Bruxelles, le lobbies assediano la politica: gli affaristi sono 13.000

di Claudio Del Frate

Le regole di comportamento facilmente aggirabili e le porte girevoli tra politica ed economia: ben 485 ex parlamentari oggi lavorano per gruppi di interesse. Tra loro anche l’ex presidente Barroso

Bruxelles, abbiamo un problema. E il problema si chiama rapporti tra politica e mondo degli affari. Lo scandalo partito dall’arresto dell’eurodeputato Antonio Panzeri e dell’attuale vicepresidente dell’assemble Eva Kaili ha messo in luce le contaminazioni improprie, le zone grige, l’intreccio di interessi che si instaurano tra eletti, funzionari e portatori di istanze economiche. Ne emerge una giungla in cui un numero abnorme di lobbisti assedia la sedi istituzionali di Bruxelles e Strasburgo, un sistema di porte girevoli che consente a politici a fine mandato di imboccare direttamente i corridoi degli affari. Consapevoli del problema le autorit comunitarie da anni hanno cercato di imporre delle regole di comportamento, a volte draconiane; ma che alla luce dei fatti degli ultimi giorni non paiono aver funzionato a dovere.

* I numeri – Per esercitare le loro attivit di influenza, i lobbisti che operano a contatto con parlamentari e commissari europei, devono iscriversi a un apposito registro. Un obbligo che mira a garantire la trasparenza. Il guaio per che al dicembre 20212 – fa fede il rapporto annualmente pubblicato proprio dall’Eurocamera – risultavano iscritti a questo elenco ben 13.366 soggetti con una crescita dell’8% in 5 anni. Poich i seggi dell’assemblea sono 705 ne risulta una proporzione di ben 19 lobbisti per ogni politico eletto in sede comunitaria. Un vero e proprio assedio. L’elenco comprende imprese, associazioni di categorie, sindacati ma anche ong. L’investimento pi alto (9 milioni di euro) stato speso dell’European Chemical Industry Council. Secondo il sito Statista nel 2019 circa 6 milioni ciascuna hanno impegnato da Google , uno in meno da Microsoft, la met circa da Facebook, Bayer ed ExxonMobil .

* Le regole di comportamento – Proprio a partire dal 2022 la Ue ha importo regole pi stringenti al mondo delle lobbies, ad esempio la possibilit che nei loro confronti vengano periodicamente indagini e controlli di carattere amministrativo; ma da anni si cerca di agire anche sul fronte dirimpetto, vale a dire i politici. I deputati, ad esempio, devono pubblicare online l’elenco degli incontri che tengono con i portatori di interesse, specificando qual la materia in discussione. Devono inoltre pubblicare l’elenco dei regali che ricevono (articolo 11 del regolamento del Parlamento Ue).

* Le porte girevoli – Che gli anticorpi contro la corruzione abbiano funzionato i dubbi si moltiplicano. E non da oggi. Eloquente, da questo punto di vista il rapporto che l’organizzazione internazionale Transparency ha dedicato alle stanze del potere di Bruxelles nel 2017. Il report mette in luce una serie di criticit nei legami tra affari e decisioni istituzionali: crescenti conflitti di interessi, passaggi diretti dall’uno all’altro ruolo, regole inefficaci Ad esempio non previsto alcun periodo definito di cooling off (potremmo definirlo neutralizzazione) per i parlamentari non rieletti: possono transitare immediatamente all’elenco dei lobbisti, facendo pesare in questo modo tutta la loro influenza. Paradossalmente i portaborse, i componenti degli staff e gli stessi funzionari comunitari godono di meno libert: per loro il periodo sabbatico pu durare fino a 15 anni.

* Altri numeri (e nomi) allarmanti – L’analisi di Transparency scopre molto altro: il 50% dei commissari europei in carica fino al 2014 stato arruolato da aziende, banche, gruppi di interesse. Tra loro spicca il nome dell’ex presidente della commissione, il portoghese Jos Manuel Barroso. Tra gli europarlamentari quella percentuale scende, ma rimane a un preoccupante 30%, cosa che secondo gli analisti fa da terrano di coltura a conflitti di interesse e corruzione. In totale ben 485 ex deputati hanno fatto il salto della barricata: ben 115 dei lobbisti di Google sono ex politici ma tra i colossi che frequentano abitualmente i corridoi di Bruxelles figurano Uber, Arcelormittal, Goldman Sachs, Volkswagen, la Bank of America.

12 dicembre 2022 (modifica il 12 dicembre 2022 | 15:53)

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, 2022-12-12 15:43:00, Le regole di comportamento facilmente aggirabili e le «porte girevoli» tra politica ed economia: ben 485 ex parlamentari oggi lavorano per gruppi di interesse. Tra loro anche l’ex presidente Barroso , Claudio Del Frate

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