Centrodestra, l’ultima trattativa sulle liste. Duello per i piccoli collegi. Quagliariello si sfila

di Adriana Logroscino

Forza Italia prova a difendere alcune posizioni in competizione con Fratelli d’Italia. Il senatore centrista: «La nostra area è sguarnita, non mi candiderò»

Il fattore D. Quando la definizione dei candidati sembrava avviata a una rapida conclusione, il meccanismo si è inceppato: i leader del centrodestra si sono accorti che manca una donna per rispettare l’equilibrio di genere (60-40) previsto dalla legge. Inevitabile rimandare l’annuncio dei nomi. Probabilmente a oggi, giornata che si vorrebbe conclusiva. Ma nelle stanze dei partiti le trattative proseguono a oltranza, senza soste neppure di notte.

Non c’è solo il problema, di sempre: tanti aspiranti, pochi posti, a questo giro anche meno. Per non sbagliare occorre conoscere a fondo i tecnicismi della legge elettorale che rendono le previsioni impossibili: a Villa Certosa, dove ieri lo sgomento per la scomparsa di Niccolò Ghedini ha inevitabilmente diluito i tempi del vertice, i dirigenti di Forza Italia studiano come evitare che FdI, in alcuni territori più piccoli, sbaragli gli azzurri lasciando fuori dal Parlamento anche il capolista. Per di più Silvio Berlusconi insiste per blindare più uscenti di quanti i suoi dirigenti ritengono sia matematicamente possibile rieleggere: il d imezzamento della truppa, ragionano, è inevitabile.

Dalla Lega si fa mostra di ottimismo: «Ancora 24 ore d’attesa», dice Giancarlo Giorgetti. Di sicuro la squadra del Carroccio impegnata nel governo Draghi sarà ricandidata in blocco: dalla ministra Erika Stefani ai sottosegretari, Lucia Borgonzoni, Gian Marco Centinaio, Rossano Sasso. Matteo Salvini oltre che nel collegio di Milano, si misurerà in Campania e Puglia. Confermato il reclutamento dell’editore Antonio Angelucci e dell’ex pallavolista Luigi Mastrangelo. Verso un collegio in Sicilia per Michela Vittoria Brambilla, indipendente nel nome dei diritti degli animali.

Giorgia Meloni blinda i suoi: non vuole indiscrezioni fino al deposito delle liste. Ignazio La Russa concede: «Praticamente stasera chiudiamo. Poi Giorgia esaminerà e firmerà». Appunto.

Ma mentre il quadro si va a definire arriva la prima clamorosa autoesclusione: Gaetano Quagliariello, in Parlamento dal 2006, esponente di spicco (e anche ministro) di FI, ora vice di Giovanni Toti in Italia al centro, lascia. In nome del principio di territorialità violato quando gli è stato offerto un collegio in Campania – precisamente nella Salerno presidiata dal pd Enzo De Luca – e non in Abruzzo, che l’aveva espresso alle ultime consultazioni. «Il centro, che la degenerazione di Forza Italia ha lasciato pericolosamente sguarnito, è stato negli anni occupato da alcuni piccoli “centrini” trasformati in uffici di collocamento per leader in difficoltà. Reagire è necessario: non mi candido». Un’uscita di scena con stile che contraddice le voci su un veto posto sul nome di Quagliariello, dalla Lega. Anche l’ex olimpionico di scherma, Marco Marin, uscente dello stesso partito, sarebbe tentato dal passo indietro.

Fibrillazioni da presentazione delle liste. I centristi, del resto, hanno sì ottenuto 15 collegi, ma solo alla Camera, dove, numeri alla mano, la maggioranza dovrebbe essere più larga. Zero in Senato che dovrà essere presidiato da fedelissimi, mai sospettati di intelligenza con gli avversari. Maurizio Lupi sarà candidato a Lecco, i due totiani, Sandro Biasotti e Ilaria Cavo, in Liguria.

18 agosto 2022 (modifica il 18 agosto 2022 | 23:59)

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, 2022-08-18 22:35:00, Forza Italia prova a difendere alcune posizioni in competizione con Fratelli d’Italia. Il senatore centrista: «La nostra area è sguarnita, non mi candiderò» , Adriana Logroscino

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