Caso Concia: Basta polemiche, tante scuole stanno già facendo educazione contro le discriminazioni

di Elena Centemero*

Elena Centemero, gi presidente della Commissione gender equality de Consiglio d’Europa: con la Convenzione di Istanbul ratificata dall’Italia nel 2013 l’educazione alla prevenzione della violenza di genere gi realt nelle scuole

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

*Dirigente Scolastica IIS Vanoni Gi Presidente della Commissione Gender Equality del Consiglio d’Europa
Gentile Direttore, Le scrivo in merito alla vicenda delle garanti per la diffusione a scuola dell’Educazione al rispetto. Sono stata Presidente della Commissione Gender Equality del Consiglio d’Europa, a cui si deve la Convenzione di Istanbul per la prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. Il nostro Paese stato tra i primi a ratificare la Convenzione di Istanbul nel 2013, ratifica con cui ci siamo impegnati ad attuare il principio di parit tra i sessi, il contrasto di ogni forma di discriminazione verso le donne. Da anni nella scuola che dirigo, l’Istituto Ezio Vanoni di Vimercate, Monza e Brianza, attuiamo progetti per il contrasto alla violenza sulle donne e agli stereotipi di genere. Il dibattito relativo ai nomi individuati dal Ministro Valditara mi lascia perplessa per una serie di ragioni.

In primo luogo ritengo che, da tempo, molte scuola in Italia stiano mettendo in campo iniziative per contrastare la violenza di genere, nel rispetto dell’et delle alunne e degli alunni, anche all’interno degli obiettivi delle Nazioni Unite, come previsto dalla norma sull’educazione civica. In secondo luogo perch ritengo che una problematica di questa portata – i dati ufficiali del Ministero dell’Interno dicono che al 12 novembre sono 102 le donne uccise in Italia nel 2023 e 53 le vittime per mano del proprio partner o ex partner – richieda l’impegno di tutte e di tutti noi e deve vedere impegnate la scuola e le famiglie insieme, ma soprattutto non deve essere divisiva, a partire dai nomi. La violenza contro le donne non un fatto episodico, ma strutturale e globale e riguarda tutti noi da vicino. Non solo fisica, ma anche psicologica ed economica. Troppe sono ancora oggi le donne prive degli strumenti economici o di un lavoro che consentano loro di interrompere la spirale della violenza per s e per i loro figli e le loro figlie. Gli stereotipi, che sono alla base della violenza contro le donne, sono fattori, in primo luogo, culturali e noi abbiamo il dovere e la responsabilit di contrastarli con tutte le nostre forze, riconoscendo il valore di ciascuna donna.

L’articolo 14 della Convenzione di Istanbul riconosce all’educazione un ruolo centrale nella prevenzione della violenza contro le donne e in questi anni la scuola stata impegnata a contrastare la violenza maschile sulle donne, in tutte le sue forme, attraverso attivit e progetti con l’obiettivo di favorire e sviluppare la cultura del rispetto, la valorizzazione delle differenze e il superamento degli stereotipi di genere, alla luce dei principi di uguaglianza e non discriminazione contenuti nell’articolo 3 della Carta Costituzionale. Ora, dunque, lasciamo la parola alle scuole che, sono certa, sapranno affrontare anche questa emergenza, che continua da anni, nel migliore dei modi, come fanno sempre, con tutte le loro forze e il loro impegno, Mi creda anche le studentesse e gli studenti sono stati, sono e saranno protagonisti di questa battaglia e sapranno costruire un futuro migliore.

12 dicembre 2023 (modifica il 12 dicembre 2023 | 16:27)

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