Caro bollette, dalla Puglia una legge regionale per aiutare agricoltura, pesca e allevamenti

i costi dell’energia
Mezzogiorno, 15 marzo 2022 – 09:14

La Regione studia una norma per i comparti in crisi. Soldi dall’Ue e dal bilancio ordinario

di Francesco Strippoli

Da un lato la corsa contro il tempo per evitare il soffocamento delle aziende alle prese con l’insostenibile aumento dei costi per l’energia. Dall’altro uno studio per reperire il massimo delle risorse possibili. Al centro della discussione rimane l’assessorato dell’Agricoltura, guidato da Donato Pentassuglia. Contrariamente alle aspettative, ieri la giunta regionale non si è occupata della vicenda. L’assessore, nei giorni scorsi, aveva lasciato intravedere la possibilità che si approvasse una delibera con la quale portare sollievo ai comparti in sofferenza per l’aumento del gasolio, dell’energia elettrica e del gas.

Puglia, una legge contro il caro bolletteNel giro di qualche giorno la strategia è mutata. Ora l’idea di Pentassuglia è che sarebbe meglio arrivare al risultato con una norma di legge. Una soluzione utile ad evitare che la delibera di giunta (atto amministrativo) possa essere impugnata, davanti al Tar, da qualche associazione di categoria insoddisfatta; circostanza che rinvierebbe nel tempo la distribuzione degli aiuti. In secondo luogo, la legge necessita dell’approvazione del Consiglio regionale e questo consente di coinvolgere le minoranze nella discussione: un voto in Aula permetterebbe di aprire un ombrello politico su una vicenda su cui tutti i gruppi sono impegnati.

Oggi si riunisce il Consiglio regionale e Pentassuglia ne approfitterà per concordare alcuni passaggi con tutti i capigruppo. L’idea è di costruire una legge per contrastare «le tre emergenze principali» all’attenzione dell’assessorato dell’Agricoltura. Ossia: il caro gasolio (soprattutto per autotrasporto e pescherecci), il caro bollette, il prezzo del latte (che al momento non è remunerativo per i produttori).

Le tre fonti di finanziamentoL’assessore vorrebbe costruire un testo con il quale stabilire di erogare un sostegno una tantum a favore delle aziende colpite dal caro energia. In secondo luogo, la legge dovrebbe riportare le fonti di finanziamento. Sarebbero tre: il bilancio autonomo (quello ordinario manovrabile totalmente dalla Regione), il Psr (piano di sviluppo rurale, fondi Ue), il Feamp (fondo europeo per la politica marittima). Lo scopo è di riuscire a rastrellare almeno 10-12 milioni. La questione è stata al centro di un incontro, venerdì, tra Pentassuglia e l’assessore del bilancio Raffaele Piemontese.

La questione è complicata. Soprattutto con riferimento al Psr e al Feamp, i quali come tutti i fondi Ue sono destinati agli investimenti e non potrebbero essere usati per sussidi e indennizzi. Pentassuglia ha già chiesto a Bruxelles una deroga perché sia consentito alla Puglia di usare alcune specifiche misure per indennizzare le imprese in difficoltà. È la stessa logica alla base del cosiddetto Temporary Framework, utilizzato nelle prime ondate covid per sussidiare le imprese, in deroga alle norme sugli aiuti di Stato.

Incalza l’opposizioneIeri Pentassuglia ha visto i rappresentanti dei pescherecci e li ha rassicurati: «Sto cercando di disegnare un percorso per arrivare al miglior risultato possibile». Poi ha chiesto loro di predisporre delle autocertificazioni con cui attestare il costo del carburante nel primo trimestre 2021 e 2022. Intanto l’opposizione continua ad incalzare Pentassuglia. Ne ha chiesto l’audizione in commissione, l’incontro dovrebbe tenersi giovedì. Ma è possibile, come detto, che si arrivi con un accordo di massima che l’assessore potrebbe raggiungere oggi.

Si muovono pure i parlamentari. Ieri due interventi. Il primo arriva da Marco Lacarra, deputato del Pd. «Per contrastare il caro bollette – dice – è necessario uno scostamento di bilancio di almeno 20 miliardi. È l’unica soluzione che, se adottata con tempestività, può evitare che questa crisi diventi strutturale e faccia danni irreparabili al nostro sistema economico». Il secondo è del deputato pentastellato Emanuele Scagliusi, il quale non chiede una manovra in deficit (come Lacarra) ma un intervento sulle imposte: «Bisogna agire in primis – dice – su una rimodulazione delle accise e su un ricalcolo dell’Iva. Inoltre è necessario che si intervenga anche sui produttori che in queste settimane stanno accumulando extra-profitti come mai prima d’ora, con la creazione di un fondo ad hoc per sostenere innanzitutto gli autotrasportatori».

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15 marzo 2022 | 09:14
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