di Arianna Ravelli, inviata a Budapest
Ceccon, dopo il record del mondo nei 100 dorso, deluso dalla staffetta mista mista quinta: «Potevo limare due decimi, è colpa mia». Martinenghi manca l’oro nei 50 rana per tre centesimi, ma i nuovi azzurri non cercano alibi
Siamo ragazzi esigenti: un argento può non bastarci. Critici con noi stessi (Thomas Ceccon sulla staffetta mista mista che ha chiuso 5ª, nuotata il giorno dopo il suo record del mondo nei 100 dorso: «È colpa mia, potevo limare due decimi»), indulgenti con i compagni (Tete Martinenghi sempre sulla staffetta: «Thomas è stato bravissimo, io sono arrivato un po’ stanco di nervi dopo la finale dei 50»), non sfuggiamo di fronte alle responsabilità, non chiamiamo le pressioni alibi ma stimoli, siamo in grado di godere dei successi altrui. Almeno quasi tutti. Siamo sicuri di essere italiani?
Il primatista del mondo nei 100 dorso Ceccon infatti pensa che dentro questa Nazionale di nuoto ci sia un gruppo speciale, per lui anomalo, e, probabilmente (ma lui non lo dice) che in passato le cose fossero diverse: «Forse quando uno va forte in Italia, non solo in ambito sportivo ma anche lavorativo, non ha attorno tanta gente contenta, mi sembra che negli Usa e negli altri Paesi facciano più festa. Però io ho ricevuto tanti messaggi anche da sportivi che non conosco, tanta gente ha mostrato di volermi bene». Forse la nuova generazione di italiani del nuoto ha qualcosa da insegnarci.
Two gust is megl che uan e due gusti ha questa seconda medaglia mondiale, l’argento nei 50 rana dopo l’oro nei 100, che Nicolò Tete Martinenghi assapora mentre decide quale dei due prevale: il dilemma non è tanto per via di quei tre centesimi che lo separano dall’americano Fink che tocca per primo (26”48 contro 26’’45, terzo c’è l’altro americano Andrew), quanto perché non ha fatto il suo massimo: «Ho sbagliato tecnicamente la partenza, a questi livelli non deve capitare, nei 50, poi, non si recupera più. Sono molto contento del secondo posto e anche del tempo, alla vigilia ci avrei messo la firma tante e tante volte, erano le mie prime finali mondiali e me ne vado con un oro e un argento. Però se faccio il professionista e mi guardo con occhi critici, com’è giusto che sia, dico che non posso fare quell’errore, lì ho perso i centesimi decisivi».
Le gare individuali comunque si chiudono per Tete con la certezza di essere passato di livello; dopo il bronzo olimpico è entrato in un’altra dimensione: «È vero, la cosa che mi è piaciuta di più qui a Budapest è la sicurezza, la convinzione che avevo prima delle gare. È bello pensare che oggi posso dispiacermi di un argento mondiale. Adesso che ho toccato il metallo più prezioso però lotterò sempre per quello. Il re Peaty? Non vedo l’ora che torni, già a Roma agli Europei ci sfideremo, non mi spaventa. Ho parlato fino a mezzanotte e mezza con Ceccon ieri sera, e beh, non nego che il sogno di un record mondiale c’è anche per me, chi lo sa? Forse un giorno Peaty lascerà qualcosa e lo porterò a casa io».
Thomas, il primatista del mondo che oggi è modello ispirazionale per gli altri ma che è andato da Zazzeri per farsi insegnare a disegnare («Sto copiando una foto di me e lui, è stato divertente, per un’ora prima della finale ho staccato completamente la testa»), dice che tornare in acqua da primatista del mondo e rinuotate i 100 dorso «è stato un po’ strano. Nella staffetta ho sbagliato la partenza, 52’’26 dopo i 51’’60 di ieri non è male, ma due decimi potevo limarli, gli altri invece (le ragazze erano Elena Di Liddo e Silvia Di Pietro, ndr) hanno fatto il loro. Ma forse senza Federica manca un po’ di magia, ci credevamo meno».
E quella cosa che noi italiani godiamo poco dei successi altrui? Conclude Martinenghi: «Non so, io ho sempre tifato per tutti, però tifo anche per il nuoto. Se in una gara c’è qualcuno non italiano che fa un record o una prestazione importante sono contento per lo sport». Sono (siamo?) ragazzi così.
22 giugno 2022 (modifica il 22 giugno 2022 | 00:18)
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, 2022-06-21 22:19:00, Ceccon, dopo il record del mondo nei 100 dorso, deluso dalla staffetta mista mista quinta: «Potevo limare due decimi, è colpa mia». Martinenghi manca l’oro nei 50 rana per tre centesimi, ma i nuovi azzurri non cercano alibi, Arianna Ravelli, inviata a Budapest