dato il bisogno crescente di posti letto e di un mercato che in molte aree del territorio italiano deve essere creato dal nulla. Per dare concreto avvio agli investimenti e selezionare gli interventi, il 12 maggio è stata lanciata una manifestazione di pubblico interesse per stilare una mappa degli immobili idonei, mentre domani avvieremo un gruppo operativo di coordinamento con le Regioni, l’Anci, il Cnsu, la Crui, e l’Andisu. Il Pnrr è solo una parte di un progetto più ampio. Questo governo, a solo un mese dall’insediamento ha affrontato il tema degli alloggi stanziando 467 milioni per il V bando della Legge n. 338/2000. E 500 milioni per le borse di studio”, queste le parole di Bernini.
Caso (M5s): “Il diritto allo studio non può sottostare a logiche di mercato”
“Quello del caro-affitti degli alloggi per studenti universitari fuori sede, e non solo per loro, è una emergenza che deve essere affrontata seriamente e soprattutto in maniera celere. Purtroppo dalla ministra Bernini ancora una volta abbiamo ricevuto impegni vaghi e senza alcun tipo di concretezza. Il M5S aveva finanziato il Fondo annuale per la copertura delle spese di locazione sostenute dagli studenti fuorisede, ma questo governo lo ha sforbiciato. Adesso è il momento che il governo si impegni a rifinanziarlo. Abbiamo presentato proprio ieri una mozione con una serie di soluzioni che mettiamo a disposizione del parlamento e di tutti per dare risposte concrete ai nostri studenti. I 660 milioni del PNRR che hanno annunciato in pompa magna sono di fatto bloccati per l’ennesimo pasticcio di cui questo governo si è reso protagonista, ma c’è un aspetto che ci preoccupa maggiormente: non vorremmo che quei fondi andassero per la maggior parte a vantaggio dei soggetti privati, contraddicendo lo spirito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che mira a interventi strutturali e pubblici. Questo è il messaggio che deve arrivare forte e chiaro al governo: il diritto allo studio non può sottostare a logiche di mercato. Sulla dignità dei nostri studenti non sono ammessi passi indietro”. Così il deputato M5S Antonio Caso intervenendo in aula alla Camera nel corso del question time.
Le parole della Bernini non sono andate giù all’Unione degli Universitari, che le ha risposto così: “Non ci risulta che siano così tanti creati così tanti posti letto. Finora, i posti letto nuovi sono molti di meno, intorno ai 4.500. Il Ministero ha fatto un lavoro di censimento, tirando dentro residenze già in funzione o, comunque, già in fase di completamento. Domani presenteremo i dati precisi in conferenza stampa”.
“Se veramente il Ministero desidera seguire la strada dei partenariati, perchè non stabilisce regole precise, tramite degli accordi con gli atenei o gli enti per il diritto allo studio? La verità è sotto gli occhi di tutti: il 73% delle risorse sono finite ai privati, con tariffe che arrivano anche a 900€ al mese per una camera”.
“Se il PNRR – conclude l’Udu – servisse per aiutare i fondi speculativi e gli studenti più ricchi, faremmo i complimenti alla Ministra. Ma non è così”.
Piccolotti (Avs): “Ecco il vero obiettivo dei 660 milioni destinati al diritto allo studio”
Durissima anche Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi Sinistra, prima firmataria dell’interrogazione a risposta immediata alla Camera dei Deputati sull’emergenza caro affitti. “Oggi al Question Time la Ministra Bernini ha inavvertitamente svelato il vero obiettivo dei 660 milioni destinati agli affitti per studenti dicendo che ‘si tratta di aprire un nuovo mercato in molte aree del Paese’. Altro che emergenza diritto allo studio, altro che dare risposte agli universitari: a noi di Alleanza Verdi e Sinistra questo particolare non era affatto sfuggito”.
“Da giorni denunciamo che dopo il 2026 i posti letto pagati dallo Stato ai privati con fondi sostanzialmente esentasse finiranno sul mercato privato degli affitti, a prezzi di mercato, generando milioni di utili per società e grandi proprietari immobiliari. Si tratta di un meccanismo che produrrà ulteriori trasferimenti di risorse dalle famiglie che pagano e pagheranno gli affitti dei figli verso la rendita, uno scandalo che cercheremo di fermare con i nostri emendamenti alternativi quando il governo presenterà il suo per sbloccare i fondi”.
“I 660 milioni non devono servire ad aprire nuovi mercati laddove proprio il mercato è la causa del problema degli affitti troppo alti. I 660 milioni devono servire a costruire un nuovo welfare studentesco insieme ad altre risorse del bilancio ordinario: mense e studentati pubblici, trasporti gratuiti, reddito studentesco. Sono battaglie che facciamo da tanti anni e su cui continueremo ad insistere perché l’Italia, che ha una delle percentuali più basse di laureati in Europa, non può permettersi di scambiare il diritto allo studio – conclude Piccolotti – per un mercato”.
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