Case green, classe energetica D per tutti già nel 2033: domani il voto sulle regole UeEdifici storici e seconde case: ecco le deroghe

la direttiva

di Alessia Conzonato08 feb 2023

 Case green, classe energetica D nel 2033: le regole che vuole la Ue vanno al voto

previsto per gioved 9 febbraio il voto alla commissione industria del Parlamento europeo alla direttiva Ue sulle performance energetica degli edifici (Epbd), che ha l’obiettivo di riqualificare a livello energetico tutti gli immobili a scopo residenziale, per poi approdare al voto dell’Assemblea plenaria a marzo. Dopo 1.500 emendamenti, gruppi Popolari (Ppe), Socialisti (S&D), Liberali (Renew), Verdi e Sinistra, guidati nella commissione Industria ed Energia (Itre) dall’europarlamentare irlandese Ciaran Cuffe, si sono accordati sulle modifiche da presentare al testo: raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la D entro il 2033, con obiettivo emissioni zero entro il 2050.

Le novit

L’adeguamento richiederebbe un taglio dei consumi energetici di circa il 25%, con interventi edilizi potenzialmente lunghi, complessi e costosi. Tra gli emendamenti, per, sono previste altre novit: potranno essere esonerati gli edifici di pregio artistico, quelli storici, quelli di culto, le seconde case e quelle con una superficie inferiore ai 50 metri quadrati e si richiede una deroga all’articolo 9 della direttiva per introdurre un principio di flessibilit valido almeno fino al 2037 e che potr coprire fino al 22% dell’edilizia residenziale. Questo dovrebbe consentire agli Stati membri di informare l’Unione europea dei casi in cui sono presenti motivi oggettivi e validi per impedire il salto di classe energetica e fermarsi al livello che sar tecnicamente possibile raggiungere, anche se questo dovesse essere inferiore al target indicato dalla direttiva. Secondo l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), nonostante le eccezioni, gli obiettivi rimangono irraggiungibili in Italia: le stime prevedono un tempo di 630 anni necessari a raggiungere solo il primo step, mentre addirittura 3.800 per il secondo. Realizzare gli interventi richiederebbe uno sforzo notevole, come mostrano anche le stime di Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), il 74% delle abitazioni italiane, cio 11 milioni sarebbero in classe energetica inferiore alla D. I lavori fatti sotto la spinta del Superbonus hanno riguardato 290 mila unit abitative l’anno, un target un po’ distante da quello atteso se restano immutati i tempi, ha detto il presidente Gilberto Dialuce. Interventi che, soprattutto, richiederebbero un impegno economico notevole sia allo Stato che al settore privato.

Il 15% degli edifici energivori in classe G

Il relatore per l’Europarlamento, Ciaran Cuffe, ha chiarito i dubbi italiani: C’ stata molta disinformazione in Italia — ha detto —, si detto che Bruxelles dir agli Stati membri cosa fare, ma nulla pi lontano dalla realt. Gli emendamenti adottati lasciano ampia flessibilit agli Stati per i loro Piani nazionali di ristrutturazione, che contribuiranno a creare lavoro e a mettere a disposizione dei cittadini europei case che consumano meno energia migliorando la qualit della loro vita. Nel testo, inoltre, dividiamo l’Europa in quattro aree con quattro target di efficienza diversi, particolarmente interessante per Stati come l’Italia, e inoltre i target sono proporzionati perch chiediamo di ricalcolare le classi energetiche mettendo nella G il 15% degli edifici pi energivori. I gruppi politici a non aver dato il proprio sostegno a queste modifiche sono i conservatori Ecr (di cui fa parte Fratelli d’Italia) e Identit e democrazia (di cui fa parte la Lega).

L’Italia a confronto con gli altri Paesi Ue

Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, durante il convegno Le politiche europee sull’immobiliare allargato nella sede della Rappresentanza italiana del Parlamento europeo, ha ribadito che la direttiva Ue delle “case green”va emendata per adattarla al contesto italiano, che speciale rispetto al resto d’Europa. Il patrimonio immobiliare del nostro Paese antico, prezioso e fragile e dobbiamo conservarlo al meglio per le future generazioni. L’Italia non pu affrontare il tema dell’efficientamento energetico degli immobili come gli altri Paesi — ha commentato Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr —. C’ una peculiarit del nostro paese e il governo la difender. E anche il nostro patrimonio immobiliare differente per il suo valore architettonico, storico e culturale. Anche il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, intervenuto ribadendo che il governo a favore di un ambientalismo ragionevole e ricordando che 14 miliardi di euro sono destinati dal Pnrr alla ristrutturazione energetica degli edifici. Pur condividendo l’impostazione della proposta di direttiva — ha spiegato —, nostra intenzione negoziare in Europa per degli obiettivi realistici e modalit di attuazione che non mettano in difficolt le imprese e le famiglie, tenendo conto dell’attuale contesto che a causa della pandemia e della guerra diventato complesso. Infine, il vicepremier, Matteo Salvini, ha aggiunto che bisogna aiutare e sostenere senza obbligare e senza penalizzare, perch altrimenti la direttiva che l’Europa vorrebbe imporre sulla testa delle famiglie italiane una patrimoniale, ribadendo la necessit di una norma senza obblighi, senza penalizzazioni e senza vincoli.

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