Caro affitti, sempre più dura per gli studenti universitari: una camera a Milano costa 626 euro, poi Bologna con 482, Roma con 463. I dati

Nel panorama degli affitti studenteschi, Milano continua a mantenere la corona come la città più cara d’Italia per gli universitari. Il 2023 vede una singola a Milano costare in media 626 euro al mese, segnando un incremento dell’1% rispetto al precedente anno.

Al secondo posto tra le città più care c’è Bologna (482 euro, +8%), che per la prima volta sorpassa Roma, stabile a 463 euro

Ma la sorpresa arriva da Bologna che, con un aumento dell’8%, sorpassa Roma per la prima volta, attestandosi a 482 euro. La Capitale rimane stabile a 463 euro.

La quarta posizione è occupata da Firenze (435 euro), seguita da Modena e Bergamo, con affitti che sfiorano i 412 e 411 euro rispettivamente. Padova e Verona rimangono appena sopra la soglia dei 400 euro, mentre Venezia e Brescia concludono la top 10 con cifre poco al di sotto dei 400 euro. Questi dati provengono dall’ultimo rapporto pubblicato da Immobiliare.it Insights.

Analizzando invece le camere doppie, la classifica presenta variazioni. Milano mantiene il primo posto a 348 euro, seguita da Roma a 272 euro e da Napoli, che entra in classifica con 258 euro. Firenze e Bologna si posizionano rispettivamente al quarto e quinto posto, con Torino, Verona e Pavia a completare la lista, battendo Venezia.

Il 2023 ha portato anche a significative variazioni di prezzi in alcune città. Bari emerge come la città con il maggiore incremento percentuale, balzando del 29% rispetto al 2022. Allo stesso modo, Brescia e Palermo vedono un robusto incremento del 18%. Anche Parma e Pescara sperimentano una crescita considerevole, con un aumento del 16%.

Dall’altro lato, alcune delle principali città universitarie mostrano un rallentamento o addirittura una riduzione dei prezzi. Padova ha registrato una decrescita del 12%, mentre Firenze e Trento hanno mostrato una diminuzione rispettivamente del 4% e del 2%. Siena ha registrato una leggera flessione del 1%, mentre, sorprendentemente, Roma rimane stabile rispetto all’anno precedente.