Catasto, Draghi con lo stop sarebbe salito al Colle. Il rischio «mani libere» tra Lega e Forza Italia

di Monica GuerzoniMa Palazzo Chigi ha intenzione di tirare dritto sulle riforme

Pericolo scampato e governo in salvo, eppure a Palazzo Chigi nessuno esulta. Nelle stanze della presidenza del Consiglio, dove per due giorni, per sminare il terreno in commissione Finanze, c’è stato un via vai di parlamentari e un incrocio di telefonate con le segreterie dei partiti, si respirano preoccupazione e sconcerto. Che spettacolo dà una maggioranza che si spacca sul catasto, mentre alle porte dell’Europa civili inermi muoiono sotto le bombe? E se il governo fosse finito sotto, a causa dell’incaponimento del centrodestra? Draghi sarebbe salito al Colle e avrebbe detto a Mattarella che «le condizioni per portare avanti il governo non ci sono più».

Non è accaduto, ma potrà accadere sulla delega fiscale, o quando si tratterà di discutere di concorrenza e cioè di balneari, farmaci, settore idroelettrico e altri temi che per le forze conservatrici sono vessilli da sbandierare. Giorgia Meloni è lì fuori e Salvini, leader della Lega dalle «mani libere», non intende farsi scavalcare. E ora, a complicare i piani di Chigi, ci si è messa anche Forza Italia. Non quella governista ma la Forza Italia dei Tajani, Ronzulli, Bernini, Barelli, che da alcuni è vista come «una costola della Lega».

La pazienza del presidente è finita da un pezzo. C’è un conflitto sanguinoso, ci sono i soldi del Pnrr da incassare e le riforme da realizzare e il premier ha chiaro come mai prima che andare avanti così non si può più, per questo ha voluto dare un segnale di fermezza. «Hanno provato seriamente a far del male al governo», sostiene chi è salito a Chigi e ha visto il capo di Gabinetto Antonio Funiciello andare a caccia di voti per scardinare il fronte di centrodestra. La differenza l’hanno fatta Renato Brunetta, che si è mosso in sintonia con i desiderata del premier e Maurizio Lupi, che si è convinto a sfilarsi dal blocco del «no».

Visto il momento tragico servirebbe, è l’auspicio di Draghi, la saggezza di restare uniti. La stessa unità il premier si aspetta dall’Europa, che ha già mostrato «enorme determinazione nel sostenere il popolo ucraino». L’Unione ha assunto «decisioni senza precedenti», dalle sanzioni all’invio di armi e ora Draghi guarda alle ricadute della crisi sui cittadini italiani ed europei. Due i fronti da presidiare, energia e profughi. Di questo il premier ha parlato ieri al telefono con Ursula von der Leyen, che vedrà a Bruxelles il 7 marzo. Sull’immigrazione la posizione italiana è «farsi carico insieme» del flusso di anime in arrivo. Quanto al gas, il piano di Draghi è «ridurre la dipendenza italiana dalla Russia, diversificando le fonti di approvvigionamento» senza venir meno agli impegni sulla decarbonizzazione. Ma si temono ritorsioni di Mosca, le scorte progressivamente diminuiranno e i prezzi sono destinati a impennarsi. Così a Chigi si studia un nuovo intervento per ridurre l’impatto delle bollette: altri miliardi, che andranno a sommarsi ai 17 già stanziati dal 2021 a oggi.

Alla presidente della Commissione, il premier dirà che «bisogna proteggere la ripresa economica dai contraccolpi del conflitto» e porterà proposte sullo stoccaggio e sui rifornimenti comuni di energia in ambito Ue. Se ne parlerà al vertice di Versailles del 10 e 11 marzo: convocato per affrontare il futuro delle regole di bilancio, si sta trasformando in un summit sulla risposta immediata dell’Unione agli effetti della guerra di Putin.

4 marzo 2022 (modifica il 4 marzo 2022 | 09:25)
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, 2022-03-04 16:25:00, Ma Palazzo Chigi ha intenzione di tirare dritto sulle riforme, Photo Credit: , Monica Guerzoni

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