Caro energia, anche Roma si prepara ad abbassare luci pubbliche e riscaldamenti

di Luisa Monforte

La bolletta del Comune è salita da 28 a 62 milioni di euro, chiesto all’Acea un piano di risparmi. Si pensa a ridurre le temperature di riscaldamenti e, forse, illuminazione pubblica. In settimana incontro decisivo

Più del doppio dei costi attuali: è il rincaro che stima il Campidoglio, su base annuale, per le bollette di luce e gas delle strutture pubbliche comunali. Si passerà da 28 a 62 milioni di euro l’anno. Per questo a Palazzo Senatorio si corre contro il tempo per approntare, in vista dell’autunno, un piano di regole che consenta di ridurre i consumi. L’amministrazione capitolina sta lavorando su varie ipotesi ma per definire un quadro di regole per il breve periodo si attende, da Acea, un piano di simulazione dei consumi previsti per l’autunno e l’inverno.

Già nella prossima settimana è in programma un incontro in tal senso. Per il medio periodo, invece, si conferma l’intenzione – con fondi ordinari, sia europei che capitolini – ad accelerare sull’efficientamento energetico degli edifici pubblici, a partire da scuole, alloggi popolari, uffici comunali e infrastrutture della mobilità a trazione elettrica.

Una prova generale del piano di risparmio energetico a Roma si è tenuta già all’avvio dell’estate. Tra marzo e aprile scorso, in occasione dei primi rincari, il Campidoglio ha varato dei piani di riduzione dei consumi. Nonostante l’intervento – che ha riguardato tutte le strutture pubbliche comunali – comunque è stato necessario, nell’ultimo bilancio di previsione, stanziare 20 milioni di euro aggiuntivi per far fronte all’aumento dei costi attesi in autunno. Una somma che coprirà soltanto in parte l’esubero a oggi stimato.

Così, sul fronte del consumo elettrico, sarà necessario programmare soluzioni incisive. Una possibilità potrebbe essere la riduzione della fascia oraria dell’attivazione degli impianti di illuminazione pubblica, ritardandone l’accensione e anticipandone lo spegnimento, in modo da recuperare una o due ore al giorno. Altro capitolo riguarda l’illuminazione dei monumenti: la disattivazione, scongiurata nella scorsa primavera, potrebbe essere invece una soluzione stavolta. Tuttavia bisognerà fare valutazioni, anche e soprattutto in relazione a quanto sarà previsto dal governo su scala nazionale.

Per quanto riguarda i consumi di gas si potrebbe ragionare, come la scorsa volta, su una riduzione sia delle ore di funzionamento degli impianti termici, sia della temperatura massima (due gradi in meno) negli uffici comunali. Una valutazione a parte riguarderà gli edifici scolastici. La scorsa volta asili nido e scuole dell’infanzia sono rimaste fuori dal piano di risparmio. Ora con l’avvicinarsi dell’inverno l’esclusione potrebbe essere più ampia. È prevedibile, infine, che dal sindaco arrivi un invito a favorire i risparmi.

Secondo il professore di Energetica all’università La Sapienza, Livio De Santoli, le casse comunali potrebbero risparmiare fino al 30% sui rincari «innanzitutto inasprendo le regole dettate dal governo e che già riducono i consumi: portare a 18 gradi, anziché 19, la temperatura massima dei riscaldamenti centralizzati e ridurre il periodo di attività, anziché dal primo novembre al 15 aprile, dal 15 novembre al 15 marzo». Inoltre «si potrebbe fare a meno dell’illuminazione dei monumenti mentre sugli impianti pubblici in strada sarebbe meglio, per ragioni di sicurezza, mantenere gli orari attuali eventualmente prevedendo riduzioni minime e favorendo l’accensione di impianti a Led che sono a basso consumo energetico». Altre possibilità, secondo il docente: «Varare un regolamento per gli uffici pubblici che vieti l’uso di acqua calda e l’apertura delle finestre mentre i riscaldamenti sono accesi, anche con sanzioni per chi viola le norme».

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31 agosto 2022 (modifica il 31 agosto 2022 | 14:54)

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