Catherine Spaak: le risate, il talento (e i guai con le doppie). Addio «Cat», mia amata cognata

Antonio Ferrari, per anni marito della sorella di Catherine Spaak, ricorda l’attrice scomparsa a 77 anni: «Un giorno mi chiese di fare la giornalista: di lì iniziò una seconda carriera. Mi ringraziò per averle comprato il 45 giri ‘Perdono’ che Gino Paoli aveva scritto per lei, e scherzava sulla sua pronuncia”

Catherine Spaak è morta il 17 aprile 2022 a 77 anni. Qui sotto il ricordo di Antonio Ferrari.

Da ragazzo, sempre in bilico tra romanticismo e trionfo dei sensi, avevo due miti. Il lato dolce era il volto e la freschezza di Laura Efrikian, l’attrice di origine armena, che recitava con Gianni Morandi. Il lato estremo, dominato dalle passioni più intime e segrete, era quello di Catherine Spaak della quale tutti eravamo innamorati.

Mai avrei immaginato che con Laura, conosciuta personalmente, mesi fa, alla Casa Armena di Milano, avrei intrecciato una sincera amicizia. E mai e poi mai avrei pensato che la meravigliosa e sensuale interprete di film come «La noia», «I dolci inganni», «Il sorpasso», «Adulterio all’italiana», «L’Armata Brancaleone» sarebbe diventata mia cognata.

Ho infatti vissuto per oltre 11 anni una splendida storia d’amore con Agnes Spaak, appunto la sorella maggiore di Catherine.

La vita è bizzarra, ma riserva sempre sorprese meravigliose.

Una sera, a casa di amici, poco meno di 50 anni fa, incontrai Agnes. Di lei avevo visto un servizio sull’Espresso, allora in formato gigante, dove appariva senza veli. Una bellezza sconvolgente e un fascino davvero unici. Ci guardammo negli occhi molto intensamente. Ci estraniammo dalla compagnia per continuare a conoscerci. Il giorno dopo, domenica, ero a casa sua. Non sarei più uscito per oltre 11 anni. Mai avuto il minimo dubbio.

Ecco perché dopo poco tempo ho incontrato Cat, che viveva con il marito Johnny Dorelli in uno splendido appartamento che s’affacciava su Piazza Navona. Strana sensazione. La Catherine dei film sensuali era molto diversa dalla prorompente sensualità della sorella.

Le due sono divise da poco più di nove mesi: Cat è del ‘45, Agnes del ‘44.

Un giorno, dopo la separazione da Dorelli, Cat ci invitò ad Ansedonia a trascorrere un periodo di vacanza con lei. Aveva un altro compagno, ma simpatizzammo subito.

Un giorno la celebre attrice mi disse: «Antonio caro, mi piacerebbe fare la giornalista. Pensi che sarei in grado?» La mia risposta fu in linea con il mio carattere: «Cat, ti faccio un esame. Sappi che sarò durissimo». E le spiegai che alla maturità, visto che ci arrivai con 8 di italiano e 8 di storia (dicevano che ero il migliore della classe) incappai in una nostalgica del Ventennio. Mi domandò quale fosse il mio poeta preferito. Risposi senza esitare: «Ugo Foscolo, e subito dopo Giacomo Leopardi». La risposta mi raggelò: «Eccone un altro di sinistra». E allora mi dica «perché Gabriele D’Annunzio fu sepolto in piedi?» Persi la testa e esplosi: «Credevo fosse un esame di Stato. Non un peana dell’estrema destra con domande da Rischiatutto. Chiamiamo Mike Bongiorno?». Mi alzai furibondo. Rimandato a settembre in italiano e storia. I miei compagni si sbellicavano dalle risate. Io meno perché avevo perso anche la borsa di studio riconosciuta ai figli dei giornalisti scomparsi.

A Cat proposi un argomento. «Domani leggo con molta attenzione». Rimasi colpito dalla limpidezza della sua scrittura, a parte qualche errore sulle doppie. Rientrai a Milano e chiesi di parlare subito con il mio direttore di allora, Franco Di Bella. Sarà stato pure piduista ma sul lavoro aveva un fiuto straordinario. «Voi dire che Catherine Spaak scriverebbe per noi?» «Certo, Franco!» « Ti abbraccerei, Antonio. Questo è un colpo formidabile».

Si cominciò con le interviste ai politici: Andreotti, Spadolini, Craxi.

Il leader del PSI si era innamorato di lei. Andava a trovarla sperando che cedesse. Nulla. Si cambiò argomenti. Si passò a personaggi noti tra cui Enzo Ferrari, che apparteneva a un ramo della mia famiglia modenese.

Cat era felice. La chiamarono alla Rai e il suo Harem fu un trionfo.

Era finalmente realizzata per la sua seconda vita.

Alcuni mesi fa ci telefonammo. È l’ultima volta che l’ho sentita. Mi disse: «Ti ricordi quando ti chiesi se avevi il disco a 45 giri “Perdono”, che Gino Paoli scrisse per me? Fosti un tesoro a regalarmelo. Sai, Antonio, ogni tanto lo ascolto e rido. Non sapevo bene l’italiano e “Perdono” lo trasformai in “Pedono”. Ti voglio bene, Antonio».

Anche io te ne voglio tanto Catherine.
Che il riposo ti sia amico.
Anzi, se vuoi cantarci qualcosa fallo sempre, ovunque tu sia. E se fai un errore rideremo con te.

17 aprile 2022 (modifica il 17 aprile 2022 | 23:16)

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, 2022-04-17 21:17:00, Antonio Ferrari, per anni marito della sorella di Catherine Spaak, ricorda l’attrice scomparsa a 77 anni: «Un giorno mi chiese di fare la giornalista: di lì iniziò una seconda carriera. Mi ringraziò per averle comprato il 45 giri ‘Perdono’ che Gino Paoli aveva scritto per lei, e scherzava sulla sua pronuncia”, Antonio Ferrari

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